Il suggestivo Porto Canale a Cesenatico è stato progettato da Leonardo da Vinci nel 1502 (Ph Tereza Juppová da Pixabay)
Sino al 10 gennaio, le antiche barche della sezione galleggiante del museo della Marineria ospitano la 30° edizione del Presepe di Cesenatico, nato da un’idea di Guerrino Giardini e realizzato dagli artisti Tinin Mantegazza, Maurizio Bertoni e Mino Salvadori.
 
Il museo galleggiante della Marineria è situato nel tratto più antico e caratteristico del porto canale di Cesenatico, sintesi di secoli di storia marinara, di piccole e grandi vicende legate alle barche, alla pesca e ai traffici marittimi. Il borgo, dalla sua origine fino alla svolta economica del turismo, si è sempre identificato con il porto. Nel museo sono custoditi i prototipi delle barche per l’alto e medio Adriatico, che in estate mostrano le vele colorate “al terzo”, decorate con i simboli delle famiglie dei pescatori, che frequentarono il porto di Cesenatico dopo la scomparsa della vela latina e prima dell’avvento della motorizzazione. Nella vicina sezione a terra sono esposti i reperti e gli strumenti d’uso, oltre ai documenti sulle tecniche di costruzione degli scafi e le manovre delle vele.
 
La prima statua a essere scolpita fu quella di San Giacomo, patrono di Cesenatico, a cui nel corso degli anni se ne sono aggiunte molte altre. La loro peculiarità consiste nell’ispirarsi alla vita del piccolo borgo marinaro, con i suoi personaggi tipici: pescatori, falegnami, pescivendoli, piadinare, bambini, musicisti e i simpatici delfini.
Il presepe è stato progettato in funzione della sua particolare locazione, la Sacra Famiglia vede Maria tenere in braccio il bambino, allo scopo di renderlo più visibile, ma anche per accentuare la vicinanza dei corpi tra mamma e figlio, come nella tradizione pittorica delle Madonne con bambino, molto sentita in Romagna. 
 
Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore romagnolo, ha immaginato che tutte le Madonnine situate nelle cellette agli incroci delle strade di campagna, per difendersi dalle offese del tempo e dall’incuria dell’uomo, si ritrovassero a Pennabilli, riuscendo a portarne un gran numero presso l’orto dei frutti dimenticati, luogo voluto e creato da lui stesso. 
La Writers Guild of America West, associazione degli sceneggiatori americani, il 5 febbraio 2011, conferì a Tonino Guerra il “Jean Renoir Award”, premio alla carriera assegnato in doppia cerimonia tenutasi a Hollywood e a New York.
 
Il gruppo di statue della Natività si completa con Giuseppe, in piedi accanto a Maria. La particolare “narrazione” non esclude i tre Magi, arrivati in barca invece che con i classici cammelli, un riferimento alla città di Cesenatico da sempre ospitale verso i forestieri.
Le statue sono a grandezza naturale, tutte le parti esposte del corpo sono scolpite in legno di pino cembro, comunemente conosciuto con il nome di cirmolo, molto pregiato e particolarmente adatto per questo scopo. Gli abiti sono cuciti in tela irrigidita dalla cera, pennellata su strutture di legno rese voluminose dalla rete metallica. L’effetto scenografico è ampliato grazie all’illuminazione serale delle barche, che si riflette sulle acque del canale.
Tradizionalmente ogni anno è aggiunta la statua di un nuovo personaggio, nel 1986 furono esposte le prime sette figure, oggi se ne contano una cinquantina, realizzando in questo modo il progetto iniziale di Bertoni e Salvadori, che prevedeva, per ogni imbarcazione, un timoniere e un marinaio.
 
Il presepe di Cesenatico, unico nel suo genere, è concepito come un palcoscenico da osservare dalle sponde del Porto Canale Leonardesco che, al giungere della sera, si trasforma in una platea unica e surreale, con le luci che danno vita alle figure e guidano il racconto, proprio come se si alzasse il sipario.
Il riferimento al teatro rappresenta la chiave di lettura del progetto, dalla scelta degli interpreti a quella dell’abbigliamento delle statue, sino alla narrazione del racconto evangelico, immerso nella vita della gente comune di questo affascinante borgo.
Il presepe di Cesenatico ha ottenuto l’importante riconoscimento di “Patrimonio d’Italia per la tradizione”, conferitogli dal Ministero del Turismo per “la sua capacità di mantenere vivo il folklore e le tradizioni del territorio, pur rinnovandole e adeguandole al mutamento dei tempi e trasformandole in attrattori turistici in grado di registrare una sempre più ampia e crescente partecipazione”.
 
Il Porto Canale è il fulcro attorno al quale si estende il centro storico del paese, sulle cui banchine si svolge la vita sociale e la passeggiata di cittadini e turisti. 
Il porto, nel suo tratto più interno, ricalca le linee disegnate nel 1502 da Leonardo Da Vinci, chiamato da Cesare Borgia a suggerire interventi migliorativi all’approdo preesistente. 
Lungo il porto sono presenti monumenti e luoghi di notevole interesse: da visitare ci sono Piazza Pisacane con il monumento a Giuseppe Garibaldi e l’ottocentesca pescheria, dietro alla quale si apre la piazzetta delle Erbe e quella delle Conserve. 
Di rilievo anche la Piazza Ciceruacchio, dov’è tracciato il perimetro dell’antica Torre Pretoria che un tempo difendeva il porto dai pirati barbareschi e quello che resta delle originarie banchine con le palafitte. Nel tratto più recente sorgono le imponenti porte vinciane, efficaci per proteggere il centro abitato dalle mareggiate, una realizzazione di moderna tecnologia condotta sui progetti leonardeschi.

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