L’Italo-Americano ha incontrato due delle fondatrici di uno dei più bei progetti di matrice italiana, che siano stati ideati e realizzati a San Francisco: Valentina Imbeni e Viola Buitoni, le quali hanno seguito passo dopo passo la creazione di La Piccola Scuola Italiana (LPSI).
 
Entrambe, oltre ad aver fatto parte del gruppo direttivo fin dagli inizi del progetto, sono anche madri di bambini educati all’interno della scuola stessa. Valentina Imbeni inoltre, ne è stata la Direttrice negli ultimi cinque anni, ed è la responsabile del progetto di espansione in scuola elementare, iniziato nel recente 2012.
 
Una volta accolto dal gentile staff della scuola, l’atmosfera che si respira all’interno fa capire subito come i bambini possano trovarsi in una ambiente molto familiare ed ideale per il loro apprendimento.
Valentina e Viola mi accompagnano nel Tour guidato della Scuola, per capire i segreti ai quali si ispira la realizzazione di questo progetto.
  Gli arredamenti ed i materiali sono scelti a beneficio del bambino

  Gli arredamenti ed i materiali sono scelti a beneficio del bambino

 
Qual è la filosofia che segue la Piccola Scuola Italiana?
La Scuola è ispirata alle scuole di Reggio Emilia in Italia, delle scuole materne che esistono da almeno 50 anni (a partire dal dopoguerra), iniziate da un signore che si chiamava Loris Malaguzzi. Adesso a Reggio Emilia hanno realizzato anche una scuola sperimentale elementare, per la prima volta sono arrivati alla 4^ elementare. Le scuole sono basate su un sistema pedagogico che si chiama costruttivismo sociale, basato su vari psicologi e pedagogisti del ‘900.
Questa Scuola ha come caratteristica particolare la visione del bambino come protagonista del processo di apprendimento, oltre a una cura particolare per l’ambiente (inteso come l’aspetto estetico, i mobili, i colori, i materiali offerti) che influenza in modo profondo i bambini, i quali lo vivono e ci interagiscono. C’è insomma uno strettissimo legame fra architettura e pedagogia.
 
Inoltre la Scuola è stata fatta per il 100% da italiani, a partire dai fondatori di questo nuovo sito che sono stati alla base della scuola, l’architetto che è italiano, il modenese Michele Zini il quale ha fatto tutte le altre scuole nuove a Reggio Emilia, il costruttore è anche lui un italo-americano venuto a vivere qui a 5 anni. La struttura è stata costruita tra l’altro in tempi record in quanto abbiamo potuto iniziare i lavori il 15 di giugno del 2010, rifacendo una ricostruzione interna totale, riuscendo ad aprire nel settembre dello stesso anno. Quindi il tutto è stato fatto in 3 mesi, con l’aiuto di molti dei genitori dei bambini, una cosa assolutamente incredibile, anche perché è interamente Made in Italy.
 
Come si suddividono le stanze di apprendimento dei bambini?
L’Atelier è la stanza delle attività pratiche, mentre la Piazza è lo spazio comune dove si possono incontrare genitori, maestri, bambini, è il punto che muove tutto il sistema di relazioni secondo la filosofia di Reggio, un punto integrante del processo di apprendimento.
I bambini imparano con gli insegnanti, non dagli insegnanti, secondo questa co-costruzione di conoscenza.
L’Assemblea è il momento in cui si trovano insieme e leggono, è una scuola di immersione in lingua italiana. Loro assorbono in quanto l’insegnante parla sempre in italiano, il quale viene insegnato attraverso il gioco, attraverso la lettura, attraverso il canto, in modo che imparino ad amarlo.
Poi ovviamente abbiamo la cucina, il cuore della scuola, in cui Virna e Piera le nostre cuoche fanno da mangiare tutti i giorni per i bambini di tutte le classi. Abbiamo quattro classi qui all’interno, più un’altra di kindergarten nell’edificio qui a fianco.
  Una recente visita del Console Generale d’Italia a San Francisco Mauro Battocchi

  Una recente visita del Console Generale d’Italia a San Francisco Mauro Battocchi

 
Il prossimo passo sarà per la scuola elementare, stiamo lavorando infatti per fare una certificazione per l’International Baccalaureate, diventando una scuola internazionale. Abbiamo già cominciato, ma nei prossimi due anni continueremo questo processo per arrivare alla certificazione, diventeremo una scuola che si chiama IB-PYP che sarebbe International Baccalaureate – Primary Years Programme, un programma specifico per la scuola elementare.
 
I bambini rimangono qui dalla mattina fino al pomeriggio? Quanti insegnanti ci sono?
I bambini rimangono qui dalla mattina fino alle cinque e mezza, alcuni vanno via all’una e mezza mentre altri rimangono tutto il giorno. Inizialmente, quando c’erano i nostri stessi bambini alla Scuola si faceva solo mezza giornata, ma abbiamo lavorato per far sì che potessero rimanere più a lungo.
Gli insegnanti in totale sono 20, i quali servono ben 130 famiglie. Ogni giorno arrivano 85 bambini più 12 dall’altra parte e stiamo aggiungendo ogni anno un grado, quindi il prossimo anno arriveremo al terzo grado.
 
Qual è la composizione linguistica ed etnica dei bambini presenti?
Abbiamo 16 lingue diverse parlate alla scuola, dal finlandese all’hindi al farsi, insieme a famiglie di composizione italiana-americana. Gli insegnanti parlano con loro per la maggior parte in italiano.
Abbiamo anche delle composizioni familiari molto diverse, molte coppie gay, sia due papà che due mamme, ed altre situazioni familiari differenti con genitori separati. 
Rappresentiamo molto la realtà di San Francisco sia per questo motivo sia per l’aspetto della diversità, non siamo solo una scuola italiana, ma una Scuola di Lingua italiana che accoglie diverse culture.
 
Quali materie vengono insegnate ai studenti più grandi?
Tutte le materie tradizionali vengono insegnate all’interno di questo curriculum framework dell’International Baccalaureate. Questo permette di insegnare materie singole, facendo un sacco di progetti chiamati “inquiries” che comprendono tutte le discipline. Durante l’anno i bambini hanno sei tematiche molto generiche che partono dal bambino, per fare delle attività e progetti legati al proprio contesto socio culturale, ma che riescono a includere anche le altre materie. La matematica ad esempio viene fatta applicandola ad un contesto più pratico, perchè in questo modo i bambini apprendono meglio, e in più imparano anche a ragionare, in maniera migliore rispetto a quando andavamo a scuola noi in Italia, cercando di tracciare un legame con le altre discipline che sta imparando.
 
L’altro aspetto dell’IB, nato dopo la Seconda Guerra Mondiale, è quello di creare questi cittadini del mondo, formando dei bambini che abbiamo un approccio più internazionale ed interculturale. Quindi al momento di prendere una decisione non si deve pensare solo per sé, ma anche al vicino, alla città, allo stato ed al resto del mondo.
 
Al prossimo appuntamento con L’Italo-Americano per conoscere al meglio La Piccola Scuola Italiana di San Francisco

Receive more stories like this in your inbox