Gilberto Malvestuto, 94 anni spesi per la Libertà. Giorni di ricorrenze storiche per il partigiano di Sulmona. Due felici anniversari. Prima l’apprezzamento del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella nell’aula della Camera dei Deputati, in occasione della cerimonia di commemorazione del 70° anniversario della Liberazione. Poi decine di telefonate e messaggi di auguri per il 94° compleanno. 
Gilberto Malvestuto è l’ultimo sopravvissuto degli ufficiali della mitica Brigata Maiella. “Stringendomi la mano il Presidente Mattarella si è compiaciuto per quanto abbiamo fatto per la Liberazione dell’Italia”. 
A Roma è stato tra i 12 partigiani che hanno ricevuto  la “Medaglia d’oro della Liberazione” dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani italiani. Il Comune di Sulmona gli ha invece consegnato il “Sigillo d’Oro”, riconoscimento che viene assegnato a quanti hanno onorato la città del celebre poeta latino Ovidio. Un meritato riconoscimento ad un uomo che con coraggio ha combattuto per la libertà. L’umiltà è un’altra delle sue grandi doti. “Un giornalista mi ha intervistato poco fa, definendomi “leggendario comandante partigiano”. Gli ho detto che ho fatto soltanto il mio dovere, che ho fatto la cosa giusta, lottando e rischiando la vita con altri per la libertà dell’Italia”.
La libertà, bene prezioso da difendere. Una conquista pagata a duro prezzo. Tante giovani vite sacrificate. Ed è ai giovani che Malvestuto si rivolge frequentemente. Li incontra nelle scuole. Ricorda spesso che “la scuola ha una funzione  importante per l’affermazione dei valori della Resistenza”. E nel giorno in cui spegne 94 candeline promette: “Continuerò a tenere accesa la fiammella del ricordo finché ne avrò la forza”. 
 
Tante battaglie, lutti e dolori, quindi la grande gioia: “Quando il 21 aprile 1945 con le Sezioni mitraglieri della Compagnia Pesante della Brigata Majella al mio comando entrai a Bologna, tra le primissime truppe liberatrici alleate, insieme ai fucilieri della prima Compagnia agli ordini del sottotenente Laudadio, una enorme folla di cittadini ci accolse osannante perché era terminato per loro l’incubo che toglieva il respiro, di una terribile occupazione nazifascista che, nella città felsinea, aveva seminato terrore e morte. 
Ancora oggi, nel lago dei miei ricordi di quel tempo ormai lontano, rivedo il restante territorio emiliano, al di là del fiume Reno, che fu anche teatro della nostra attività bellica successiva alla liberazione di Bologna: un territorio anch’esso violentato e martoriato durante la Resistenza da un nemico che, rinnegando le più elementari leggi dell’umanità, vi trucidò donne, vecchi e bambini innocenti. 
 
Siamo tornati più volte come reduci della Brigata Majella a Brisighella, a Marzabotto, a Bologna e in altre località collegate alla nostra storia di liberazione, per tuffarci sempre nel calore e nella cordialità di quelle meravigliose genti emiliane-romagnole, in cui ha sempre palpitato un’anima generosa, un cuore aperto a ogni esigenza di pace, di progresso, di giustizia”.
Una pagina di storia che è sempre opportuno rileggere. 
 
“È scarsa in molte regioni del Sud l’attenzione  della scuola, mentre al Nord c’è maggiore interesse”, osserva criticamente. E sottolinea che anche il mitico comandante Ettore Troilo riteneva necessario coinvolgere il mondo della scuola per non disperdere la memoria del glorioso passato. “Ricordo l’enorme soddisfazione di Troilo quando una trentina di anni fa Aldo Aniasi scrisse a tutti i capi d’Istituto invitandoli a  rivalutare la Resistenza. Non far inaridire il seme prezioso della libertà. Ho seminato con tanti compagni che ora purtroppo non ci sono più. Continuerò a farlo, soprattutto incontrando i giovani. La libertà è un patrimonio immenso, da difendere, con ferma determinazione”.
 
Le manifestazioni che ricordano il passato della grande storia abruzzese lo vedono sempre in prima fila. Così come in prima fila è sempre il grande uomo di cultura Mario Setta. Ci riferiamo  al “Sentiero della Libertà” che è giunto alla quindicesima edizione e venerdì Primo Maggio partirà dal Campo di concentramento n. 78 di Fonte d’Amore. 
Gli organizzatori spiegano la novità della partenza dal Campo 78. “È luogo emblematico dove sono nate tutte le storie di fuga e di resistenza umanitaria che hanno caratterizzato la città di Sulmona e la Valle Peligna. I cittadini, autonomamente, possono prendere parte alla prima fase della marcia, dal Campo di Fonte d’Amore a Sulmona per non dimenticare un passato di barbarie e di solidarietà e per contribuire a costruire una società più libera e più giusta”. 
 
In una nota si ricorda che nella ricorrenza del 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale con la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista, operata dagli alleati anglo-americani e dagli italiani che si schierarono dalla loro parte come gli abruzzesi della Brigata Majella, è stato realizzato e proiettato da Rai Storia il docufilm “Partisan Kids” a cura di Pietro Faiella e
Pierlorenzo Puglielli prodotto da Paolo Bruno. Inoltre  è stato pubblicato per la Fondazione Brigata Maiella il libro “Terra di Libertà” a cura di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta, con presentazioni a Pescara, Sulmona, Vasto, Chieti e in altre località abruzzesi. 
Per il  25 aprile l’associazione “Le rotaie” ha organizzato “Il treno della Liberazione” da Pescara Centrale a Roccaraso. Mentre nella sosta a Campo di Giove si è tenuto lo spettacolo sulla Brigata Maiella “Banditen” della Compagnia dei Guasconi e l’incontro con l’associazione “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”.
 
Anche quest’anno è stata notevole la partecipazione dei giovani. Gli organizzatori mettono in evidenza i grandi valori che animano la marcia. Il ricordo: “È testimonianza d’un passato di uomini e donne, giovani e vecchi, italiani e stranieri, che hanno sacrificato e perfino immolato la vita per la libertà di tutti”. La  riflessione: è un “percorso reale, perché si cammina a piedi sui monti abruzzesi nel Parco della Majella, ma anche esercizio mentale sui temi della Libertà, della Pace, della Solidarietà”. L’accoglienza: “È un’esperienza da vivere per poter condividere, in tempi e modi diversi, ciò che disse il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, nel discorso della prima edizione della Marcia: “Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona, la sera del 24 marzo del 1944”. Buon cammino, Libertà!
 

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