A view of the beautiful Mole Antonelliana (Photo: Rosshelen/Dreamstime)

If you came to Italy in the past twenty years, you’ve definitely seen it, even if you’ve never been to Turin, because the Mole Antonelliana is on the back of our 2-cent coins. If, by any chance, you come from a Piedmontese heritage, you’re probably way more familiar with it, because its unmistakable silhouette is as traditional of Turin as gianduiotti chocolates and F.C. Juventus.

I Torinesi,  or i Piemontesi who spent time in their regional capital regularly, for work or for study, know an anecdote or two about it, I can assure you. For instance, every single student of the Università degli Studi knows that, if you want to graduate, you are better not go up to the top, because legend says you’ll never get your laurea if you do it. That, however, wasn’t certainly true in the early 20th century, when Turin was the playing ground of one of Italy’s most underrated poets, Guido Gozzano who, in some of his writings, fondly reminisces about that time when, as a young man, he and a friend climbed all of the Mole 580 steps to enjoy the breathtaking and well-worth-the-effort view of the city from the top of its cupola.

The building, located at the very heart of the city, in Via Montebello, just a stone’s throw away from Piazza Vittorio, Via Po and Piazza Castello, has some interesting things to say about itself: from its origins and its difficult early years, to how it eventually became the see of the Museo Nazionale del Cinema, all the way to the buzz and interest around those coins where it appears, and how some of them could be worth a fortune.

Curiosity One: we must thank the Jewish community of Turin for it

In 1848, the year when the Kingdom of Sardinia enforced the Statuto Albertino, its first constitution, which was to become also the first constitutional document of unified Italy, freedom of religion became officially protected by law: finally, so, the Kingdom’s Jewish community no longer had to live in ghetti and could practice without fear. In 1862, the Jews of Turin commissioned the designing and construction of a synagogue to visionary architect Alessandro Antonelli: the Mole had been initially conceived to be a place of worship. The first project was for a 47 meters-high building, but for Antonelli the sky was the only limit and, change after change, he eventually settled for a towering building of 112 meters. Unfortunately, money wasn’t enough to complete Antonelli’s ambitious project: construction was halted.

For ten years, the mole lay abandoned, until the day the city of Turin bought it, dedicated it to the King of Italy, Vittorio Emanuele II, and called Antonelli back – it was 1878 – to finally complete his masterpiece.

“La Mole” with Turin and the Alps (Photo: Marco Saracco/Dreamstime)

Curiosity Two: it has some things in common with the Tour Eiffel 

The path towards completion was still long, though. In fact, it was Alessandro Antonelli’s son, Costanzo, to finish the building in 1897, almost 40 years after his father had begun the project! The Mole Antonelliana was, however, inaugurated some years earlier, on the 10th of April 1889, only ten days after the most famous tower in Europe, Paris’ Tour Eiffel, which opened its doors on the 31st of March of the same year.

Curiosity Three: it was among the first buildings to be fully illuminated in Europe… and one of the tallest!

Towards the end of the 19th century, the Mole was fully illuminated thanks to the city’s gas illumination system: it was one of the first public buildings in Europe to receive light in its entirety. But the iconic Turinese building also has another record to boot: with its 167 meters, at the time of its completion the Mole was the highest masonry building in the world! In fact, we are reminded of it every time we mention its name, Mole Antonelliana because the word mole in Italian stands for something of great dimensions.

Curiosity Four: its Museo del Cinema was conceived during World War Two 

During the last war Turin, like much of our northern cities, suffered greatly under allied bombing. However, the Mole remained unscathed and a symbol of Turinese resilience. But you know, the Mole had a little wartime secret, too. Unbeknownst to many, a precious collection gathered by archaeologist Maria Adriana Prolo was protected by the ravaging war in the Mole‘s basement. Prolo had been gathering all she could find about the history of cinema, with the idea of creating, one day, a museum dedicated to the Seventh Art inside la Mole: through the years, she saved movie reels, screenplays, cameras, magazines, photos… In 1946, the whole collection moved to the Mole’s second story, but the Museo Nazionale del Cinema was to open only in 2000.

Curiosity Five: some coins with its image are worth a small fortune! 

As we mentioned, the Mole Antonelliana features on the back of Italy’s 2-cent euro coins. Some years back, by mistake, the national mint coined a batch of 1 cent with the Mole, which were immediately withdrawn. But – because there is always a “but!” – some 100 of them remained in circulation and are today worth around 2.000 euro (some 2.000 USD). But you may even get more than that. At a recent numismatics auction in Turin, an Italian collector paid almost 7.000 euro to get his or her hands on one!

A longer, very interesting article about the Mole Antonelliana  was published on the June-July number of Italian history magazine Focus Storia.

Se siete venuti in Italia negli ultimi vent’anni, l’avrete sicuramente vista, anche se non siete mai stati a Torino, perché la Mole Antonelliana è sul retro delle nostre monete da 2 centesimi. Se, per caso, avete origini piemontesi, probabilmente la conoscete molto di più, perché la sua inconfondibile sagoma è tipica di Torino come i cioccolatini gianduiotti e la Juventus.

I Torinesi o i Piemontesi che hanno trascorso regolarmente un periodo nel loro capoluogo di regione, per lavoro o per studio, ne conoscono uno o due aneddoti, ve lo assicuro. Per esempio, ogni singolo studente dell’Università degli Studi sa che, se si vuole laureare, è meglio non salire in cima, perché la leggenda dice che non si otterrà mai la laurea se lo si fa. Questo, però, non era certo vero nei primi anni del Novecento, quando Torino era il terreno di gioco di uno dei più sottovalutati poeti italiani, Guido Gozzano che, in alcuni suoi scritti, ricorda con affetto quel periodo in cui, da giovane, insieme a un amico, salì tutti i 580 gradini della Mole per godere della vista mozzafiato e degna di nota della città dall’alto della sua cupola.

L’edificio, situato nel cuore della città, in via Montebello, a due passi da piazza Vittorio, via Po e piazza Castello, ha alcune curiosità da raccontare: dalle sue origini e i suoi primi anni difficili, a come è diventato sede del Museo Nazionale del Cinema, fino al fermento e all’interesse per le monete in cui compare, alcune delle quali potrebbero valere una fortuna.

Curiosità numero Uno: dobbiamo ringraziare la comunità ebraica di Torino
Nel 1848, anno in cui il Regno di Sardegna promulgò lo Statuto Albertino, la sua prima costituzione, che sarebbe diventata anche il primo documento costituzionale dell’Italia unita, la libertà di religione divenne ufficialmente tutelata dalla legge: finalmente, quindi, la comunità ebraica del Regno non doveva più vivere in ghetti e poteva praticare senza timori. Nel 1862, gli ebrei di Torino commissionarono la progettazione e la costruzione di una sinagoga al visionario architetto Alessandro Antonelli: la Mole era stata inizialmente concepita come luogo di culto. Il primo progetto prevedeva un edificio alto 47 metri, ma per Antonelli il cielo era l’unico limite e, cambiamento dopo cambiamento, alla fine si accontentò di un edificio svettante 112 metri. Purtroppo i soldi non erano sufficienti per completare l’ambizioso progetto di Antonelli: la costruzione fu interrotta. Per dieci anni la mole venne abbandonata, fino al giorno in cui la città di Torino la acquistò, la dedicò al Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, e richiamò Antonelli – era il 1878 – per completare finalmente il suo capolavoro.

Curiosità numero Due: ha alcune cose in comune con la Tour Eiffel
Il cammino verso il completamento fu però ancora lungo. Infatti, fu il figlio di Alessandro Antonelli, Costanzo, a terminare l’edificio nel 1897, quasi 40 anni dopo che il padre aveva iniziato il progetto! La Mole Antonelliana fu però inaugurata qualche anno prima, il 10 aprile 1889, solo dieci giorni dopo la più famosa torre d’Europa, la Tour Eiffel di Parigi, che aprì i battenti il 31 marzo dello stesso anno.

Curiosità numero Tre: è stato uno dei primi edifici completamente illuminati in Europa… e uno dei più alti!
Verso la fine del XIX secolo, la Mole fu completamente illuminata grazie all’impianto di illuminazione a gas della città: fu uno dei primi edifici pubblici in Europa a ricevere la luce nella sua interezza. Ma l’iconico edificio torinese vanta anche un altro record: con i suoi 167 metri, al momento del suo completamento la Mole era l’edificio in muratura più alto del mondo! E ci viene in mente ogni volta che ne citiamo il nome, Mole Antonelliana, perché la parola mole in italiano sta a significare qualcosa di grandi dimensioni.

Curiosità numero Quattro: il suo Museo del Cinema è stato concepito durante la Seconda Guerra Mondiale
Durante l’ultima guerra Torino, come gran parte delle nostre città del nord, ha sofferto molto sotto i bombardamenti alleati. Tuttavia, la Mole rimase indenne e fu un simbolo della resilienza torinese. Ma si sa, anche la Mole aveva un piccolo segreto di guerra. All’insaputa di molti, una preziosa collezione raccolta dall’archeologa Maria Adriana Prolo fu protetta dalla guerra nei sotterranei della Mole. Prolo aveva raccolto tutto ciò che poteva trovare sulla storia del cinema, con l’idea di creare, un giorno, un museo dedicato alla Settima Arte all’interno della Mole: nel corso degli anni, aveva conservato bobine di film, sceneggiature, cineprese, riviste, foto… Nel 1946, l’intera collezione si trasferì al secondo piano della Mole, ma il Museo Nazionale del Cinema sarebbe stato aperto solo nel 2000.

Curiosità numero Cinque: alcune monete con la sua immagine valgono una piccola fortuna!
Come abbiamo detto, la Mole Antonelliana compare sul retro delle monete italiane da 2 centesimi di euro. Qualche anno fa, per errore, la zecca nazionale ha coniato un lotto di 1 centesimo con la Mole, che è stato immediatamente ritirato. Ma – perché c’è sempre un “ma!” – un centinaio di esemplari rimasero in circolazione e oggi valgono circa 2.000 euro (circa 2.000 USD). Ma si può anche ottenere di più. In una recente asta numismatica a Torino, un collezionista italiano ha pagato quasi 7.000 euro per metterne le mani su una moneta!

Un articolo più lungo e molto interessante sulla Mole Antonelliana è stato pubblicato sul numero di giugno-luglio della rivista di storia italiana Focus Storia.


Receive more stories like this in your inbox