Prima della riforma del calendario di Cesare, c’era stata quella di Numa Pompilio, secondo re di Roma. Ad avvalorarla di un fondamento di storicità intervengono il nome stesso di Numa, se lo si considera indice di un periodo di riforme e di normalizzazione, e il nome dei mesi dell’anno, che ancora oggi chiudono il ciclo dell’anno con settembre, ottobre, novembre e dicembre (di chiara derivazione numerale). 
 
Numa fu “il legislatore”, colui che, secondo la tradizione, ha dato le istituzioni civili alla città consegnandosi alla Storia come organizzatore dello Stato e creatore delle leggi. Il vocabolo nòmos è proprio “legge”. Inoltre il fatto che alcuni mesi si chiamino “settembre”, “ottobre”, “novembre” e “dicembre” è segno che all’origine i mesi venivano indicati con un aggettivo numerale e che il loro numero non superava il dieci. Perciò se in epoca storica se ne contano dodici, è evidente che qualcuno ci ha messo mano, aggiungendo due mesi all’inizio del computo. 
 
Se poi la determinazione del numero dei mesi in dodici sia già opera di Numa, o egli si sia limitato a fissarli a 10 (e altri in seguito l’abbiano portato a 12) è secondario per questa indagine.
Ciò che conta è il fatto che già a quei tempi si cercava di eliminare il precedente disordine). 
 
Resta il fatto che i legislatori hanno cercato di far coincidere l’anno sociale ed economico, che dava ordine alla vita degli uomini, con l’anno astronomico che naturalmente dà ordine ai ritmi della Terra. Presso gli antichi le motivazioni di carattere politico e sociale si trasformavano in provvedimenti di carattere religioso, così dovette succedere per ovviare agli inconvenienti derivanti dalle sfasature temporali, quando divenivano palesi. 
 
Attraverso periodici rituali venivano inserite le giornate mancanti (mesi intercalari). 
Tuttavia, poiché tutto avveniva in maniera empirica (ed estemporanea) restava il margine di incertezza che alla distanza, in un arco di tempo più lungo, riproponeva lo squilibrio. Gli astronomi e i matematici lo sapevano; ma forse anche i contadini se ne accorgevano. 
 
Da questa consapevolezza nacque la riforma di Giulio Cesare. In suo onore, quello che già era stato il quinto mese, e che conservava il nome “quintilis”, si chiamò Iulius. Aggiungiamo che il mese “sestilis” in seguito cambiò nome: Augustus in omaggio ad Ottaviano Augusto.
 
Seguendo il ciclo del Sole, ci siamo dimenticati della Luna. 
La luna in rapporto alla Terra era un mezzo per misurare lo scorrere del tempo. Anzi, a parte l’alternarsi di notte e giorno, era quello che più degli altri accompagnava la vita degli uomini nel computo delle giornate. 
 
Sul ciclo della Luna (circa 28 giorni) si calcolò il mese. 
La radice indeuropea *men  indica la “luna”, e il derivato “mensis” (mese) è l’aggettivo per dire “lunare” [ciclo o percorso]. E molto probabilmente sulla base del ciclo lunare si stabilì la settimana, che richiama le fasi della Luna. Da mensis viene anche il nome del ciclo della fecondità femminile della specie umana.
 
Ritorniamo alle parole, dicendo che calendario deriva dal nome Kalendae con cui i Romani chiamavano il primo giorno del mese, e l’insieme delle cerimonie religiose che vi si praticavano. Venivano proclamate (kalère = chiamare) le due feste del mese che erano la base per il conteggio dei giorni: le Idi, a metà mese, e le None, nove giorni prima. Ma forse c’erano altri “richiami”, come scadenze, rinnovo di contratti, o far memoria dei tempi dell’attività agricola. Il tutto serviva a dare ufficialità all’avvio del nuovo mese, onde evitare che si creasse confusione nel popolo.
 
Kalendae – lo dico per chi ha dimestichezza col latino – è un gerundivo e significa: [le feste] “che devono essere proclamate”.
 
Quanto al nome dei mesi abbiamo già detto che è un aggettivo: all’origine un numerale. E, quasi sempre, era accompagnato dal sostantivo “mensis”. Quelli che oggi non sono indicati col numerale hanno preso, nel tempo, il loro nome, originato da feste, divinità, o personaggi storici.
 
Gennaio: Ianuarius da Ianus (il dio Giano) o da ianua (porta), in quanto è l’inizio.
Febbraio: februarius da februa (purificazione), festa religiosa.
Marzo: Martius da Mars (il dio Marte).
Aprile: Aprilis da aperio (aprire: aperto, soleggiato).
Maggio: Maius da Maia (la dea Maia).
Giugno: Iunius da Iuno (la dea Giunone).
Luglio: Iulius da Giulio (Cesare).
Augusto: Augustus da Augusto (Cesare Ottaviano).
 
Settembre da September; Ottobre da October; Novembre da November; Dicembre da December, restano il ricordo di quando l’anno contava dieci mesi… e forse attendono dei personaggi benemeriti a cui essere dedicati.

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