Il complesso monumentale della cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta di Siena (Ph© Jorisvo | Dreamstime.com)

Il Complesso monumentale del Duomo di Siena, fino al 21 novembre, ospita una mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426. Fu un principe della Chiesa e fu al centro della politica religiosa del suo tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese. Fra le opere appartenute all’insigne umanista e teologo si segnala la Madonna col Bambino, detta ‘del solletico’, di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, prestito generosamente concesso dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze.

Antonio Casini nacque, per via paterna, da una eminente famiglia di archiatri pontifici, mentre la madre era imparentata con la famiglia Colonna, la medesima di Martino V, il papa dal quale fu creato prete cardinale del titolo di San Marcello nel 1426. Come osserva lo storico dell’arte Antonio Paolucci, che ha offerto il suo prestigioso contributo alla realizzazione della mostra, “è ragionevole pensare che la Madonna del Solletico sia stata dipinta in quella occasione o poco dopo.

In quel dipinto si incontrano due destini. Da una parte il potente prelato, ricco e sagace protagonista del suo tempo, già vescovo di Siena che con la nomina cardinalizia tocca il culmine della sua fortuna politica. Dall’altra Masaccio, un giovanissimo artista che sta affermandosi faticosamente sulle piazze artistiche di Firenze e della Toscana. Due uomini, Masaccio e Antonio Casini, divisi da rango sociale e dal censo e tuttavia arrivati fino a noi grazie a un piccolo dipinto che racconta di una mamma che gioca con il suo bambino”.

L’opera in miniatura (misura solo 24,50 x 18,20 cm) che riporta lo stemma del cardinale stampato sul retro, è oggi riconosciuta come creazione di Masaccio ma il primo ad attribuirla al grande maestro del primo Rinascimento fu Roberto Longhi nel 1950, avvicinandola per stile a un’altra opera di committenza privata, il Desco da parto, dove pure è presente un bambino dai tratti paffuti e vivaci. La mano sarebbe evidente in ogni pennellata, nonostante la tela non rechi una firma e non siano giunti a noi documenti d’origine o di vendita, probabilmente in quanto commissione privata. Peraltro le dimensioni ridotte dovevano fare della piccola tavola un dipinto per la devozione privata.

La Madonna del Solletico fu “riscoperta” nel 1947 da Rodolfo Siviero che la riportò in Italia tra i capolavori trafugati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, esposta nella collezione Loeser a Palazzo Vecchio venne di nuovo rubata nel 1971 e ancora una volta ritrovata da Siviero due anni dopo. Dal 1988 è agli Uffizi. Deve il suo nome al gesto della Madonna che regge in braccio il Bambino in fasce e con la destra lo benedice alzando due dita, ma il movimento sembra solletico, far ridere il bambino tanto da fargli afferrare il polso della madre con le manine.

All’interno del Complesso del Duomo di Siena Casini ha lasciato un’eredità artistica significativa, come il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell’Opera, la copia del suo testamento nell’Archivio dell’Opera della Metropolitana o l’elegante pastorale con il Battesimo della Sala del Tesoro.

Questo straordinario manufatto, documentato negli inventari contemporanei, fu donato alla Cattedrale dal cardinal Casini quale insegna più significativa del suo mandato: “quando fu vescovo qui”. Il baculo, a imitazione di quello utilizzato dai pastori, simboleggia l’autorità episcopale e rinvia direttamente al Vangelo di San Giovanni nel quale Cristo è il buon pastore che guida il suo gregge. Corredano l’itinerario espositivo alcuni manoscritti fra i quali il Cerimoniale dei vescovi, miniato da Martino di Bartolomeo, concesso in prestito dalla Biblioteca Laurenziana di Firenze e il Messale romano della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena con carte decorate da un miniatore attivo a Siena intorno al 1428-30.

Ma il suo prezioso lascito non riguarda soltanto la città natale giacché Casini aprì percorsi di comunicazione tra Siena, Firenze, Grosseto, Roma, ecc., di cui recano testimonianza prestiti come la Madonna delle ciliegie del Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto. Nella città eterna, il cardinale dedicò le cure alla chiesa titolare di San Marcello al Corso e alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per la quale commissionò la grande pala dipinta su due lati, dove Masaccio e Masolino ebbero a confrontarsi. Nella medesima chiesa Casini predispose di essere sepolto, legando se stesso alla basilica esquilina in vita e dopo la morte sopraggiunta nel 1439.


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