Non esistono al mondo due culture che si siano perfettamente fuse e confuse l’una con l’altra come quella italiana e greca. Il “traffico” di merci, storia e arte avvenuto in quella parte del Mediterraneo si è protratto per secoli. Basti pensare che ancora oggi, in alcuni dialetti, come per esempio quello pugliese o siciliano, alcune parole provengono direttamente dal greco antico (in alcune zone del Salento addirittura alcune persone parlano ancora il “grico”).

Ecco allora che il confine tra le due culture non è più tanto visibile. Accade così che una visita alla mostra “Sicily: Art and Invention between Greece and Rome” alla Getty Villa di Malibu e una lezione di cucina all’Italian Cultural Institute a Westwood si uniscono in un’opportunità unica per immergersi nell’antico mondo greco-romano. Chi di voi ha visitato questa magnifica proprietà su quelle che vengono annoverate tra le più belle coste al mondo, sa che probabilmente non esiste una location migliore per ospitare opere greche del 400 A.C.

 Alcuni dei piatti preparati dal gruppo nella cucina dell’IIC

 Alcuni dei piatti preparati dal gruppo nella cucina dell’IIC

Dal chiostro con la fontana alle colonne, tutto riconduce ad un’epoca classica. La mostra, in esposizione fino al 19 agosto, ospita alcuni tra i migliori esempi al mondo dell’arte della Grecia antica, dall’Auriga di Mozia, ai vasi dipinti, alle statuette votive, ai tesori in argento e oro, fino alle monete. Immagino che a questo punto vi starete chiedendo cosa c’entra una lezione di cucina con tutto questo… bene, gli antichi greci avranno pur dovuto mangiare qualcosa, no? Proprio così; a fare da cicerone ci ha pensato Nancy Real, che lungo il percorso della mostra alla Villa ha illustrato le opere e raccontato divertenti aneddoti, per poi insegnare ai partecipanti a preparare delle portate tipiche dell’epoca classica nei locali dell’IIC.

“The Epicurean Lifestyles of Ancient Sicily” il titolo della cooking class che, come solo un buon vino sa fare, si è abbinata perfettamente alla mostra. Il menù? Pesce spada con prezzemolo e limone, insalata di carciofini, olive e cipolle, calamari ripieni con spinaci, ricotta e miele, focaccia con anice, noci e uvetta, polpette di maiale con prezzemolo, struffoli, insalata di frutta, bulgur con prugne secche e prezzemolo… e ovviamente del buon vino. Adesso provate ad immaginare sedici persone, tutte all’opera nella cucina che tutti vorrebbero avere. Pochi italiani, ma molti appassionati di cultura e tradizione italiana. Nancy, ”The Chef in Chief”, ha già predisposto tutto, gli ingredienti sono sull’isola, le postazioni sono divise e ognuno ha una ricetta diversa da preparare.

E così dopo alcune brevi istruzioni, piatti, pentole, misurini, coltelli, scodelle, griglie e friggitrici iniziano subito a lavorare. C’è chi si diletta a farcire i calamari, chi a condire l’insalata, chi a impastare la focaccia (e sì, chiedo ufficialmente perdono per la mia… immangiabile!), chi mescola la ricotta con il miele e allora ecco che la Sicilia non è mai stata così vicina a Los Angeles. Alcuni dei presenti hanno già partecipato ai corsi di Nancy; una di loro, in un momento di pura allegria dice “I miei nonni erano italiani, sono passati secoli ma io amo questo Istituto e il corso di cucina è fantastico, è un modo per riscoprire le mie origini”.

Ma, oltre al divertimento, alla compagnia e alla “mangiata” (ovviamente tutte le portate “sold out”), è interessante vedere come arte e cucina si sposino alla perfezione. Anche quando qualcosa sembra lontano, vecchio e distante, c’è sempre un momento nella vita che la riporta indietro, magari sotto un’altra forma, con un altro nome. Ma la continuità e l’importanza che la cultura greco-romana ha avuto nel mondo sono incommensurabili. Il patrimonio di cui oggi l’intera umanità può godere è senza prezzo e senza tempo. E il cibo, le ricette antiche, non fanno altro che farci riscoprire le nostre radici, quelle autentiche quando anche mangiare non solo era un arte, ma anche un dono degli dei, di quella dea Demetra che tanta abbondanza e fertilità ha regalato alla Sicilia e che oggi, purtroppo, si fatica a mantenere.


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