Scorcio di Saluzzo (Ph© Shiva Kesch| Dreamstime.com)

Saluzzo, in provincia di Cuneo, è una cittadina di pianura, di origine antica, presumibilmente romana. L’abitato è addossato a uno sperone delle Alpi Cozie, allo sbocco delle valli Varaita e del Po, digradando a est del Monviso, verso la pianura. Il vecchio borgo, sorto per necessità di difesa, è disposto a gradinata sulla collina, con le case che dal castello scendono verso la parte moderna, sviluppatasi al piano. La città conserva un’evidente impronta medievale nel disordine delle anguste viuzze e piazzette.    Da visitare in questa deliziosa cittadina, la Castiglia, fortezza ed ex-carcere, la chiesa di San Giovanni, il Palazzo Comunale, la stupenda Casa Cavassa, esempio di dimora rinascimentale.  

A breve distanza da Saluzzo non si può perdere una visita al suggestivo Castello della Manta, che è un maniero medievale, attualmente gestito dal FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, e sede di eventi culturali. Il castello è inserito nel circuito dei “Castelli Aperti” del Basso Piemonte.   Frutto di aggregazioni aggiunte posteriormente all’impianto originario del XII secolo, il castello, poi trasformato in dimora signorile, iniziò ad assumere la fisionomia attuale solo all’inizio del Quattrocento grazie all’opera della famiglia Saluzzo della Manta.   

In una sala, all’interno di una piccola nicchia è conservato un affresco raffigurante una Madonna del Latte in cui è raffigurata la Vergine Maria nell’atto di allattare Gesù. L’opera risalente al ‘400 è opera di un pittore anonimo. Si esclude che possa essere l’anonimo pittore che affrescò il Salone Baronale. Quest’ultimo  conserva il più importante ciclo pittorico conservato nel castello della Manta. Questo è arricchito da un importante ciclo di affreschi che ne decora perimetralmente le pareti, capolavoro e rara testimonianza della pittura profana tardogotica nell’Italia settentrionale. L’opera è attribuita all’anonimo pittore maestro del Castello della Manta.   Il ciclo, completato poco dopo il 1420, raffigura una serie di eroi ed eroine, presumibilmente appartenenti al casato dei Saluzzo, qui illustrati secondo la tradizione iconografica classica, ebraica e cristiana e vestiti di preziosi abiti del tempo – e la cosiddetta Fontana della giovinezza, tema ripreso dall’antica tradizione dei romanzi francesi medievali. I personaggi rappresentati sono ispirati ad un poema scritto da Tommaso III di Saluzzo, le Chevalier Errant e vi appaiono, tra gli altri, Ettore, Alessandro Magno, Giulio Cesare, etc. (L’ultima eroina è rimasta mutilata dal crollo dell’intonaco).   Un’importante testimonianza dell’arte manierista del Cinquecento è invece data dalla Sala delle grottesche, parte dell’appartamento di rappresentanza voluto intorno al 1560 da Michelantonio della Manta: un soffitto finemente dipinto e decorato con stucchi, grottesche, rovine antiche, architetture rinascimentali frutto della cultura dell’Italia centrale del tempo.  

Annessa al castello è visitabile la chiesa castellana, al cui interno sono custoditi due ambienti di particolare pregio, riconducibili ai due momenti più significativi della decorazione pittorica che caratterizza l’intero maniero.   Un importante ciclo di affreschi sulla vita di Gesù Cristo – risalente allo stesso periodo della realizzazione della sala baronale del castello – correda l’abside della chiesa, mentre la cappella funeraria di Michelantonio riporta una ricca decorazione a stucco e affreschi anch’essi di stampo manieristico.


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