Veloce come il vento, forte come una roccia. 
Louis Zamperini, “Torrance Tornado”, è stato molto più di un semplice eroe di guerra.  Perché prima ancora di riuscire a scampare miracolosamente dalla prigionia giapponese inorgogliendo gli Stati Uniti per il suo coraggio, l’italo-americano, nato ad Olean (New York) il 26 gennaio 1917 e poi vissuto in California, a Torrence, fu un grande atleta capace di imporsi anche a livello olimpico. La storia sportiva di Louis Zamperini inizia quando assieme alla sua famiglia italiana, si trasferì in California a Torrance nel 1919.
 
Louis, col fratello maggiore Pete e le sorelline, Virginia e Sylvia, dovette prima fare i conti con l’odio riservatogli da chi non accettava di buongusto la sua quasi totale incapacità di esprimersi in inglese. E allora toccò a papà Zamperini mettere nelle condizioni il piccolo Louis di difendersi dai continui attacchi dei bulli di Torrance insegnandogli la boxe.
  La tenacia gli consetì di battere record su record 

  La tenacia gli consetì di battere record su record 

 
Il proposito tutto sommato giusto però, si ritorse contro la famiglia Zamperini quando Louis divenne talmente padrone della “noble art” al punto di trasformare la sua sete di giustizia in una sorta di dipendenza dalle risse: “Era così bravo che iniziò ad assaporare il gusto di farlo solo per divertimento e quindi non solo più per difendersi – dichiarò il padre in seguito – diventò quasi dipendente dal combattimento”. 
 
Ma come si suol dire in questi casi, non tutti i mali vennero per nuocere, perché proprio per evitare che l’esuberante Louis potesse rovinarsi l’esistenza per la sua innata voglia di fare a pugni, il fratello Pete decise di inserirlo nella squadra di atletica della Torrance High School. 
  Louis Zamperini durante un allenamento ai tempi del college 

  Louis Zamperini durante un allenamento ai tempi del college 

 
Intuizione geniale quella del fratello che di lì a qualche mese avrebbe fatto di Louis uno dei più grandi interpreti di mezzofondo del mondo. La storia si trasformò in leggenda quando nel 1934 Zamperini stabilì il nuovo record interscolastico mondiale sul miglio col tempo di 4’21” in occasione del raduno preliminare dei campionati statali della California. 
 
Un tempo clamoroso per l’epoca che fu bissato la settimana successiva con la vittoria del campionato di cui sopra e la proposta, da parte della University of Southern California, di una borsa di studio per meriti sportivi. Una svolta epocale nella vita di Louis Zamperini che, accettate le lusinghe di un grande college, entrò a far parte di una confraternita (Kappa Sigma) inserendosi perfettamente nella vita sociale universitaria dell’epoca. 
 
Alla crescita umana di quello che fino a qualche anno prima era considerato un ragazzo difficile, fu associata un’esponenziale maturazione fisica che, grazie ai duri allenamenti, lo portarono ad ottenere il pass per rappresentare gli Stati Uniti ai giochi Olimpici di Berlino nel 1936 nei 5000 metri alla verdissima età di 19 anni. 
 
Epica la sua sfida ai Trials svolti presso l’isola di Randall con il detentore del record americano, Don Lash. La gara si concluse con un’entusiasmante parità che valse al giovanissimo Zamperini le luci della ribalta ed un biglietto di andata e ritorno per Berlino.
 
Durante il lungo viaggio in nave che portò la delegazione statunitense in Europa, Zamperini conobbe i piaceri della tavola che, come lui stesso sottolineò, in tempi di depressione economica era piuttosto misera dalle sue parti: “Ogni giorno potevo fare colazione con bacon ed uova e per me, che non ero mai stato in un bar per un panino, si trattava di qualcosa di eccezionale. Il cibo era libero ed i miei occhi non vedevano altro che panini ed altre prelibatezze”.  Ovviamente Zamperini non fu l’unica vittima della cucina di bordo, perché come lui, tutti gli atleti aggiunsero dai 5 ai 6 kg durante il viaggio pareggiando, fortunatamente, quelli persi durante i Trials di preparazione caratterizzati dal forte caldo newyorkese. 
 
Una volta a Berlino, Lash e Zamperini furono chiamati ad un’impresa improba nei 5000 metri. Non godendo dei favori del pronostico però, Zamperini seppe esaltare il pubblico presente alla gara realizzando un ultimo giro da 56” che gli consentì di chiudere la competizione in rimonta all’ottavo posto. Una performance pazzesca per il giovanissimo Louis che addirittura attirò le attenzioni di Adolf Hitler. Il tiranno tedesco pretese un incontro con l’atleta californiano nel corso del quale, come ricordò in seguito Zamperini, esclamò: “Ah, tu sei l’atleta che ha fatto quel finale incredibile”.  
 
Ma il carattere guascone di Zamperini non tardò a manifestarsi quando a margine di quell’incontro, narra la leggenda, si arrampicò su un palo per rubare la bandiera personale di Hitler. 
 
Due anni dopo la memorabile esperienza olimpica, Zamperini continuò a stupire il mondo dell’atletica stabilendo il record nazionale (a livello collegiale) sul miglio col tempo di 4’08”. Record stabilito nonostante i ripetuti colpi ricevuti sugli stinchi dagli avversari che, non riuscendo a frenarne l’impeto, provarono invano a contrastarlo con le “cattive”. 
 
Grazie a quella prova eroica Zamperini ricevette il soprannome di “Torrance Tornado”. A placare il tornado di Torrance fu però la Seconda Guerra Mondiale: nel 1941 Zamperini si arruolò nell’aeronautica aprendo un nuovo doloroso, ma allo stesso tempo eroico, capitolo della sua vita raccontato nel dettaglio nel film diretto da Angelina Jolie, Unbroken.
 
La sua infinita corsa si è interrotta lo scorso 2 luglio, giorno in cui la fatica e la sofferenza hanno definitivamente avuto la meglio su uno degli italo-americani più tenaci della storia. Riposa in pace “Torrance tornado”.

Receive more stories like this in your inbox