(Ph Med Gadon da Pexels)
Alzi la mano chi ha riposto nell’armadio i vestiti estivi per riprendere contatto con pantaloni e giacche di lana. Temperature vicine ai trenta gradi, ormai, dall’inizio di ottobre, in molte zone del Belpaese.
 
Una manna per i turisti che, dalla costiera amalfitana fino alle spiagge della Sicilia, inforcano le infradito, indossano il costume nuotando spensierati in acque caldissime. Un po’ la stessa situazione vissuta dalla California una decina di giorni fa: picchi di trentacinque gradi abbondanti, una marea di gente in spiaggia, bagni e sole a volontà.
 
È piovuto – per amor di verità (e pure tanto, alla luce delle alluvioni patite da Genova e Parma) – ma il tasso di umidità è rimasto altissimo. Gli stabilimenti balneari – che a fine settembre avevano chiuso i battenti – hanno riaperto le porte, incassando proventi oggettivamente non preventivati. Sole su larghi strati d’Italia, abiti estivi: la giacca pesa addosso agli uomini, idem le calze per ragazze e signore.
 
Un autunno per modo di dire: sembrano le temperature di inizio giugno, quando questa strana estate emetteva i primi vagiti. I turisti in giro per Roma indossano t-shirt e pantaloni corti. Al diavolo le scarpe coperte, riecco gli zoccoli. Prese d’assalto le fontanelle: acqua gratis per tutti, per lenire il caldo umido. Funziona l’aria condizionata all’interno di convogli e treni metropolitani: chi ha il coraggio di spegnerle?
 
I commessi dei negozi di abbigliamento incrociano sovente (e forzatamente) le braccia: hanno preparato le vetrine con cappotti, sciarpe, guanti, calzettoni pesanti, camicie di flanella. Osservi il tutto e sembra quasi che, per reazione, ti stia per scoppiare una fastidiosa orticaria. No, non è il caso di cambiare il guardaroba. I bollettini meteo sciorinano, giornalmente, temperature da piena estate: a Roma mai nel mese di ottobre si è andati sotto i ventisei gradi. Con l’umidità galoppante ecco che si è oltrepassato facilmente la soglia dei trenta gradi.
 
Fanno affari d’oro le gelaterie, i ristoranti all’aperto imbandiscono le tavole pure dal tramonto in avanti. Roma regala istantanee gioiose con fiumi di turisti che, di sera, si radunano in Centro, cenando sotto le stelle. L’autunno? Può tranquillamente aspettare, sono dolcissime le ottobrate romane, forse anche troppo.
 
Un inconveniente? I pizzichi fastidiosi delle zanzare, mai dome, soprattutto con queste temperature elevate e questa fastidiosa umidità. Finirà che il freddo – come spesso è accaduto – arriverà tutto assieme, senza indizi anticipatori. Finirà che dovremo recuperare in fretta, dall’interno degli armadi, pullover e camicie un po’ più pesanti, indossando, magari il mattino, anche le giacche a vento.
 
Per adesso Roma e gran parte dello Stivale vivono un’appendice d’estate: si gira tranquillamente in camicia, con la giacca sulle spalle. Ai semafori il sole scotta, come fosse giugno. Molti gli automobilisti che lasciano accesa l’aria condizionata. Parcheggi l’auto al sole? Rischi di trovare una fornace. L’effetto-serra, lo avevano dipinto così alcuni scienziati: ormai, dati alla mano, a Roma si veste primaverile da aprile a novembre.
Insomma, il clima del nostro Paese, gradualmente, sta trasformandosi in clima tropicale.

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