Matteo Garrone (Ph © GIOLE| Dreamstime.com)

Partecipazione importante dell’Italia alla 71esima edizione del festival di Cannes, (dall’8 al 19 maggio), con due film in concorso e uno nella sezione “Un Certain Regard”.

In gara per la Palma Dogman di Matteo Garrone, ispirato alla storia  del “canaro” della Magliana, con Edoardo Pesce, un pugile dilettante che viene attirato nel negozio di toelettatura per cani e viene ucciso dal canaro (Marcello Fonte) dopo anni di soprusi. 

“Dogman -dice  Garrone- si ispira liberamente a un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma  non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice siano avvenuti. Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa, nel corso degli anni  l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa  l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta e il personaggio che volevo raccontare : un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale e quasi indifferente”.

In lizza per la Palma anche il film di ambiente bucolico di Alice Rohwacher  Lazzaro felice, con Nicoletta Braschi, Sergio Lopez, Alba Rohrwacher, Tommaso Ragno. Si tratta  della  storia di un’amicizia tra Lazzaro, un giovane  contadino naif  e Tancredi, un’amicizia che attraverserà intatta  lo scorrere del  tempo. “Lazzaro Felice – dice la regista – è la storia di una piccola santità senza miracoli, senza superpoteri o effetti speciali : la santità dello stare al mondo e di non pensar male di nessuno, ma semplicemente di credere negli  esseri umani. Racconta la possibilità della bontà, che gli uomini da sempre ignorano, ma che si ripresenta e li interroga con un sorriso”.  

In concorso  nella sezione “Un certain Regard” Euphoria , ritorno alla regia di Valeria Golino dopo Miele, con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea nel ruolo di due fratelli. Matteo (Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico mentre suo fratello Ettore (Mastandrea) vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove sono nati e dove insegna  nelle scuole.  Si tratta di  due persone in apparenza lontanissime, ma la vita li obbligherà  a riavvicinarsi e una situazione difficile diventa per i due l’occasione per conoscersi e scoprirsi uniti. Manca all’appello  il  film di Paolo Sorrentino su Berlusconi Loro, la cui prima parte uscirà il 24 aprile e la seconda il 10 maggio, date che lo mettono fuori dalla possibilità di  concorrere al  Festival.  In concorso anche l’87enne  Jean-Luc Godard con Le livre d’image  l’iraniano Jafar Panahi con Three faces.

Tra i  film più attesi  Blackkklansman di Spike Lee sulla storia vera di  Ron Stallworth, poliziotto nero di Colorado Springs, il primo, nel 1978, ad infiltrarsi nel Ku Klux Klan.  Il direttore del festival Thierry Frémaux  ci ha tenuto a sottolineare  che ogni anno arrivano sempre più film al festival “quest’anno  ne abbiamo visionati  1906, un numero che parla da solo  della odierna  vitalità del cinema, anche se non è più lo stesso di quando è nato” e indica la sala, dopo la querelle con Netflix, come  il luogo  per eccellenza della proiezione cinematografica. 

Gli altri titoli in corsa per la Palma d’oro sono: En guerre di Stephan Brizé, Asako I & II di Ryusuke Hamaguchi, Plaire aimer et courir vite di Christophe Honoré, Les filles du soleil di Eva Husson,  Ash is Purest White di Jia Zhang-Ke,  Shoplifters di Hirokazu Kore-Eda, Capharnaum di Nadine Labaki,  Burning di Lee Chang-Dong, Under the Silver Lake di David Robert Mitchell, Cold War di Pawel Pawlikowski, Yomeddine di A.B Shawky, L’été di Kirill Serebrennikov. La selezione non sembra ancora chiusa e altri  film potrebbero essere  inclusi nelle varie sezioni. 

Tra i film fuori concorso  il docu film di Wim Wenders “Papa Francesco-Un uomo di parola”   in cui il Pontefice  si racconta per la prima volta allo spettatore affrontando temi a lui molto cari come ecologia, migrazioni, giustizia sociale. La tecnica di ripresa  (direct-to-camera)  porta lo spettatore faccia a faccia con il Papa creando un dialogo tra lui e  il mondo. Apertura del Festival  con la coppia  Bardem-Cruz, che assicurerà il giusto glamour  alla prima  montée de marche grazie al film del regista iraniano Asghar Farhadi  Everybody knows. (Todos lo saben). Thriller psicologico da una sceneggiatura dello stesso Farhadi, il film segue il percorso di Laura (Cruz), che  si reca con il marito (Bardem) e i figli da Buenos Aires  in  un paesino spagnolo per una festa di famiglia, che  verrà rovinata da una serie di eventi inattesi.

Oltre alla celebrazione del film cult di Stanley Kubrick  in versione restaurata, 2001: Odissea nello spazio che quest’anno compie 50 anni, largo alla  fantascienza  grazie all’atteso spin off della saga interstellare Star Wars creata nel 1977 da George Lucas, Solo: A Star Wars Story. Il film, diretto da Ron Howard,  verrà proiettato  fuori concorso  il 15 maggio.

Presidente di giuria del Concorso principale Cate  Blanchett, Benicio del Toro  guiderà i giurati della sezione parallela Un Certain Regard.


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