Bangui, capitale  della Repubblica centroafricana, uno dei Paesi più martoriati dalla povertà e dalla guerra civile, è divenuta la capitale spirituale del mondo: Papa Francesco ha aperto lì, lontano da Roma, la Porta santa della Cattedrale, dando il via al Giubileo della Misericordia.  
É la prima volta nella storia,  che un Giubileo venga aperto in una sede diversa da quella del Vaticano, segno potente  della profonda attenzione del  Pontefice per le periferie. Ma  ogni diocesi del mondo avrà la possibilità di aprire una propria Porta Santa. Succederà domenica 13 dicembre per un evento che si vuole davvero globale.
 
Martedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, in una Roma blindatissima per la minaccia terroristica con misure anti droni e no fly zone, il Papa ha dato il via alle celebrazioni in San Pietro con la consueta formula “Aperite mihi portas Iustitiae”, “Apritemi le porte della giustizia”, varcando poi la Porta di bronzo seguito da cardinali e vescovi in processione fino alla tomba di Pietro mentre la Basilica si illuminava di fantastiche luci. Dopo di lui, il Papa emerito Benedetto XVI e 200.000 pellegrini.
 
Fino al 20 novembre 2016, data di chiusura del Giubileo, ci saranno momenti di festa e grandi raduni, come quello dedicato ai ragazzi dai 13 ai 16 anni il 24 aprile 2016, l’Incontro con gli ammalati di tutto il mondo (12 giugno 2016), l’Incontro con il Volontariato (4 settembre 2016).  
Più che di celebrazioni sarà un Giubileo di segni: gesti privati, ma significativi, il Papa ne compirà uno ogni venerdì. A cominciare dal 18 dicembre quando aprirà la porta della Misericordia all’Ostello Don Luigi di Liegro della Caritas, in Piazza San Pietro, dove verrà recitato ininterrottamente il Rosario.
 
In una lettera inviata a monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, il Papa focalizza i punti più importanti dell’evento che sta vivendo la Comunità cattolica in tutto il mondo. 
Per ottenere l’Indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa aperta in ogni cattedrale o nelle Chiese stabilite dal vescovo diocesano e nelle 4 Basiliche papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione. Importante: “Questo momento – ha invitato a fare il Papa – sia unito al sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione dell’Eucarestia con una riflessione sulla Misericordia accompagnando le celebrazioni con la professione di fede e la preghiera per il Papa”.  
Per l’anno giubilare, i sacerdoti avranno facoltà di assolvere dal peccato di aborto anche le donne che si dimostrano sinceramente pentite. L’indulgenza giubilare  vale anche per i defunti pregando che vengano liberati da “ogni residuo di colpa”.
 
Nella Chiesa romana che Papa Francesco sta lentamente restaurando, la Porta Santa del Giubileo della Misericordia può essere anche quella del carcere che si chiude alle spalle dei detenuti. E chi è ammalato o immobile in un letto d’ospedale può ottenere l’indulgenza promessa dalla Chiesa “ricevendo la comunione o partecipando alla Santa Messa e alla preghiera comunitaria attraverso  i vari mezzi di comunicazione”.   
Perché bisogna essere “misericordiosi come il Padre”. É il motto del Giubileo, ispirato dal Vangelo di Luca mentre il logo, creato dal padre gesuita Marko Rupnik, rappresenta  Gesù che sostiene l’uomo. 
 
Misericordia, grazia, tenerezza diventano le parole chiave che daranno corpo e senso alle celebrazioni del nuovo Anno Santo  sotto il segno del perdono e della riconciliazione. La tradizione del Giubileo, tra i momenti più alti e significativi nella vita della Chiesa, iniziata nel 1300 da Bonifacio VIII, è divenuta nello spirito dei cattolici un’opportunità per approfondire la fede e vivere con rinnovato impegno la testimonianza cristiana. 
Finora gli Anni Santi ordinari sono stati 26, l’ultimo è stato il Giubileo del 2000, quelli straordinari, indetti in momenti di grande bisogno di unione e fratellanza universale, sono stati 5, il primo fu nel 1585 per l’elezione di  Sisto V. Papa Francesco, con l’indizione del Giubileo straordinario, ha inteso porre al centro dell’attenzione non il Dio giudicante dell’Apocalisse, ma il Dio misericordioso del Vangelo di Luca: “Dio perdona tutto e perdona tutti”, come non si stanca di ricordare nelle sue quotidiane omelie. La Misericordia un tema molto caro all’attuale Pontefice nel cui motto già da vescovo si leggeva: “Miserando atque eligendo” ovvero “guardò con Misericordia e scelse”.  
 
Perché oggi un Giubileo della Misericordia? “Perché la Chiesa – ha spiegato il Papa – in questo momento di cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni  della presenza e della vicinanza di Dio, a ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato, per diventare noi, pure, testimoni di Misericordia, perché questo è il tempo della Misericordia, per offrire a tutti la via del perdono e della riconciliazione”. 
La Bolla di indizione  del Giubileo  è stata pubblicata il 12 aprile, domenica della Divina Misericordia, festa istituita da Papa Giovanni Paolo II e celebrata la prima domenica dopo Pasqua.  Le date sono fortemente simboliche: l’apertura avviene nel 50° anno della  chiusura del Concilio Vaticano II (1965), perripercorrere la linea ideale perseguita dalla Chiesa mezzo secolo fa, con una rinnovata attenzione per gli ultimi, evocata già da Papa Roncalli prima del Concilio. Un tema forte che, assieme al dialogo interreligioso e al rapporto con il mondo contemporaneo, Papa Bergoglio ha messo al centro del suo Pontificato. 
L’annuncio è stato dato due anni dall’elezione pontificia.
 

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