Il comparatico, fiume Liri, Abruzzo, Tradizione italiana, cultura italiana, italian heritage
La processione per le celebrazioni di San Giovanni Battista
Sin dalla prima diffusione del  Cristianesimo in Abruzzo, le nostre genti sono state pervase da un intenso fervore religioso e da una fede strettamente legata agli elementi naturali. Tra questi  spicca l’acqua che, sin dalla prima presenza dell’uomo, è stata uno dei fattori che hanno ritmato gli spostamenti dei nomadi e la scelta del luogo per accampamenti  e villaggi.
 
ACQUE  DI  SAN  FRANCO
Lungo la panoramica strada che collega Assergi con il Passo delle Capannelle, accanto a una piccola chiesa, inizia il sentiero che porta alla sorgente di San Franco. Protetta da una cappella costruita in tempi più recenti, secondo la leggenda questa fonte venne fatta scaturire dal monaco eremita nel secolo XIII;                          egli  aveva  scelto le grotte  del versante occidentale del Gran Sasso quale luogo del suo ritiro ascetico, come testimonia ancora il nome di monte San Franco.    
 Accanto alla chiesetta montana inizia il sentiero che porta alla sorgente miracolosa di San Franco 

 Accanto alla chiesetta montana inizia il sentiero che porta alla sorgente miracolosa di San Franco 

            

Le leggende popolari legano le sue gesta alle vicende del mondo agricolo e dei pastori, e parlano di montoni resuscitati e lupi ammansiti, ma più di tutto della sua capacità di far scaturire acqua sorgiva dalla roccia, elemento indispensabile alla sopravvivenza del bestiame  e dei pastori. Il 5 giugno, festa di San Franco, tantissimi  pellegrini affrontano il pendio della montagna per raggiungere la sorgente e bagnarsi con quell’acqua ritenuta taumaturgica, in grado cioè di guarire malattie.
 
I pellegrini compiono abluzioni rituali perché il campo specifico di applicazione di quest’acqua è la cura delle malattie della pelle, anche se non mancano testimonianze di antichi riti riguardanti l’incubatio e lo strofinamento sulla pietra (G. Pansa, Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo, 1924). I pellegrini riempiono bottiglie e taniche per riportare a casa l’acqua miracolosa in caso di necessità futura o come dono per amici e parenti  che non hanno potuto  prendere parte al pellegrinaggio.
 Durante il rito del comparatico, si stringono i mignoli e si recita “Cumpare i cummare damuce la mano, la mano ce lla demo i cumpari nu saremo!” 

 Durante il rito del comparatico, si stringono i mignoli e si recita “Cumpare i cummare damuce la mano, la mano ce lla demo i cumpari nu saremo!” 

 
BISEGNA 
Una festa molto sentita è quella di san Giovanni, che ricorre il 24 giugno, giorno in cui è d’uso bagnarsi in segno di protezione.  A Bisegna, piccolo centro della valle del Giovenco, i pellegrini si recano in processione  nella chiesa di San Giovanni, nella Valle del Giovenco, a circa quattro chilometri dal paese. L’area è ricca di reperti archeologici che fanno presumere l’esistenza di antichi templi pagani. Vicino alla chiesa vi è una grotta naturale scavata nella roccia nella quale si pensa abbia dimorato un’eremita o, addirittura, il santo. 
 
Oggi questa grotta è visitata da fedeli e pellegrini che vi depositano semplici ex voto davanti ad una piccola statua del santo.
 
Nei pressi della chiesa vi è una bella fontana  in  pietra  costruita  alla fine del 1700 ed alimentata da  una  sorgente che, nei giorni della festa, abbonda di un’acqua ritenuta miracolosa e che viene utilizzata dai fedeli sia per bagnarsi il corpo, per proteggerlo dalle malattie delle pelle, sia per compiere il rito del “comparatico”: un patto di reciproco aiuto fra due persone che si realizza lavandosi con l’acqua di san Giovanni.
 
Con i piedi immersi nell’acqua del fiume Liri, ragazze e ragazzi stringono i legami di comparatico che li legano con una forma di parentela magica e indissolubile nel nome di San Giovanni Battista. Si stringono i mignoli  delle mani e dondolando le  braccia si recita: “Cumpare i cummare damuce la mano, la mano ce lla demo i cumpari nu saremo! Il legame diviene sacro e inviolabile per tutta la vita.
 
 Anche nella Valle Roveto, Civitella Roveto, Canistro, Balsorano e Capistrello, centinaia di persone assistono al rito e costituiscono parte integrante del “bagno” di purificazione, nella credenza popolare che la festa del solstizio d’estate il 24 giugno, San Giovanni Battista durante la notte scopra, i miti non estinti: il matrimonio del  Sole con la Luna che viene  fecondata; la rugiada sacra sull’erba  ricercata  dalle  spose che vogliono i figli.
 
E a mezzanotte, la gente si raccoglie lungo le sponde del fiume, i giovani nudi si immergono nel fiume Liri e stringono i comparatici: inizia così il battesimo collettivo per ricordare il battesimo di Cristo nel Giordano. La gente si bagna il corpo, entra nel letto del fiume ghiaioso, si segna con la croce la fronte, raccoglie l’acqua che conserverà per tutto l’anno  anche per preparare il lievito. 
Questo rito di purificazione, ma anche di protezione dalle malattie, va avanti fino all’alba quando i primi raggi del sole calano sul fiume Liri.
 

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