Dopo 9 giornate di Serie A, gli equilibri del torneo cominciano a delinearsi. Ecco una rapida panoramica delle squadre impegnate nella lotta per il titolo.
 
JUVE DA BATTERE. La Juventus sembra essere ancora la squadra da battere. Nel vero senso della parola, visto che è dal maggio 2011 che non incappa in una sconfitta in Serie A. Gli uomini di Conte hanno tutto quello che serve per primeggiare anche in una competizione equilibrata e poco qualitativa come quella di quest’anno: giocano a memoria, con un’ampia predilezione per la copertura difensiva. E fanno della forza fisica il loro marchio di fabbrica. Nell’ultimo periodo (complice la Champions), però, la Juventus sta accusando qualche fatica in più: quando il gioco latita, si sente la mancanza del top player d’attacco, che in organico non c’è.
 
IL SALTO DI QUALITÀ DEL NAPOLI. Come organico e amalgama, il Napoli di Mazzarri, è sulla carta, la seconda forza del Campionato. Una squadra rodata e con alternative all’11 titolare di tutto rispetto. Senza più l’affanno della Champions League. La sensazione, però, è che gli azzurri non abbiano ancora compiuto il salto di qualità definitivo, che li renda in grado di vincere scontri diretti e big match. Limite notevole, in un torneo equilibrato come quello di quest’ anno.
 
LA CRESCITA DELL’INTER. Dopo qualche giornata di assestamento, l’Inter sembra aver trovato il giusto equilibrio e, soprattutto, un’identità. La rosa a disposizione di Stramaccioni è tra le più ricche del torneo: estrosa in attacco, rocciosa in mediana e con molte alternative in difesa. 
Raggiunte delle certezze proprio nella retroguardia (attraverso l’utilizzo di un reparto a 3), i nerazzurri hanno potuto ‘scatenare’ la propria qualità offensiva, risalendo la china e portandosi a -4 dalla vetta. 
A dispetto della propria forza, però, i nerazzurri fanno sempre un po’ troppa fatica a imporre il loro gioco. Alla lunga questa situazione potrebbe logorare.
 
IL BEL GIOCO DELLA LAZIO. Accolto con scetticismo, Petkovic si sta dimostrando allenatore preparato. 
La sua Lazio si è inserita con stabilità nelle zone alte della classifica. E lo ha fatto principalmente attraverso il bel gioco. 
Un risultato di tutto rispetto. Il segreto dei biancocelesti è il centrocampo di pura qualità, che consente alla squadra di imporre i ritmi della partita e di fare possesso palla con continuità. 
Il problema principale potrebbe essere rappresentato da una certa mancanza di alternative: se si ferma un titolare sono dolori.
 
RIVOLUZIONE VIOLA. Il progetto della Fiorentina è stato rivoluzionario: allenatore giovane e nuovo e mercato vorticoso. L’idea era quella di porre le basi di un percorso pluriennale, volto alla qualità. 
In realtà le cose si sono sistemate piuttosto velocemente: i viola forse non saranno pronti per la lotta per il titolo, ma si giocheranno certamente l’Europa. Montella mette in campo una squadra molto talentuosa, cercando di imporre sempre il gioco. 
Però certi automatismi sono ancora da oliare e, soprattutto, c’è la sensazione che la Fiorentina sia ancora troppo ‘Jovetic-dipendente’.

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