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Il centro storico di Santa Severina, un comune che ha puntato sulla cultura
Santa Severina e la cultura che produce ricchezza. Il Sud che propone e fa. Che non sta fermo ad aspettare la “manna dal cielo” e che rifiuta la paralizzante “prassi” che altri ed altrove decidano le sorti di una comunità che ha idee e progetti fattibili.
 
L’estremo Sud che si muove. E ottiene risultati importanti per l’economia, il turismo e l’occupazione. Da un comune calabrese un esempio di come si possono e si debbono sfruttare le straordinarie risorse del passato, per uscire dalla crisi e per costruire un futuro migliore. Conoscere e  valorizzare. 
 
“Abbiamo aperto la cattedrale bizantina chiusa da 50 anni, nella quale almeno la metà della popolazione non era mai entrata. Non conoscevano pienamente l’importanza del bene. Anche la Curia si è mobilitata. Un altro segnale importante, un’altra risposta positiva al coinvolgente progetto di sviluppo possibile attraverso la piena utilizzazione del patrimonio storico, artistico ed archeologico presente sul territorio”. 
  Ingresso del Castello costruito da Roberto il Guiscardo nell’anno Mille 

  Ingresso del Castello costruito da Roberto il Guiscardo nell’anno Mille 

 
A parlare così è la professoressa Marilisa Morrone, una delle più autorevoli studiose calabresi dei millenari tesori dell’arte e dell’archeologia della regione che è stata la culla della cultura e della civiltà. È autrice di numerose pubblicazioni e ha seguito e sta seguendo opere di recupero di siti di notevoli interesse.
 
Il sindaco di Santa Severina, Diodato Scalfaro, si è affidato alla sua esperienza per concretizzare un intelligente investimento sulla crescita economica, sociale, culturale ed occupazionale del paese. I beni del passato, unica vera risorsa di Santa Severina, riportati all’antico splendore. Per dare ai giovani la speranza, dopo che in questa regione, un po’ dovunque, la sciatteria e l’incapacità di amministratori e di politici hanno rubato anche il futuro alle nuove generazioni. “Il paese  è riconosciuto di grande valenza storica – evidenzia il sindaco – tanto che è tutelato dallo Stato con un vincolo paesaggistico”. 
 
A Santa Severina (Crotone), la studiosa Morrone spiega, “il grande patrimonio è stato oggetto di numerosi interventi di restauro e valorizzazione. Tra tutti quello, negli anni ’90, del Castello, di proprietà comunale, fondato da Roberto il Guiscardo, riportato allo splendore di un tempo, con scavi archeologici che ne hanno chiarito le preesistenze bizantine, l’origine e le trasformazioni nei secoli. C’è stato un intervento radicale: restauro delle architetture e inoltre dei dipinti, degli stucchi, di tutte le decorazioni della residenza ducale dei Grutther al piano nobile del Mastio”.
 Gli imponenti bastioni del castello di Santa Severina nel Crotonese 

 Gli imponenti bastioni del castello di Santa Severina nel Crotonese 

 
Riflettori accesi anche sulla Chiesa dell’Addolorata, la vecchia cattedrale, edificio bizantino rimaneggiato nel XVIII sec., da troppo tempo inaccessibile al pubblico perché in condizioni di degrado. Utile occasione per la conoscenza approfondita di un importante monumento, ma anche per sollecitare, come ha già fatto il comune, interventi adeguati. Da sottolineare anche la donazione, da parte del Rotary club di Santa  Severina, di un pannello con le notizie storiche sulla chiesa scritte in caratteri Braille. E molta attenzione è stata riservata all’esposizione nel Castello della tela di Mattia Preti “S. Luca che dipinge la Madonna” proveniente dall’Isola di Malta, a cura del restauratore G. Mantella.
 
Piena fruibilità da parte di appassionati e di turisti. Ci spiega la professoressa Morrone: “Al pian terreno del castello si trova il Museo Archeologico dove sono esposti i materiali trovati negli scavi dello stesso edificio e quelli provenienti dal territorio. Anche il palazzo arcivescovile negli anni scorsi è stato restaurato e al suo interno è stato creato il Museo Diocesano contenente i tesori lasciati da secoli di residenza degli Arcivescovi Metropoliti”. 
 
Il sindaco aggiunge: “All’interno del castello è ospitata una sezione del Conservatorio di Musica “Ciaikovskij” di Nocera Terinese e vi si svolgono importanti eventi culturali, come mostre e convegni, molto numerosi nel cartellone estivo; in particolare, di grande rilevanza quest’anno, la mostra e l’evento ad essa legato, di poesia visiva di Anna Lauria, una sorta di fusione tra poesia e arte figurativa. Ambedue i poli monumentali-museali sono gestiti dalla Cooperativa Aristippo, che dà lavoro ad un gruppo di giovani che fanno servizio di guida e  altri servizi. La stessa cooperativa si occupa delle attività culturali che si svolgono sia al Castello che al Museo Diocesano, e gestisce il book shop del castello”.  
 
Santa Severina appare destinata a rappresentare un buon esempio per gli altri paesi della Calabria. Si può voltare pagina. Però bisogna agire con serietà. E i risultati non tardano ad arrivare. 
 
Scalfaro: “Santa Severina nei mesi scorsi ha aderito all’Aceb, Associazione delle città Eredi di Bisanzio, che raggruppa centri di molti paesi europei promuovendo offerte di turismo culturale ai Tour operators. L’adesione proietta la cittadina in circuiti di turismo internazionale. Morrone evidenzia: “Il restauro del Castello e dell’Arcivescovado hanno determinato la svolta decisiva nella vita e nell’economia di Santa Severina. Il paese è entrato nei percorsi turistici regionali e nei circuiti del turismo scolastico”. 
 
La studiosa  rileva come i flussi turistici abbiano già favorito la creazione di nuovi posti di lavoro con la Cooperativa Aristippo, che è costituita da 19 soci, in gran parte laureati e diplomati. La cooperativa si avvale della consulenza di docenti e ricercatori dell’Università della Calabria nonché dell’apporto sinergico della Fondazione Brettion per la valorizzazione dei beni culturali della Calabria. Coinvolte associazioni, società e imprese artigiane calabresi operanti nel settore del turismo, della musica, dell’editoria e dell’artigianato artistico.
 
A Santa Severina si è avuta l’apertura di tanti esercizi commerciali e di nuove  attività: bar, ristoranti, pizzerie e agriturismo. Fino ad ottobre sono stati 31.000 i visitatori del Castello. I dati forniti dalla Cooperativa Aristippo per avere “un’idea dell’importanza del monumento, e dell’indotto che orbita attorno ad esso, nell’intero contesto cittadino”. La  professoressa  Morrone fa notare che “sono tremila in più  rispetto  al 20l3”. È un buon segnale, in controtendenza, considerando che “ il  2014  è stato un anno di recessione turistica per la Calabria”.      
 
Impegno culturale ad alto livello. Alle importanti manifestazioni che si tengono da diversi anni come Castelfiaba, scrittura creativa diretta ai bambini, e il Premio Siberene promosso in collaborazione con la Pro Loco omonima, l’amministrazione comunale con il patrocinio scientifico della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, ha organizzato quest’anno un ciclo di conferenze sul tema: “Santa Severina incontra: storia, archeologia, arte, architettura” con illustri uomini di cultura. Ciclo di conferenze che è stato giudicato, in seno agli studiosi della Deputazione di Storia Patria, come tra i più grossi eventi culturali del 2014 in Calabria. Grande partecipazione e rilevanti indicazioni su  nuovi studi e ricerche per la città e il territorio. 
 
“Le conferenze – sottolinea Morrone -servono per far conoscere, per divulgare ciò che gli studiosi hanno ricercato, e che altrimenti resterebbero tra i pochi addetti ai lavori: è giusto che tutti conoscano il patrimonio che hanno e cosa li circonda. La conoscenza è il primo passo per lo sviluppo del territorio: senza conoscenza non c’è amore, non c’è rispetto dei propri beni e dunque non c’è salvaguardia e conservazione. E senza conservazione non c’è sviluppo, non c’è possibilità di “sfruttare” i Beni per la crescita economica di un territorio. È tutto un percorso che se non ha un inizio non può proseguire, e l’inizio è questo”.
 
Attività intensa. Bilancio positivo e nuove proposte. Morrone ci parla dei nuovi progetti: “Ci saranno due esposizioni temporanee di tele molto significative, una che riguarda la storia ecclesiastica di Santa Severina (un ritratto di un arcivescovo di S. Severina del XVII sec., inedito e sconosciuto alla Diocesi, individuato nella patria dello stesso arcivescovo), l’altra con Beni di carattere internazionale”.

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