Dal Lago di Guardialfiera, nella provincia molisana di Campobasso, è riemerso dopo gli scavi successivi alla siccità estiva il ponte di Sant’Antonio, più conosciuto come ponte di Annibale. Pare che su di esso molti secoli fa siano transitate le armate del condottiero cartaginese. Una memoria del passato della cui vista io stesso avevo goduto fino al suo inabissarsi nelle acque del bacino alla fine degli anni ’70, quando terminarono i lavori per la costruzione della diga del Liscione. Le acque del Biferno invasero man mano i campi coltivati, gli orti, i frutteti di Guardialfiera e i resti dell’antico ponte di Annibale.
Spesso ho raccontato ai miei figli delle tante pescate con mio padre, immersi fino alla cintola e con la canna da pesca in mano proprio sotto la maestosa arcata del ponte. Neanche lontanamente avrei immaginato di poter rivedere un giorno l’antico ponte. Testimonianza duratura di forza e di resistenza nel tempo. Un segnale che il ponte lungi dal morire, volesse ancora farsi ammirare.
Si erge dalle acque, nel meraviglioso quadro naturalistico in cui si trova, in un fascino immaginario unito alla quiete irreale dell’atmosfera lacustre. Ma il tempo stà per terminare, fortunatamente arrivano le piogge e il vecchio ponte tornerà ad essere inghiottito dal lago.