Siamo abituati a considerare l’Italia il Paese della cultura, della lingua armoniosa, dei monumenti e dei tesori preziosi dell’arte e dell’architettura dai tempi degli antichi romani. 
 
Eppure, con lo stesso orgoglio che ci fa celebrare il 2 giugno, Festa della Repubblica, con solennità e partecipazione in memoria di chi restituì, con il sacrificio o l’impegno della vita, la democrazia dopo anni bui e tempestosi, o che ci unisce nel più viscerale e autentico senso patriottico di fronte a una partita di calcio della Nazionale, dovremmo inorgoglirci anche per le vette scientifiche che gli italiani riescono a raggiungere. 
 
Risultati quasi incredibili se si considerano tutte quelle opportunità che mancano al nostro Paese, alla scienza, alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione.
 
Gli investimenti in termini di Pil, prodotto interno lordo, sono irrisori, i più bassi tra le economie avanzate. L’1,09% contro il 4,53 di Israele, il 3,73% della Svezia, il 3,39 del Giappone o il 2,62% degli Usa. L’Italia è all’ultimo posto in Europa anche per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,1% a fronte del 2,2% dell’Ue a 27) e al penultimo posto, seguita dalla Grecia, per percentuale di spesa in istruzione (l’8,5% a fronte del 10,9% dell’Ue a 27).
 
Se non viene da chiedersi perchè i cervelli fuggono all’estero e non tornano più in Italia (è ovvia la risposta!), viene però da domandarsi cosa potrebbe produrre l’Italia, in termini di encomiabili risultati scientifici, se avesse le opportunità di altri Paesi. 
 
Perchè se ha prodotto geni indiscussi come il fisico Enrico Fermi che ha dato un contributo fondamentale per la ricerca sulla fissione nucleare, fra le più rivoluzionarie scoperte del XX secolo, o se sta portando il suo astronauta Luca Parmitano  a passeggiare nello spazio, dopo anni di selezioni tra i migliori al mondo, significa che le potenzialità, l’Italia, ce le ha tutte. 
 
L’Italo Americano, che lo scorso weekend ha incontrato la comunità italiana di San Diego,  si fa portavoce di queste potenzialità, innanzitutto promuovendole e facendole conoscere.

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