Se vi parlano di Venezia, cosa vi viene in mente? I canali, l’acqua, le maschere e …le gondole. 
Il lento navigare di queste inconfondibili imbarcazioni, che solcano a tempo di remata gli stretti canali, è un’immagine tipica della città lagunare veneta.  Chi sale in gondola non ha fretta: ha solo il  desiderio di gustare una Venezia differente, da un punto di vista sicuramente unico ed irripetibile. 
Oggi la gondola è una vera e propria attrazione turistica e la potrete trovare in qualunque parte della città, se decideste di fare un giro. Preparatevi ad una esperienza unica,  ma abbastanza costosa. Sarà comunque un ricordo piacevole che vi farà dimenticare la spesa economica.  
 
La gondola è un imbarcazione unica nel suo genere che esiste da secoli  nei canali veneziani. Un tempo era un mezzo di trasporto privilegiato, quando ancora non esistevano motoscafi e imbarcazioni più moderne. 
 
I gondolieri erano una casta.  L’attività passava di padre in figlio. Ogni gondoliere aveva anche una sua clientela: dei veri e propri imprenditori nei secoli. Il trasporto su gondola era ed è oggi ancora, un mezzo esclusivo. Questo anche solo per una questione logistica: i passeggeri trasportabili sono pochi. 
 
Siccome le gondole erano veri e propri mezzi di trasporto per tutte le classi, i nobili pensarono di differenziarsi: le loro gondole incominciarono a  diventare sfarzose, piene di decorazioni. Intervenne ben presto il governo: tutte le gondole sarebbero state nere! Nessuna differenza, tutti uguali. Questa caratteristica si è mantenuta anche oggi.
La Venezia di un tempo era sicuramente un città attiva sotto vari aspetti: oltre agli affari ed agli scambi internazionali, oltre ad essere sede di arti e vere e proprie scuole, botteghe ed accademie, aveva anche un aspetto più libertino fra feste clandestine, bordelli e relazioni intricate. Immaginate i signori che  dovevano spostarsi per i canali anche di nascosto da occhi indiscreti.  
 
II gondoliere era un vero e proprio custode dei segreti della città, degli intrighi e delle relazioni clandestine! Chi meglio di lui poteva conoscere i vari spostamenti effettuati da un signore piuttosto che un mercante o un nobile? 
Nelle stagione invernale la gondole avevano una sorta di botte che serviva a riparare i passeggeri dalle intemperie ma non solo, anche per proteggere l’intimità del passeggero stesso e talvolta la sua identità. Insomma, anche in questo caso, chissà quali storie avrebbero potuto raccontare!
 
Osservate bene, anche oggi, queste imbarcazioni. A prima vista non si nota, ma sono asimmetriche! Non lo furono sempre, ma solo dal XIX secolo. La gondola ha una delle due fiancate più larga di ben 24 centimetri, cosa che crea il famoso movimento ondulatorio. Sicuramente ora ci farete caso! Altro trucco del mestiere? Il gondoliere tiene una gamba in avanti rispetto all’altra: la posizione non è casuale ma serve a correggere la direzione della gondola.  
 
La gondola si muove sinuosa fra i canali, passando laddove nessuna altra imbarcazione pubblica può arrivare: superando con agilità i bassi ponti che tagliano in perpendicolare i canali. Il suo movimento lento culla il viaggiatore e muove leggermente le acque. Il segreto per godere di una gita in gondola? Sedersi e non avere fretta, ascoltare il dolce rumore dell’acqua su cui si scivola e vedere le immagini che si riflettono a specchio, pensando solo al qui ed ora. Nulla più.
 
Il tempo trascorre a Venezia, nonostante i canali rimangano lì a cullare la città sospesa sulle acque. Nuove imbarcazioni solcano ora, anche in velocità, i canali di transito. Tutto è più veloce, tutto è più dinamico: non sempre a vantaggio di ciò che ci circonda. Come paragonare un veloce ed efficiente traghetto, al dolce ritmo cullante della gondola? Come paragonare la possibilità di arrivare velocemente ad una meta prefissata, con invece il piacere di godersi il viaggio? Sono semplicemente due interpretazioni diverse, due differenti modi di fruire di uno stesso luogo, forse metafora inconscia delle diverse interpretazioni dell’esistenza stessa. 
La scelta può farci capire se per indole sia più importante per noi la meta o il goderci il viaggio e tutto ciò che c’è in mezzo. 
 

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