Un aspetto importante dell’ispirazione di Federico Fellini rimanda alla sua vena visionaria e fantastica, irreale, metaforica, humus fecondo da cui nasce la sua immensa e multiforme opera.
Fellini sfugge alle etichette in nome di una libertà creativa senza limiti, ma abilmente tenuta sul filo di una inesauribile fantasia. Spesso si serve del sogno come visione del mondo e fonte di ispirazione di sequenze realizzate anche a distanza di anni. Sognatore e ribelle, il grande cineasta ci trascina ogni volta in un suo teatro molto personale, dove anche i desideri più assurdi si possono realizzare, ci racconta storie strane e poetiche, vi getta dentro la vita, l’amore, gli incubi, abbatte la barriera degli elementi e dei regni, traducendo in linguaggio cinematografico le tracce del sogno come essenza degli esseri e delle cose.
Verve fantastica che accompagna tutta la sua attività filmica, ma si accentua a partire dalle Tentazioni del Dottor Antonio, proseguendo con Otto e Mezzo e Giulietta degli Spiriti. Al pari di Bergman cerca di ricreare nel cinema aspetti della realtà ultrasensibile, il misterioso, l’esoterico, il “mondo non visto”, in una ricerca incessante di altre possibilità, altre dimensioni, altri viaggi … L’incontro con Ernst Bernhard fu per lui fondamentale: lo psicoanalista junghiano non solo gli svelò le vie attraverso cui si manifesta l’Inconscio, ma gli mostrò anche una nuova visione del mondo attraverso la lettura dei Tarocchi e la consultazione degli IChing. Frutto della frequentazione con Bernhard, fu il suo famoso Libro dei sogni, fedele sintesi di scenografie e visioni notturne, di cui il regista operava al risveglio la memorizzazione grafica.
Immagine e testo seguono approcci differenti, da una parte il linguaggio ricco, preciso, complesso, dall’altro il disegno trasmette la meraviglia dell’immaginario notturno e nel contempo la distanza che serve per decifrarlo attraverso quell’io del sogno che ha le fattezze di un piccolo personaggio visto da dietro. Del resto era il disegno il primo schermo su cui proiettava le sue visioni, i sogni, le trame. Soleva dire: “Il cinema non è figlio della letteratura, ma della pittura”. Come uno Chagall della macchina da presa Fellini attraversa i generi, li riconosce, li ama ma rimane sempre e comunque se stesso, con la sua segreta volontà di illogismo, convinto che ciò che logico non sembra, l’irrazionale, sia spesso ciò che più si avvicina alla verità.
Fu il mondo dell’infanzia ad avere su di lui una grande suggestione, quello conosciuto attraverso Il Corriere dei piccoli, Pinocchio, Il circo di Chaplin, Dickens…. Un’infanzia, come per tutti, sottoposta alle esperienze della maturità, un mondo che conosce avendone fatto esperienza dentro di sé.
Sarà l’incontro con il professor Gustavo Rol, conosciuto per “Giulietta degli Spiriti”, che, attraverso numerosi esperimenti, gli proverà che esistono altre dimensioni e non c’è un termine al viaggio degli esseri umani. In questo senso vale forse ricordare l’interesse di Fellini per le pratiche sciamaniche dello scrittore- antropologo Carlos Castaneda su cui avrebbe voluto fare un film, questo per dire quanto il geniale regista fosse interessato allo strano e alla diversità. Alle letture di Jung, specialmente quello dei Ricordi, Sogni, Riflessioni, si rifà soprattutto la sua fascinazione per il diverso e il marginale che tanta parte avranno nei suoi film.
A questo mondo onirico, alla sua creatività visionaria si ispira il bel docu-film, “Fellini degli Spiriti” di Anselma Dell’Olio, prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema in coproduzione con Walking the Dog. Critico cinematografico, attrice e regista, l’italoamericana Anselma Dell’Olio, Selma Jean Dell’Olio, di padre pugliese e madre ebreo-russa, nata a Los Angeles, ma residente a Roma, dove ha sposato il giornalista e politico Giuliano Ferrara, esplora con l’aiuto di personaggi che il regista hanno conosciuto, l’aspetto più segreto della complessa personalità del grande cineasta.
Il viaggio nell’universo felliniano indagato dalla regista ha richiesto due anni di lavoro fra ricerche e realizzazione, e si snoda attraverso spezzoni ed immagini dei film, da Giulietta degli Spiriti allo Sceicco bianco, La voce della luna, pagine del libro dei sogni… Il film, selezionato per il Festival di Cannes 2020 sezione classics, presentato in anteprima a Bologna e a Rimini e su Rai Uno a gennaio 2021, prende per la prima volta in esame questo aspetto della cinematografia di Fellini di cui lo scorso anno si è festeggiato il centenario dalla nascita (il maestro era nato il 20 gennaio 1920 a Rimini in Via Dardanelli alle 21,30).
Raccontano il suo mondo magico la cartomante Terry Gilliam che Fellini consultava sempre, la sensitiva Giuditta Mascioscia amica di Gustavo Rol, il regista Damien Chazelle, i collaboratori e gli amici più stretti, artisti, analisti, il regista Premio Oscar William Friedkin… Attraverso materiali d’archivio di Rai Teche e dell’Istituto Luce, le immagini dei suoi film e interviste agli intellettuali che più hanno studiato e raccontato il suo lavoro, “Fellini degli Spiriti” si rivela un ritratto inedito ed affascinante del grande regista.