“Aprite le città a tutti i presenti, senza barriere o discorsi importanti”. Questa frase introduce il brano di apertura di “L’amore devi seguirlo”, la nuova raccolta di canzoni inedite scritte e interpretate da Nada. Il pezzo è una sorta di inno essenziale, basato su chitarra, ritmo e voce cadenzata, in cui sono espressi con convinzione, concetti chiari su sradicamento e disperazione.
 
“Una pioggia di sale” descrive l’acqua acida e nera che metaforizza le preoccupazioni della gente, immersa nel quotidiano vivere. In questo contesto Nada concede soltanto qualche accenno alla melodia, preferendo optare per suoni ripetitivi e ossessivi, con il ritmo scandito da pause e brevi assoli strumentali. 
 
“La canzone dell’amore” immagina il suo lui davanti alla macchinetta del caffè, in una sorta di minimalismo urbano che paragona l’ossigeno al vento e il vetro al diamante che non si stacca mai. Il ritmo è perfetto per la vocalità della cantante, divisa tra l’entusiasmo e il tono volutamente infantile esasperato nelle continue ripetizioni di suoni e parole. Questo brano piace fino a far morire, tutti gli strumenti, all’unisono, seguono il progredire di un treno sui binari, senza fare mai soste e stando attenti a non superare la fatidica linea gialla: “Mi piace l’amore, mi piace l’amore, mi piace l’amore, solo con il mio ragazzo…”. Parole semplici nate da un incontro con i ragazzi diversamente abili, che hanno partecipato al laboratorio musicale tenuto recentemente dall’artista toscana.
 
“Finchè tu vorrai” è una sorta di ballata, tra stelle e nuvole, prati e soldati, mentre “Non sputarmi in faccia” ci riporta agli anni ’50, con un lento ironico e paradossale, addolcito dall’organo hammond e da una cantilena post-melodica. Il titolo dice quasi tutto, il resto del testo chiarisce: “non sputarmi in faccia quando parli in fretta, perché, sono innamorata, nonostante tutto, di te”.
 
“Ballata triste” racconta una giornata apparentemente come tutte le altre, ma tra grida, piatti rotti e sangue, c’è una storia di femminicidio, tra le mura domestiche, dove l’amore muore tra indifferenza e violenza. L’arrangiamento è parte del racconto, quasi un film, che scuote i nervi e dona forza alle parole. Una storia di lucida e, purtroppo, ordinaria follia. Il brano è accompagnato dal video ideato e diretto da Lorenzo Kruger dei Nobraino, che racconta un dramma dove non c’è comprensione, comunicazione e amore, concluso in tragedia. 
 
Nada è la protagonista assoluta del filmato, bastano i suoi gesti e soprattutto il testo scritto da lei: “E’ così che comincia la discussione, la discussione precipita in un disastro e il tavolo vola e poi si rompe un piatto, lei grida e i denti mordono i santi, il sangue corre alla testa non si può fermare, i figli sono a scuola, nessuno può sentire, che amore che amore finito così…”.
 
Recentemente Nada ha collaborato con Carmen Consoli per promuovere la lotta al femminicidio, con il brano “La signora del quinto piano”, interpretato con Gianna Nannini, Emma e Irene Grandi. La canzone, nell’album “L’abitudine di tornare” della cantautrice siciliana, sostiene la campagna contro la violenza sulle donne di Telefono Rosa, l’associazione nazionale che da anni aiuta le donne vittime di violenza e i loro bambini proteggendoli e lottando al loro fianco.
 
Nada, oltre che cantautrice è autrice di romanzi. Dopo avere pubblicato “Le mie madri”, “Il mio cuore umano” e “La grande casa”, ha confidato di avere terminato un nuovo romanzo. E’ evidente che scrivere sia la sua passione, si tratti di canzoni, poesie o libri, ma forse nei romanzi, libera dalle ferree regole della metrica e dell’inevitabile sintesi, riesce a essere più libera. Il nuovo libro, intitolato “Leonida”, racconta la storia di una solitudine e di una scoperta, un romanzo fortemente spirituale e al tempo stesso assolutamente emozionante, come anticipato da Atlantide Edizioni, che lo pubblicherà a fine aprile.
 
Tornando alla musica “L’estate sul mare” passa, come i pomeriggi, schiacciando le formiche, cullando un cuore senza amore. “Non capisci più” esalta l’anima rock dell’artista, tra suoni metallici e lune morte, con qualche richiamo al psichedelico anni ’60. “La bestia” se ne va tra la gente che protesta, seminando paura verso tutto quello che non si conosce.
 
“Tira un vento che fa male, tira un vento che mi fa male, tra le ombre della luce, che acceca le persiane, troverò il coraggio, lo troverò, e prima o poi aprirò questa porta e sparirò…”, sono le parole iniziali di “All’aria aperta”, la canzone di chiusura dell’album. Il brano è un invito alla libertà dell’anima e alla creatività, tra rose e crisantemi senza spine e profumo, una filastrocca ricca di metafore e figure sanguigne, dure e grezze come spesso è la realtà. 
 
L’atmosfera che si respira nel nuovo disco è quella della cantina underground d’altri tempi, in cui erano ammassati improbabili e vecchi apparecchi elettronici capaci di registrare l’anima del suono, anche se in realtà gli arrangiamenti nascono sul più moderno e funzionale Garage Band di Apple, per poi essere rifiniti in studio. Le canzoni sono state registrate tra le colline della Maremma da Nada e Gerri Manzoli e da Manuele Fusaroli al NaturalHeadQuarter di Ferrara.
 
“L’amore devi seguirlo” è un disco complicato, sofferto, crudo e raffinato, primitivo e moderno, artisticamente notevole. I sentimenti e il quotidiano emergono dalle parole e dai suoni, che catturano l’attenzione di chi ascolta. Gli arrangiamenti spesso stupiscono: urla, suoni e ottoni escono, inattesi, nel momento giusto e dal lato che non ci si aspetta. Tutto è curato, ogni scelta ha una ragione di essere. Consigliato a chi piace sorprendersi.

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