Una grande pagina di storia poco conosciuta.
La notte del 3 ottobre del 1943, sbarcò a Termoli l’VIII armata del Gen. Montgomery.
Dopo aspri combattimenti durati 4 giorni, furono ricacciati i tedeschi. Più di mille i morti tra i soldati britannici e tedeschi, 18 le vittime tra la popolazione civile.
Teatro della “battaglia”, il territorio che va da Campomarino a Petacciato, Montenero di Bisaccia, Acquaviva, la valle del Biferno e Larino. I tedeschi nella ritirata requisivano armi, viveri e vettovaglie.
A Larino tra le altre abitazioni, veniva requisito il villino Zappone. Quartier generale dei tedeschi dove espletavano attività logistiche, impartendo e ricevendo ordini. Anche a Larino continuarono a razziare e a requisire animali, viveri, veicoli, macchine e strumenti di ogni tipo.
Mi raccontava mio padre, a tale proposito, che un ufficiale tedesco, avendo appreso da un suo sottoposto del rifiuto da parte di un inserviente di mio zio, alla consegna di un maiale, esplose un colpo di rivoltella in casa, che andò a conficcarsi nel meccanismo di un orologio a pendolo posto poco al disopra delle teste dei presenti.
Il tutto si risolse con la concessione semispontanea del desiderato suino. Gli alleati entrarono a Larino il 12 ottobre. I tedeschi, in ritirata verso Cassino. ( cfr. “La battaglia di Termoli” di A. Smargiassi).