Il via libera è arrivato da Bruxelles: dal 2014 l’origine dell’olio d’oliva sarà riportata in etichetta al centro del campo visivo, con caratteri di mezzo centimetro, anzichè in piccolo sul retro della bottiglia. 
 
Dopo il voto “neutro” di inizio anno sulla cosiddetta legge “salva-olio”, la Commissione Europea si è pronunciata positivamente in seguito all’accettazione da parte del Wto della proposta di modificazione del regolamento europeo sull’olio d’oliva nelle parti relative alla commercializzazione e all’etichettatura. 
 
Le nuove misure dovranno essere pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue entro la metà di giugno ed entrare in vigore dal primo gennaio prossimo. Questo provvedimento è stato sostenuto con forza da Coldiretti e dalla Confederazione italiana agricoltori, secondo le quali si tratterebbe di “un passo avanti verso la tutela della qualità”. 
 Un terzo di tutto l’olio d’oliva italiano per l’export vola negli Stati Uniti

 Un terzo di tutto l’olio d’oliva italiano per l’export vola negli Stati Uniti

 
La legge salva-olio rientra nel piano strategico presentato dal commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos per rilanciare il settore olivicolo e migliorarne la competività.
 
 Con le nuove regole i consumatori verranno sempre più tutelati dalle frodi: non solo si potrà capire in modo più semplice la provenienza del prodotto ma si prevede anche l’obbligo per i ristoranti di utilizzare bottiglie di olio d’oliva munite di un sistema di protezione concepito per impedirne il riutilizzo una volta che il prodotto a cui si riferisce l’etichetta è terminato.    
 
Come ha sottolineato Nunzia de Girolamo, il neoministro alle Politiche agricole, “i consumatori meritano di sapere quello che mangiano e quello che acquistano”. La richiesta di una maggiore trasparenza sulle informazioni delle etichette degli oli, nasce dalla difficoltà a distingure i prodotti italiani da quelli stranieri spacciati per tali. Difendere le etichette nazionali interessa in particolar modo all’Italia in quanto gli oli extra-vergini estratti nello Stivale sono considerati tra i migliori al mondo. 
 
Stando ai risultati dell’International olive oil competition di New York dello scorso aprile, il contest internazionale dedicato all’”oro verde”, l’Italia, secondo produttore mondiale (600.000 tonnellate all’anno) è stato il Paese più premiato con ben 19 oli ad alto punteggio (voto 9.0 o superiore). La Spagna, il maggior produttore del pianeta (1 milione di tonnellate all’anno), ne aveva sei. 
 
La maggior parte dei nostri oli provengono dalla Puglia (primo produttore), dalla Calabria e dalla Sicilia per le caratteristiche stesse della pianta che necessita di un clima mite. La produzione è in aumento anche in zone del nord a microclima più temperato come la Liguria. 
 
Il primo mercato di riferimento del nostro prodotto sono gli Stati Uniti. Il Consorzio Olivicolo Ita-liano Unaprol, a cui aderiscono 550mila produttori, ha comunicato che nel 2012 l’Italia ha esportato negli Usa 133 mila tonnellate di olio vergine di oliva per un valore di 403 milioni di euro su un totale di circa 1,3 miliardi di euro di export in tutto il mondo. 
Vale a dire che un terzo di tutto l’export di olio extra vergine di oliva “made in Italy” vola verso l’America. 
 
Sempre nel 2012 l’export è cresciuto del 5,3% in quantità e del 4% in valore. 
A dominare la scena del mercato americano, precisa l’Unaprol, sono essenzialmente i Paesi del bacino del Mediterraneo. Cinque stati controllano oltre il 92% del mercato Usa: Italia (61,24%), Spagna (17,44%), Tunisia (6,99%), Turchia (4,44%) e Grecia (2,62%).
 
 Se gli Stati Uniti d’America sono il primo mercato di riferimento per il nostro prodotto, lo sono anche per il mercato del falso made in Italy agroalimentare che vale oltre 4 miliardi di dollari. 
 
Questi dati aiutano a sfatare il luogo comune sulle abitudini culinarie americane orientate verso l’esclusivo utilizzo di burro o altri tipi di grassi da cucina e ci fanno capire, inoltre, quanto sia necessaria  l’esigenza di  un’adeguata comunicazione delle diverse qualità dei prodotti per agevolare un consumo consapevole al sempre più vasto numero di consumatori nel mondo. 

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