L’orgoglio delle radici. Il riconoscimento delle positività espresse dagli italiani di ieri e di oggi. In un’intervista al Corriere della Sera, il sindaco di New York, Bill De Blasio è stato molto chiaro: “Sono americano, ma sono orgoglioso delle mie origini e spero di poter essere utile all’Italia. Sono radici preziose per tutti, che arricchiscono questa città tollerante e multietnica”.
 
E in questo contesto si inseriscono positivamente le comunità abruzzesi che hanno contribuito allo sviluppo degli Stati Uniti. Braccia robuste.
 
Caparbietà. Grandi intelligenze. Il merito riconosciuto. “Il segreto del successo  – sottolinea De Blasio – è valorizzare tutto, non avere paura di mostrare la tua identità, ma dare spazio anche alle altre. New York è una straordinaria confederazione di minoranze”. Le parole del sindaco, che è stato accolto calorosamente durante la sfilata del Columbus Day, hanno trovato riscontro nella recente decisione del Congresso degli Stati Uniti di conferire un riconoscimento speciale all’Orsogna Mutual Aid Society, in occasione del 75° anniversario della fondazione. 
  La prof. Maria Fosco, insignita di recente del Premio Joe Petrosino

  La prof. Maria Fosco, insignita di recente del Premio Joe Petrosino

 
Dal 1939 l’associazione compie un  serio lavoro “per aiutare gli immigrati e per far crescere la comunità italiana negli Stati Uniti”. 
 
E così  “Orsogna d’America” si fa amare e rispettare. E alle belle soddisfazioni fanno seguito anche i momenti di incontro e di festeggiamento con cene, canti e balli. E nella seconda metà di novembre arriva il coro folcloristico più antico d’Italia,”La Figlia di Jorio” di Orsogna, che da oltre 90 anni è la voce dell’Abruzzo nel mondo. Un tour di due settimane negli Stati Uniti, a partire dal 19 novembre a Everett, in Massachusetts, dove c’è la comunità  “Sons of Orsogna”.
 
Poi  il 25 il gruppo si sposterà nell’area metropolitana di New York City per il 75° anniversario dell’Orsogna Mutual Aid Society e il  55° anniversario dell’Athletic Club New Orsogna. Il clou domenica 30 novembre. Il coro eseguirà antichi canti liturgici durante la celebrazione della Messa in italiano nella Chiesa di San Francesco d’Assisi ad Astoria. 
 
Molti di loro, come la professoressa Maria Fosco, originaria di Orsogna, una delle più note donne di cultura italoamericane, ricordano quando “il club era orgoglioso di avere un proprio gruppo folkloristico che partecipava ogni anno nella sfilata di New York City al Columbus Day Parade. Nel 1982, le foto sono apparse sulla prima pagina del New York Times. Scelto il gruppo in costume orsognese per evidenziare l’italianità della parata. In primo piano c’era mio padre e si vedeva mia sorella gemella Concetta. Anche io stavo ballando con loro. L’ho fatto per 15 anni. Seguendo l’esempio dei miei genitori”. 
 
Forti legami con la terra d’origine. Mario Tenaglia, direttore del coro conferma: “Nella coralità, gli orsognesi hanno individuato una delle principali caratteristiche identitarie. Infatti, laddove è stato possibile, sono stati ricreati “Cori di Orsogna” che, attraverso i canti, le musiche, i testi, le danze popolari hanno voluto e saputo rivivere l’ambiente, i paesaggi, le sequenze stagionali del lavoro agricolo, le tradizioni e i sentimenti dell’abruzzese “forte e gentile”. 
 
Tenaglia, riferendosi alla trasferta americana, sottolinea anche “l’associazionismo“ che ha consentito agli orsognesi “di riconoscersi ed aggregarsi in una sede dove poter rivivere momenti ed eventi caratterizzanti la vita del nostro paese”.
 
Cita, fra l’altro, la festa di San Rocco e i Talami. E a giusta ragione. Infatti nei primi anni Ottanta, la tradizione dei Talami, con scene bibliche, è stata ricreata a New York, durante la festa di San Rocco. Rivive la suggestiva processione “con le donne che trasportano “Le Conche” piene di fiori, in equilibrio sulla loro testa, in onore di San Rocco”, ricorda ancora Maria Fosco che negli Stati Uniti non solo si occupa della promozione culturale dell’Italia, ma è fortemente impegnata nella difesa dei diritti civili degli emigranti.
 
La data di nascita dell’Orsogna Mutual Aid Society risale al 27 Giugno 1939, quando “sette uomini immigrati dalla piccola città di Orsogna, nella zona rurale dell’Abruzzo, hanno firmato il certificato di costituzione per riunire i connazionali immigrati e si stabilirono in Astoria, Queens. Il primo presidente eletto è stato Filippo Di Benedetto”,  ha scritto la professoressa Fosco, che ha curato la realizzazione della storia del club, in occasione del 50° anniversario. ”Durante il periodo della grande migrazione (1880-1914) negli Stati Uniti, molti italiani arrivarono attraverso diversi canali, vale a dire New York, Boston, Philadelphia e New Orleans.
 
Gli orsognesi principalmente a Philadelphia e Boston, attraverso la rete sociale sviluppata dai precedenti immigrati abruzzesi. Alcuni arrivarono a Youngstown, Ohio, Pittsburgh e New York. In maggioranza da soli. Non prevedevano di rimanere. Lavoravano per un breve periodo di tempo e poi  tornavano a casa, dalle loro famiglie.
 
Per questo erano stati chiamati “uccelli di passo”. La studiosa ha raccolto per anni decine di testimonianze. Nel 1989 ha intervistato l’ultimo dei fondatori del club, Antonio D’Angelo: “Dopo la guerra, con le nuove leggi di immigrazione, principalmente la legge sui rifugiati, sono arrivati centinaia, se non migliaia di orsognesi. Quasi quotidianamente giungevano navi cariche di orsognesi con le loro famiglie. Si stabilirono sulla 18th Street e nei quartieri circostanti, facendo diventare la 18th Street “Piccola Orsogna”.
 

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