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Il 2024 segna il centenario dell’Università di Firenze e, insieme, i cento anni dall’ingresso dei primi pazienti nell’Ospedale di Careggi. Per celebrare il doppio anniversario è stata organizzata una particolare mostra dal titolo “Edocere medicos. Storia della formazione medico-chirurgica a Firenze”, allestita alla Biblioteca Medicea Laurenziana.
L’inedito viaggio lungo i secoli si svolge attraverso documenti di eccezionale valore storico ed artistico  a partire dal IX secolo, reperti provenienti da collezioni private e installazioni multimediali.

L’esposizione è pensata come un viaggio che inizia nel 1321 con lo Studium – che contemplava la medicina fra le materie d’insegnamento – e attraversa le epoche fino a noi grazie a “testimoni” d’eccezione: i codici della Laurenziana e i volumi – incunaboli, cinquecentine, libri e manoscritti – del fondo storico della Biblioteca Biomedica dell’Ateneo, proveniente dall’Ospedale di Santa Maria Nuova. Il percorso, in cui sono esposti anche alcuni rari reperti provenienti da collezioni pubbliche e private, è articolato in 20 teche allestite secondo criteri cronologici e offre alcuni approfondimenti tematici. Una sezione è dedicata alla nascita della professionalizzazione e alla fondazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, in cui anche le donne rivendicarono faticosamente la loro presenza: esposta la registrazione della concessione della prima licenza in chirurgia a una donna (1788) e la prima tesi documentata di una donna laureata in Medicina e chirurgia (1899). L’ultima sezione approfondisce la figura del primo Rettore, l’anatomista Giulio Chiarugi, grazie anche al contributo delle famiglie degli eredi.

Il percorso è integrato da un touch screen, realizzato dal Museo Galileo, e da uno sfogliatore, che documenta il periodo successivo al 1924-25, attraverso le immagini dei personaggi che hanno segnato la storia della Facoltà di Medicina e Chirurgia, fino agli anni della riforma universitaria del 2010.

Per i 100 anni dell’Ateneo di Firenze è stata allestita anche un’altra mostra: ‘I Miti ritrovati’ di Onofrio Pepe. Sette grandi sculture in terracotta dedicate al “Mito di Europa” e 30 steli policrome in terracotta e legno, che compongono il “Muro del Mito” esposti nelle due sedi storiche dell’Ateneo fiorentino: il rettorato di Piazza San Marco e Palazzo Nonfinito in via del Proconsolo.  

Il mito, per l’artista fonte inesauribile di temi e soggetti, è esplorato in tutte le dimensioni e rilancia la scoperta di un patrimonio culturale a cui forse oggi si dedica troppo poca attenzione. Come scrive Sergio Givone nel catalogo (Polistampa editore) che accompagna la mostra. “Sempre di nuovo le voci e le immagini della mitologia ci raggiungono e tornano a sorprenderci, toccandoci nel vivo. Anche oggi. A conferma del detto secondo cui il mito racconta cose che non sono mai accadute ma che sono sempre, poiché sempre con noi sono le potenze che governano la nostra vita, sia che mostrino la strada sia che ingannino. E così può accadere che in una bottega fiorentina di là d’Arno il mito mostri un suo irriducibile tratto d’inattuale attualità. Grazie all’opera di Onofrio Pepe, scultore. Nel suo prendere il mito a tema e a contenuto essenziale della sua poetica, Pepe si fa guidare dai grandi testi del passato che ne hanno mediato la trasmissione letteraria (…)  Ma la sua non è in alcun modo una ricerca erudita. E non è neppure interpretazione. A Pepe non importa tanto portare alla luce presunti significati nascosti (…). Importa piuttosto ricreare il mito, attraverso variazioni che sono reinvenzioni e reinvenzioni che sono variazioni”.

Onofrio Pepe (Nocera Inferiore, 1945) vive e lavora a Firenze dal 1969. Alcune delle sue numerose e prestigiose personali hanno avuto sede in significativi luoghi pubblici o legati all’alta formazione, come l’Istituto Universitario Europeo e la stessa Università di Firenze, dove, presso il rettorato, si trova il grande bronzo di Onofrio Pepe “Minerva”.

La mostra “I miti ritrovati” è stata curata da un comitato scientifico composto da Frida Bazzocchi, Teobaldo Fortunato, Gianluca Garelli, Sergio Givone, Federico Gurrieri e Diego Salvadori. Del comitato d’onore fanno parte Alessandra Petrucci, Eugenio Giani, Francesca Ferrandino, Dario Nardella, Tomaso Montanari, Cristina Acidini, Cosimo Ceccuti, Guido Chelazzi, Francesco Gurrieri, Sandro Rogari.


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