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L’altopiano scosceso di Pietra di Bismantova nell’Appennino reggiano
La suggestiva Pietra di Bismantova, nei pressi di Castelnovo né Monti, sull’Appennino reggiano, si presenta come un enorme scoglio roccioso (alto 1047 metri, lungo 1 km, largo 240 m) sulla cui sommità si stende un vasta prateria erbosa. 
 
È il simbolo più conosciuto e visibile dell’Appennino tosco-emiliano: da qualsiasi punto del crinale, si scorge inconfondibile la sua sagoma. Per secoli questa spigolosa altura, conficcata tra la valle del Secchia e quella dell’Enza, ha svolto la funzione di segnavia naturale per il cammino di prelati, soldati, pastori e mercanti. 
 
 La “Pietra” si formò in ambiente marino 15 milioni di anni fa, nel periodo denominato miocene medio, in seguito allo scontro fra zolle tettoniche. La presenza di minerali, soprattutto quarzi, e le tracce di organismi (gusci di molluschi, alghe calcaree, denti di pesce, in particolare denti di squalo) testimonia la vita geologica della rupe nelle età preistoriche. 
 L’eremo di Bismantova è scavato nella roccia ed è dedicato alla Madonna 

 L’eremo di Bismantova è scavato nella roccia ed è dedicato alla Madonna 

 
I primi insediamenti umani risalgono invece all’età neolitica. Sono stati rinvenuti manufatti come punte di freccia, lame, schegge, risalenti a quel periodo. 
 
L’intera mole della Pietra è formata da una particolare roccia sedimentaria detta calcarenite di colore beige chiaro che assume, per l’esposizione agli agenti atmosferici, diverse tonalità di grigio.  
 
Pare che il suo aspetto singolare, piatto come un gigantesco tronco d’albero mozzato, abbia ispirato Dante Alighieri per il monte del Purgatorio. Nella Divina Commedia, Canto IV del Purgatorio, si espresse così: “Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su Bismantova in cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli”. Se per il Sommo Poeta lassù ci si arrivava solo se dotati d’ali, ai giorni nostri la “Pietra” è la palestra di roccia più frequentata in Emilia Romagna dagli scalatori del Cai, il Club Alpino Italiano, che organizzano molto spesso delle arrampicate dalle differenti tipologie di difficoltà. 
 In mezz’ora si può ammirare un panorama mozzafiato 

 In mezz’ora si può ammirare un panorama mozzafiato 

 
Agli appassionati di film di fantascienza non sfuggirà sicuramente l’apparente similitudine della sua forma con quella della mitica “Devils Tower” del Wyoming, U.S.A., ossia la montagna teatro delle spettacolari scene finali di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg. E forse non è un caso che anche Bismantova sia oggetto di studio di ufologi e ricercatori a causa degli strani fenomeni luminosi avvistati nei pressi della montagna in questi ultimi anni… 
 
 Proprio come la sua sorella americana svariate antiche leggende circolano attorno alla Pietra. 
I racconti popolari di tradizione cristiana ci riconducono alla venerazione per la Madonna della Pietra, alla quale è dedicata una piccola chiesa scavata nella roccia alla base di una delle pareti, l’Eremo di Bismantova (XVII secolo), abitato dai Benedettini e tutt’oggi meta di pellegrinaggio. 
 
Tra le varie credenze ricordiamo l’acqua perenne “miracolosa” che sgorga ai piedi del sasso, la fondazione stessa dell’Eremo avvenuta in seguito all’apparizione della Vergine, una lunga serie di miracoli scrupolosamente annotati già dal 1616, quando Lorenzo di Guido Torlaio da Costa, privo della vista da un occhio, poté riacquistarla dopo essere salito all’Eremo della Pietra, eccetera…
 
L’immaginario storico ha invece favoleggiato di un castello medievale imprendibile, le cui mura si elevavano fondendosi con le rocce delle sue scoscese pareti. Un’altra leggenda associa Bismantova a Canossa, i due luoghi più cari alla storia dell’Appennino Reggiano. Matilde di Canossa viene immaginata sulla Pietra a fare crescere splendidi fiori in un giardino sovrannaturale. 
 
 La Pietra ha anche un suo “lato oscuro”, spesso nutrito con elementi esoterici. 
Si narra che nel XVII secolo avvenissero incontri di magia nera sulla sua cima e che il demonio fosse solito apparire ai suoi adoratori proprio in quel luogo. Per scacciare il maligno, una leggenda montanara vuole che un certo fra Spiridione, proprio sulla sommità, si sarebbe scontrato in duello con il Demonio in persona, uscendone sconfitto. Sempre in quel punto, in una fenditura molto profonda, si troverebbe la sua dimora. Gettando all’interno del buco un sasso si può capire il livello di arrabbiatura del diavolo, ma forse è meglio andarsene subito per evitare di essere catturati. 
 
Per la cronaca nera, la cima è tristemente nota per l’elevato numero di suicidi, legati tra loro da strane coincidenze, e che paiono avvenire durante fasi lunari specifiche e messi in atto da persone che provengono quasi tutte dallo stesso ambiente, una scuola di musica della zona. 
 
La Pietra di Bismantova non ha mai smesso di far parlare di sé ed è stata citata nelle canzoni di gruppi musicali come i Modena City Ramblers e i Pgr di Giovanni Lindo Ferretti. 
 
Visitarla è facilissimo: i sentieri che portano in cima sono percorribili in circa mezz’ora e il panorama è mozzafiato, da un lato la Pianura Padana e dall’altro le vette appenniniche. Se siete dei buoni osservatori ed il cielo è limpido, si possono ammirare anche il mare Tirreno e la Corsica.
 

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