Secondi dietro l’Australia per qualche ora, quarti con Cina e Stati Uniti che si sono “ripresi” il loro posto alla fine della terza giornata dei giochi.

Sembrava una falsa partenza quella dell’Italia alle Olimpiadi di Rio dopo la caduta di Vincenzo Nibali lanciato verso la vittoria nella gara individuale di ciclismo su strada e il flop di Petra Zublasing nel tiro a segno data come favorita numero 1 ed eliminata in qualificazione.

Ma la maledizione dell’oro numero 200, sfuggito per un soffio a Rossella Fiamingo nella spada femminile e a Odette Giuffrida nel judo è stata sfatata grazie a un altro virtuoso del tatami, il ventiduenne piemontese Fabio Basile. Che in uno sport di attesa come il judo non ha aspettato la fine dell’incontro per stendere il coreano An Baul con un ippon, equivalente al ko del pugilato. E una volta rotto l’incantesimo, mezz’ora dopo è arrivato anche l’oro di Davide Garozzo nel fioretto maschile, a 20 anni dalla vittoria di Alessandro Puccini ad Atlanta. Un piccolo miracolo, visto che il siciliano di Acireale non aveva mai vinto neanche una gara di Coppa del Mondo.

Ma l’Olimpiade è così. Lo sa anche Tania Cagnotto, che insieme a Francesca Dallapè si è ripresa con gli interessi la medaglia nei tuffi sincronizzati da tre metri sfuggita a Londra quattro anni fa per pochi centesimi: dietro le imprendibili cinesi l’argento destinato ai comuni mortali stavolta parla italiano, e chissà se adesso Tania si sentirà all’altezza di papà Giorgio che di allori a cinque cerchi ne ha presi quattro.

A completare il medagliere (sette i podi finora) i due bronzi del nuotatore livornese Gabriele Detti nei 400 stile libero e di Elisa Longo Borghini nella prova su strada di ciclismo donne. E siamo solo al terzo giorno.


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