Una mostra alla Fondazione Ragghianti di Lucca indaga la grande amicizia che ci fu fra due grandi intellettuali del ‘900, Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca 1910 – Firenze 1987) e il pittore, scrittore e uomo politico Carlo Levi (Torino 1902 – Roma 1975). Realizzata per il quarantennale della Fondazione Centro Studi Ragghianti, in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, e con la cura di Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna, l’esposizione sarà aperta fino al 20 marzo 2022.
A Lucca si conservano documenti che riguardano in special modo la sfera storico-artistica e critica che fu al centro di questa amicizia, in particolare un consistente nucleo di lettere che partono dal 1943 e si protraggono fino al 1971 più testi dattiloscritti di Ragghianti su Levi. Nell’archivio romano sono conservati scritti autografi della monografia di Ragghianti, corredati da annotazioni di Levi, nonché fotografie inedite. Oltre ai documenti, saranno esposti numerosi disegni e circa 80 dipinti di Carlo Levi, che ricostruiscono non soltanto la struttura della monografia del 1948 e delle mostre del 1967 e del 1977 curate da Ragghianti, ma anche la cerchia di intellettuali e amici cui i due appartenevano – Eugenio Montale, Giovanni Colacicchi, Paola Olivetti, Aldo Garosci e altri -, con l’aggiunta dei ritratti di personaggi dei quali entrambi avevano stima, come Italo Calvino e Frank Lloyd Wright. ll rapporto tra Ragghianti e Levi, fondamentale per entrambi, si intensifica a Firenze, durante l’occupazione nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza, soprattutto dopo che Levi, nel 1941, trova rifugio clandestino nella casa di Anna Maria Ichino in piazza Pitti, dove scrive il suo più noto romanzo, ‘Cristo si è fermato a Eboli’ cui peraltro è dedicata una sezione.
La mostra e pure il catalogo ricostruiscono, oltre alle circostanze della loro amicizia, i nodi identitari di questo rapporto, le questioni teoriche di carattere storico-artistico, e altri punti d’interesse comuni per un’azione da esplicarsi nel quadro di una politica delle arti.