Elisa Liberatori Finocchiaro, manager di GoFundMe per l’Europa (Ph courtesy GoFundMe)

Ognuno di noi può fare la sua parte per contribuire in modo concreto ad aiutare persone in difficoltà, incidere sulla realtà e permettere così agli invisibili di diventare visibili. Di fronte a grandi cambiamenti epocali della società in cui viviamo, il personal fundraising si sta dimostrando uno strumento agile in grado di superare le tradizionali forme di azione collettiva.

Tutto nasce dalla partecipazione civica. In pochi anni, il terzo settore grazie al crowdfunding e al personal fundraising è riuscito ad innovarsi in modo efficace e a raccogliere risorse attraverso un attivismo sociale e digitale, che crea attori del cambiamento e non più semplici spettatori passivi.

Un fenomeno che inizialmente ha trovato una sua diffusione soprattutto nei paesi anglofoni, ma che in pochi anni ha interessato anche l’Europa facendo nascere siti di crowdfunding in tutto il mondo. In particolare, la più grande piattaforma mondiale per la raccolta fondi sociale GoFundMe, lanciata negli Stati Uniti nel 2010, oggi è diventata sinonimo di personal fundraising.

Nel nostro paese GoFundMe arriva nel 2018 e dopo solo tre anni è riuscita a diventare un vero e proprio punto di riferimento, tanto che l’Italia è il primo Stato non anglofono per utilizzo della piattaforma e numero di visite. Ogni mese sono centinaia le campagne di raccolta fondi attivate. Il merito di questo grande successo è anche del lavoro meticoloso di un team di professionisti guidato da Elisa Liberatori Finocchiaro, manager di GoFundMe per l’Europa che gestisce 9 paesi europei tra cui Italia, Francia, Germania e Spagna.

“Oltre ad essere una piattaforma di raccolta fondi, GoFundMe opera cambiamenti sociali, ponendo all’attenzione dell’opinione pubblica argomenti delicati che non hanno ottenuto la giusta attenzione dalle istituzioni – spiega Elisa  Liberatori Finocchiaro – Lanciare una campagna su GoFundMe non è solo un modo per ottenere donazioni, dietro ad ogni crowdfunding c’è una richiesta di aiuto, un appello solidale, un modo per accendere i riflettori su temi e argomenti rimossi dall’opinione pubblica o dalle istituzioni”.

Gli argomenti delle campagne italiane vanno dal sostegno per le spese mediche da effettuare all’estero, quando si cerca una speranza in speciali terapie, alle commemorazioni, a cause di natura sociale, ambientale, territoriale e di carattere emergenziale.

In questi ultimi mesi sulla piattaforma sono proliferate iniziative volte a sostenere teatri, cinema, ristoranti gravemente colpiti dalla crisi economica generata dalla pandemia, mentre nella prima fase, con l’emergenza sanitaria GoFundMe ha accresciuto il suo ruolo sociale, 1 italiano su 10 nella prima settimana della crisi ha visitato almeno una campagna di raccolta fondi ospitata sulla piattaforma. Nel 2020 1milione e 150mila persone hanno donato alle campagne di raccolta fondi, oltre 14mila in un anno. In particolare, nel primo lockdown, tra marzo e fine maggio, sono stati raccolti circa 17 milioni di euro per ospedali e organizzazioni.

Tra le campagne record quella per l’ospedale San Raffaele di Milano, lanciata dall’influencer Chiara Ferragni e Fedez che ha raggiunto quasi 4.5 milioni di euro grazie a 206mila donatori in pochissimo tempo e a 180mila condivisioni sui social media, 21 euro la donazione media. In circa 8 giorni le donazioni hanno permesso la realizzazione di due tensostrutture, attrezzate con letti e ventilatori ad alta tecnologia, con una sala operatoria dedicata e uno scanner per la tomografia computerizzata. 

“La campagna per il San Raffaele ha avuto un impatto importantissimo nel nostro Paese. Sono state salvate tantissime vite grazie al rafforzamento della terapia intensiva. Basti pensare che è stato il nostro crowdfunding più grande in Europa, ed è tra le 10 più grandi campagne del mondo su GoFundMe. Inoltre – afferma Elisa Liberatori Finocchiaro – grazie a questa raccolta fondi si è creato un effetto emulativo impressionante, tantissimi italiani sono diventati dei personal fundraiser per raccogliere fondi da destinare agli ospedali del proprio territorio o ad associazioni e organizzazioni. Abbiamo scritto insieme una storia di speranza e unità. Ognuno di noi è stato un tassello importantissimo di questo racconto, cominciato con l’arrivo in Italia del Covid19.”  

GoFundMe in tre anni, in Italia, è riuscita ad operare dei cambiamenti entrando nel dibattito sociale e politico del Paese, facendo arrivare nei luoghi deputati la voce e gli appelli di persone e associazioni che cercano ascolto.

Nel caso del tragico fenomeno del femminicidio, ad esempio, GoFundMe ha ospitato numerose raccolte fondi dedicate alle donne uccise i cui beneficiari sono i figli delle vittime, quasi sempre minorenni. Esiste una legge che prevede dei sussidi per borse di studio o per l’avviamento al lavoro, ma le famiglie che hanno in affidamento i figli delle vittime e le associazioni di riferimento, denunciano enormi difficoltà a chiedere e ottenere tali aiuti. Un dibattito importante quello sui figli vittime di femminicidio che in Italia ha scosso l’opinione pubblica.

Un’altra importante battaglia è quella che riguarda i bambini affetti da SMA, una malattia genetica neuromuscolare. La forma più grave, quella di tipo 1, interessa circa la metà dei bambini affetti che mostrano i primi sintomi alla nascita o nei primi mesi di vita. Il farmaco Zolgensma ha evidenziato importanti risultati nel trattamento della SMA: ma è il farmaco più costoso al mondo e i costi della somministrazione della terapia, in una unica soluzione, supera i 2 milioni di euro. Negli anni GoFundMe ha visto nascere raccolte fondi lanciate dai genitori dei piccoli bambini colpiti da questa malattia. 

“Come è possibile capire da questo esempio, dietro ad ogni crowdfunding c’è una causa importante per tutti – spiega la Manager di GoFundMe – Noi siamo al fianco di queste famiglie, vogliamo che i loro appelli siano ascoltati”. In queste settimane l’Aifa ha approvato finalmente la rimborsabilità del farmaco da parte del servizio sanitario nazionale. 


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