A due anni dalla sua ascesa al trono pontificio, Papa Francesco indice il Giubileo della Misericordia. E lo fa con un annuncio a sorpresa durante  l’Omelia della celebrazione penitenziale nella Basilica Vaticana,  in un momento storico particolarmente difficile per la vita della  Chiesa.
 
L’Anno Santo straordinario avrà inizio con l’apertura della Porta Santa in San Pietro l’8 dicembre 2015 e si concluderà il 20 novembre 2016. 
 
La Bolla di indizione sarà pubblicata il 12 aprile, domenica della Divina Misericordia, festa istituita da Papa Giovanni Paolo II  e celebrata la prima domenica dopo Pasqua. Le date sono fortemente simboliche: l’apertura avverrà nel 50° anno della chiusura del Concilio Vaticano II (1965), quasi a voler sottolineare  la medesima linea ideale perseguita dalla Chiesa mezzo secolo dopo con la sua attenzione per  gli ultimi, evocata già da Papa Roncalli prima del Concilio.  
 
Tema forte quest’ultimo che, assieme al dialogo interreligioso e al rapporto con il mondo contemporaneo, Papa Bergoglio ha messo al centro del suo Pontificato. 
 
 La tradizione del Giubileo,  tra i momenti più alti e significativi nella vita della Chiesa, iniziata nel 1300 da Bonifacio  VIII, è divenuta nello spirito dei cattolici  un’opportunità per approfondire la  propria fede e vivere con rinnovato impegno la testimonianza cristiana. 
 
Finora gli Anni Santi ordinari sono stati 26, l’ultimo è stato il Giubileo del 2000, il secondo indetto da Giovanni Paolo II dopo quello del 1983. Papa Francesco, con l’annuncio del nuovo Giubileo straordinario, pone al centro dell’attenzione  non il Dio giudicante dell’Apocalisse, ma il Dio misericordioso del Vangelo di Luca, “Dio perdona tutto e perdona tutti”, ha ricordato.  
 
Nell’annunciare l’Anno Santo  ha detto di aver “pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale”.  
 
La Misericordia del resto è un tema molto caro all’attuale Pontefice nel cui motto da Vescovo si legge “Miserando atque eligendo”.
 
Perché la misericordia “cambia il mondo, lo rende meno freddo e più giusto”, aveva detto nell’Angelus del 17 marzo 2013 e  nel suo Messaggio per la Quaresima 2015: “Quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di Misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza”. 

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