In fondo è andata come sperava, come aveva preannunciato ai suoi delfini, quelli che mai, in questi vent’anni, lo hanno abbandonato. In verità, qualcuno ha mollato gli ormeggi, dopo il clamoroso sfratto sancito pure da Alfano, Schifani e Lorenzin. Silvio Berlusconi ha registrato la fuga pure dell’ex, fidatissimo suo portavoce Bonaiuti, anch’esso accasatosi nella casa dei moderati del Nuovo Centro Destra, costola nata da Forza Italia.
 
Gli altri sono rimasti, non meditano contestazioni o addii frettolosi. E così Berlusconi – appuntata la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che l’ha assegnato, una volta a settimana, ad assistere gli anziani di una struttura di Cesano Boscone, a corredo della condanna a quattro anni per frode fiscale, già passata in giudicato – torna ad affilare le armi.
 
La misura inflittiva, infatti, non limiterà la sua voglia (grande) di fare campagna elettorale in vista della tornata per le Europee e per le Amministrative, programmate nell’ultima settimana di maggio. Berlusconi dovrà rincasare ogni giorno alle 23, non potrà lasciare la Lombardia, ma è autorizzato a raggiungere Roma – dove ha recentemente eletto il proprio domicilio – dal martedì al giovedì.
 
Semplificando: tornerà a frequentare i palazzi della politica, a sfogliare la lista dei potenziali candidati forzisti per lo scranno di Bruxelles, provando – soprattutto – a ridare linfa vitale a un movimento (Forza Italia) che, privato di molte sue anime, immalinconito da divorzi eccellenti, rischiava davvero di arrivare al capolinea della sua avventura, senza più incidere compiutamente.
 
Riecco, Berlusconi, invece, asserragliato nel suo fortino, in quello che, mica tanto tempo fa, veniva etichettato come “cerchio magico”. Ora molti interpreti di quel sodalizio hanno preso altre strade, lasciando Silvio solo. Ma il califfo non molla e, con baldanza, l’ha pure esternato. Forza Italia accreditata di meno del venti per cento dei consensi dai sondaggisti, in vista delle Europee? Tranquilli – ha tuonato Berlusconi – se torno in sella, facendo nuovamente campagna elettorale, potremmo facilmente risalire al trenta per cento.
 
Che poi, se davvero riuscisse ad acciuffare in rimonta una simile soglia, significherebbe attestarsi al mozzo del Partito Democratico, oggi accreditato di un trentadue/trentatré per cento dei gradimenti. Sarebbe, oggettivamente, viste le premesse, una sorta di miracolo, un altro che compirebbe Silvio, per nulla appassito dagli anni che passano e dal pressing dei magistrati.
 
Orgoglioso come pochi, Berlusconi ha in animo di tornare prepotentemente in mischia, in sella a un partito che, senza il suo fattivo apporto, ha dimostrato falle e carenze, incapace di esprimere una risorsa della stessa pasta combattiva dell’ex, pluri Premier.
 
Berlusconi incontra Renzi, rinsalda il patto con l’Esecutivo per le riforme. ma lancia nuovamente il guanto di sfida. Mai come stavolta sarà il responso delle urne – si voterà anche per le Amministrative, con importanti Regioni come Piemonte e Abruzzo in attesa di conoscere il loro nuovo Governo – a sancire la sua fine o la sua (ennesima) resurrezione. Saranno gli elettori (nonostante la previsione che vede il fronte dell’astensione attestato sul trenta per cento) a decretare se Berlusconi sia il passato o, ancora, il futuro. Ecco perché l’attesa è tanta.
 

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