Come un alpino. E’ stato festeggiato con tutti gli onori, Iroso, l’ultimo mulo in vita che ha prestato servizio nell’Esercito Italiano nel corpo degli Alpini e nell’ormai disciolta Brigata Cadore. I festeggiamenti per i suoi 40 anni record (equivalenti a 140 anni di un essere umano), si sono tenuti ad Anzano, frazione di Cappella Maggiore (Treviso), con un brindisi a base di vin brulé (vino rosso scaldato con spezie) per poi passare alla celebrazione della messa seguita dalla benedizione del quadrupede classe 1979 e matricola 212, come mostra uno degli zoccoli. Poi per tutti i presenti, compreso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è arrivato il ‘rancio’: pentoloni di pastasciutta e cori alpini in stile adunata.

Iroso è l’ultimo dei tantissimi muli che hanno servito l’Esercito italiano. Venivano suddivisi in classi a seconda delle caratteristiche fisiche: altezza al garrese, forza fisica, resistenza e di conseguenza destinati al trasporto di armi e munizioni, in particolare al trasporto dei pezzi d’artiglieria o venivano usati dalla fanteria alpina per il trasporto di tende, munizioni e approvvigionamenti.

Il binomio mulo-alpino ha la stessa origine del Corpo degli Alpini e vista la sua grande utilità già nel 1888 il numero dei muli in servizio aumentò. La vera simbiosi iniziò durante la Grande Guerra. I muli erano l’unico mezzo di trasporto attraverso i difficili sentieri delle montagne che furono teatro di combattimento. Non è per caso che tali sentieri continuino oggi ad essere chiamati mulattiere.
Da un calcolo fatto durante la Seconda Guerra Mondiale ne risultavano presenti, a fianco degli alpini,  circa 520.000 unità.

Nei primi anni ‘90 le cinque Brigate Alpine (Julia, Taurinense, Cadore, Orobica e Tridentina) ne avevano al servizio ancora 700 ma per costi onerosi del loro mantenimento, ne fu stabilito il congedo e la sostituzione con mezzi meccanici.
Iroso fu acquistato allora, nel 1993, e salvato dal macello dall’ex alpino Antonio De Luca che lo comprò per un milione e 250mila lire ad un’asta che vendeva gli ultimi 24 muli del Comando brigata alpina Cadore.


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