Lo splendido scenario del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga ha accolto la VI edizione del Premio “La Valigia di Cartone” dedicata a italiani che hanno dato lustro, con la loro operosità, alle Comunità che li hanno accolto nel Mondo.

La manifestazione promossa dall’Amministrazione Comunale di Castel del Monte (splendido borgo situato  nella parte meridionale del massiccio del  Gran Sasso, in posizione panoramica sulla Valle del fiume Tirino), ha assegnato  i riconoscimenti a chi “ha saputo offrire un contributo alla valorizzazione e alla riscoperta dell’italianità nel Mondo” alla   presenza del Sindaco di Castel del Monte Luciano Mucciante, dell’Assessore Caterina Bernardoni e di Geremia Mancini, coordinatore dell’evento.

La “Valigia di Cartone” 2017 (in ricordo del bagaglio povero utilizzato dalla stragrande maggioranza degli emigranti in partenza nel secondo dopoguerra) è andato al professor Marcello Maviglia, psichiatra ad Albuquerque e autore di una ricerca sul trauma storico subito dai Nativi americani, a Vincent Scarza, nato a Philadelphia e regista e produttore di programmi televisivi (molti ricorderanno il primo concerto globale LIVE AID for Africa) , opere teatrali (soprattutto nell’ambito della lirica) e in ambito cinematografico, a Veronica Pace – regista ed autrice de “I Love Litaglia”-, al pittore Gino Berardi, al giornalista Maurizio Di Fazio (L’Espresso) e agli autori del libro ”Abruzzo Stars&Stripes” (Generoso D’Agnese, Geremia D’Agnese, Dom Serafini) incentrato sulle radici dell’emigrazione abruzzese negli Stati Uniti. Mario Daniele, console onorario italiano a Rochester (New York) e imprenditore affermato nel campo della ristorazione e delle costruzioni, ha portato il saluto della comunità italo-americana a una platea che ha ascoltato con grande attenzione gli interventi dei premiati. Il premio “La Valigia di Cartone”, giunto alla sesta edizione, si è saputo infatti guadagnare un importante spazio nell’alveo delle iniziative culturali dedicate agli italiani nel Mondo grazie anche all’infaticabile impegno di Geremia Mancini, presidente onorario dell’Associazione Ambasciatori della Fame, che da anni si batte per il recupero della memoria del lavoro italiano nel Mondo.

L’edizione 2017 ha visto in Marcello Maviglia una delle punte di diamante del premio. A Castel del Monte, il professore nato ad Avezzano e residente ad Albuquerque in Nuovo Messico, ha visto riconosciute le sue straordinarie capacità di luminare della psichiatria arricchita dalla passione per la ricerca sul campo e incentrata sul trauma storico subito dai Nativi Americani. L’estate 2017 ha visto però Maviglia protagonista anche nel cuore del Parco Nazionale della Majella: nel piccolo borgo di Abbateggio da 20 anni si svolge infatti il Premio Parco Majella, incentrato sugli scrittori che dedicano il loro talento all’Ambiente e alla salvaguardia della Natura. In tale ambito, il professore Maviglia ha ottenuto il premio speciale conferito dall’associazione Alle Falde della Majella, per il suo articolo  “Il trattamento del trauma Storico tramite attivismo ecologico e pratiche culturali” pubblicato dalla Rivista psychiatryonline. 

Due importantissimi riconoscimenti scientifico-culturali per un medico che da molti anni ha deciso di dividere il suo tempo tra  impegno clinico e ricerche antropologiche. Marcello Maviglia si è laureato in medicina e ha deciso di specializzarsi in psichiatria presso la New York State University di Buffalo. Il suo percorso professionale lo ha portato a una nuova specializzazione in tossicodipendenze presso la Case Riserve University di Cleveland e, infine, al perfezionamento professionale in medicina forense e nella gestione della qualità del servizio sanitario. Il Master in Pubblic Health completa un quadro professionale che fa di Maviglia uno dei più autorevoli esperti americani nello studio del danno psicologico e fisico. Professore nel dipartimento di base presso l’Università del New Mexico, Marcello Maviglia lavora oggi ad Albuquerque presso il Molina Healthcare e a stretto contatto con il Center for Native American Health, condividendo i suoi studi sul trauma storico con un gruppo di ricercatori nativi americani. Sposatosi con Tassy Parker, sociologa nativa americana (Tassy appartiene alla nazione Seneca, una delle sei sorelle della confederazione irochese), Maviglia ha attinto proprio al ricco humus della storia nativa la propria ispirazione per il lavoro di ricerca. Il professore ha inoltre partecipato al progetto di ricerca nel campo della tossicodipendenza e a uno studio sulla Fas (Fetal Alcohol Sindrome) in collaborazione con il dipartimento di Alcologia, guidato da Mauro Ceccanti dell’Università La Sapienza di Roma. 


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