L’attore Remo Girone, noto soprattutto per il ruolo interpretato ne La Piovra, e la moglie Victoria Zinny (Ph courtesy Remo Girone)

L’attore italiano Remo Girone lo si incontra quasi sempre in compagnia della moglie, l’attrice argentina Victoria Zinny. Formano una delle coppie più affiatate del mondo dello spettacolo e sono assieme da circa 40 anni, un bel record per questi grandi artisti che riservano una naturale e forte passione per tutte le arti, in particolare quelle visive. Non a caso ci si era incontrati tempo fa a Villa Torlonia, nel quartiere Nomentano di Roma, in occasione di una mostra mentre fuori imperversava un temporale talmente forte che avrebbe lasciato a casa qualsiasi persona non altrettanto motivata.
Remo Girone (Asmara 1948), è attore fra i più conosciuti e carismatici della scena internazionale. Ha frequentato l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico a Roma dopo essersi già distinto come giovane promessa del teatro in Eritrea, dove nasce e trascorre l’infanzia figlio di emigrati nella ex colonia italiana. Amante della drammaturgia russa, raggiunge il grande successo con il ruolo di Tano Cariddi, il perverso mafioso de La Piovra, uno delle serie televisive più amate dal pubblico italiano, americano e italo-americano, che lo hanno visto tornare regolarmente sul piccolo schermo dal 1987 al 2001.

Il suo primo spettacolo in Italia è “La doppia incostanza” (1979), in cui il suo personaggio, spregevole, ambizioso e affascinante nel contempo, spicca su tutti gli altri. Noto soprattutto per le parti da cattivo, anche se negli ultimi tempi ha impersonato le figura di alcuni Papi, Remo Girone è una delle persone più raffinate, intelligenti, colte e di squisita gentilezza che è dato incontrare.

Se recitare è un gioco, jouer in francese, lui ci prende molto gusto a “giocare” immedesimandosi nei ruoli più “carogneschi”. “E’ più interessante – spiega divertito a L’Italo-Americano – perché nei ruoli del buono si corre sempre il rischio di diventare melensi”. Grazie alla fama dello sceneggiato di Raiuno in America, nel 2016 Ben Affleck lo ha chiamato per il ruolo del boss Mario Pescatore nel film hollywoodiano “La Legge della Notte” prodotto da Leonardo Di Caprio.
In “Furore 2” firmato da Alessio Inturri, è poi Osvaldo Calligaris, ricco e spregevole imprenditore dai segreti inconfessabili. Ambientata in Liguria negli Anni 60, la fiction racconta i pregiudizi con cui venivano accolti i meridionali in cerca di lavoro. Il personaggio di Osvaldo è quello di un ex podestà fascista, antisemita, razzista, con un passato misterioso. Molto ricco e avido di potere, è il proprietario dei migliori alberghi del paesino di Lido ligure, ma gli hotel non gli bastano mai ed è uno dei personaggi più perfidi interpretati dall’attore (fa rapire neonati e commissiona omicidi).

Recentemente Remo Girone è stato premiato per il ruolo di Enzo Ferrari in “Ford vs Ferrari” di James Mangold, girato a Los Angeles. La pellicola racconta la lotta tra le due case automobilistiche Ford e Ferrari, con Matt Damon come protagonista, Christian Bale ed altri prestigiosi nomi nel cast. Ferrari appare nel momento in cui la Casa del Cavallino sta per fallire e Ford manda i suoi uomini per cercare di comprarla. “Ferrari era un uomo molto autoritario e carismatico e alla produzione serviva un attore che potesse avere questa autorità, che fosse credibile”.

Attore teatrale, televisivo e cinematografico di pari equilibrio ed altrettanta fama in tutte e tre le dimensioni recitative, molto incisiva e ai massimi livelli la sua presenza nel cinema: nel 1974 debutta nel cast di Roma rivuole Cesare di Miklòs Jancsò, nello stesso anno è con Alida Valli nell’Anticristo. Nel ’77 lavora al Il Gabbiano di Marco Bellocchio, recita nel Viaggio di Capitan Fracassa di Ettore Scola del 1990 dopo aver partecipato a film diretti da Krzysztof Zanussi e Pasquale Squitieri (Corleone). Poi è la volta di Diceria dell’untore, Le valigie di Tulse Luper di Peter Grenaway, la Duchessa di Langeais 2007 di Jacques Rivette… giusto per citare qualche titolo.

Non si contano le fiction, da La doppia incostanza (1979) di Marivaux per la regia di A.R. Shammah, a Le sorprese dell’amore diretto da Sequi, a “Elettra” di Avogrado da un testo di Marguerite Yourcenar. Nel 1996, viene scelto dal regista tedesco Peter Steirn per “Lo zio Vanjia” di Cechov.
La sua carriera continua toccando coraggiosamente gli autori più estremi per trattarli alla pari delle più grandi personalità del teatro, siano essi William Shakespeare (“Romeo e Giulietta”), Vittorio Alfieri (“Mirra”), Arthur Miller (“Morte di un commesso viaggiatore”), Fëdor Dostoevskij (“Delitto e Castigo”) o registi come Enrico D’amato, Luca Ronconi, Orazio Costa Giovangigli.

Sul fronte delle arti visive sono note le sue collaborazioni con Mimmo Paladino: ha interpretato il Don Quisciotte, presentato a Venezia, ha scritto le didascalie per la mostra dell’artista al Teatro Valle riuscendo in poche righe a scolpire i tratti essenziali, la personalità dei più noti drammaturghi dall’inizio della storia del teatro ai nostri giorni. Una sconfinata passione per l’arte che non arretra – ci racconta sorridendo – “neppure dinanzi all’ascolto di una conferenza di Jan Fabre in fiammingo”.

Nell’incontro alla mostra di Tom Wesselman a Monte-Carlo, dove lo abbiamo intervistato, l’elegantissima consorte Victoria sfoggia una mise bleu turchese e magnifici orecchini d’antan ad accompagnare i colori del vestito. Intelligente, ironica, raffinata, Victoria Zinny, esordisce presto nel cinema e ai massimi livelli con il personaggio di Lucia in Viridiana di Bunuel, palma d’oro ex-aequo al Festival di Cannes del ’61.
Uniti nell’arte e nella vita, i due attori sono una coppia molto affiatata: “Ci siamo incontrati con Remo perchè avevamo lo stesso agente – ci confida Zinny – e da allora non ci siamo più lasciati”. Sempre assieme negli eventi artistici più importanti, sono spesso insieme anche sul set, come in Mothers di Liana Marabini (2016) e nel recente film del regista albanese Namik Ajazi, “Il Ritratto incompiuto di Clara Bellini” (2019) ambientato nell’Albania comunista.


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