La prima volta non si scorda mai. Era il 1988 e quella con Bobby Brown era la prima tournée di Alex Alessandroni Jr. E anche in quell’occasione Alex era alla tastiera. “Eravamo a Boston – racconta –, la città di Bobby, davanti a ventimila persone. Mi stavo ancora preparando. Era l’ultimo soundcheck. Poi il segnale, le luci si abbassano ed esplode un boato come quando Francesco Totti segna un goal all’Olimpico. Dovevo iniziare anch’io, ma in quel momento non me l’aspettavo. Ricordo solo la pelle d’oca e il sudore freddo. E ancora adesso, se ci penso, mi vengono i brividi. Mi buttai sui tasti, ma ci misi almeno 45 secondi per capire dove fossi e prendere il ritmo”. Era solo l’inizio di una carriera che sarebbe poi stata semplicemente pazzesca. “Al tempo il mio sogno era fare una tournée”. E in 27 anni di lavoro nel mondo della musica, Alessandroni ne ha portate a casa 46.
 
Figlio d’arte – Alessandro Alessandroni Sr. è stato il fischio più famoso del West, con partecipazioni “sonore” in più di 350 spaghetti western, tra cui la Trilogia del Dollaro di Sergio Leone –, Alessandroni Jr. dice di non aver mai sentito la pressione paterna. “E – aggiunge – non ne ho mai neanche beneficiato. Mio padre mi ha sempre insegnato l’etica del lavoro, e non ha mai alzato il telefono per farmi avere un posto. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto con le mie forze. Quello che ho imparato dai miei genitori e che insegno alle mie figlie (una di nove e una di quindici anni) è semplice: nella vita bisogna essere indipendenti e creativi”. Ovviamente, però, quando si ha a che fare con la musica fin da bambini e con un talento puro come quello di Alessandroni Sr., il cammino di un figlio ne rimane segnato. “I miei genitori lavoravano spesso fino a tardi – racconta – per cui anch’io li seguivo nei vari studi di registrazione, dove ho conosciuto i grandi: Ennio Morricone, Fellini. Mio padre lavorava duramente, era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. La sua influenza e il suo esempio sono stati sicuramente molto importanti. È un talento raro, di quelli che possono fare musica anche solo con una tazza e un cucchiaio”.
 
Background classico quello di Alessandroni Jr: a Roma, da bambino, iniziò a suonare il pianoforte, mentre a 18 anni si diplomò al Conservatorio. Ma intanto erano emerse le influenze e i gusti rock e blues, con Led Zeppelin e James Brown in testa a tutti. «Dopo il conservatorio – continua – iniziai a lavorare (arrangiamenti e piano bar) e a mantenermi autonomamente. Partii per gli Stati Uniti a 23 anni». Direzione, guarda caso, Boston, per frequentare il Berklee College of Music. Gli bastò un semestre per ottenere una borsa di studio e continuare gli studi nell’istituto del Massachusetts fino al 1988. Poi l’incontro, a Los Angeles, che ne determinò il futuro successo. «A casa del direttore musicale di Lionel Richie incontrai Bobby Brown. Mi misi a suonare la tastiera e mi notò dopo pochi minuti». A distanza di pochi mesi Alessandroni era con Brown sul palco del Jim Henson Studios (originariamente conosciuto come il Charlie Chaplin Studios, fondato dal re del cinema muto nel 1917) a registrare il suo primo video. Da allora, nonostante la base logistica a Los Angeles, Alessandroni ha fatto il giro del mondo in 46 tournée.
 
Contemporaneamente a Brown, ha lavorato con After 7, poi con S.W.V, Chante Moore e Teena Marie, senza dimenticare i lavori in studio con Whitney Houston, Faith Evans, Toni Braxton, Warren Cuccurullo, Don Felder. Dal ’99 in avanti ecco i grandi nomi del pop mondiale: Christina Aguilera (da Genie in a Bottle del ’99 a What a Girl Wants del 2001), Pink (5 tour dal 2001 al 2006), Nelly Furtado (2001 e 2002). Natalie Cole, Babyface e Mike Patton i più recenti.
 
Il lavoro di Alessandroni Jr. ha influenzato anche gli album degli artisti italiani più conosciuti, come Jovanotti e Vasco Rossi. Proprio con Jovanotti, con il quale collabora dal 2007, il tastierista romano ha lavorato nel novembre dello scorso anno a diversi brani poi inseriti nell’ultimo album Lorenzo 2015 CC. “Jovanotti – racconta Alessandroni – più di altri ha saputo sviluppare e fare suo il concetto di jam session, cioè partire da un suono e poi improvvisare seguendo il proprio feeling. Una caratteristica che, in un mondo della musica (pop) generalmente meccanizzato ed estremamente programmato, amo in modo particolare perché è quello con cui sono cresciuto”. E proprio Jovanotti, con una foto su Instagram aveva annunciato così la partecipazione di Alessandroni al suo album: “con Alex Alessandroni Jr., uno dei pianisti-tastieristi più bravi al mondo”.
 

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