La passione e il talento per la musica accompagnano Antonio Di Iorio sin dai primissimi anni di vita. Scrive i primi brani per pianoforte a soli cinque anni e a dodici anni produce il suo primo brano orchestrale fino a diventare il musicista, pianista, direttore d’orchestra e compositore di musica classica e  colonne sonore che è oggi.
 
Di Iorio originario di Campobasso ha alle spalle una solidissima formazione: dopo il diploma in Pianoforte e in Composizione presso il Conservatorio della sua città natale si laurea in Composizione e poi in Direzione D’orchestra per poi proseguire la sua carriera negli USA dove si trasferisce nel 2011 per studiare al Seattle Film Institute. Di Iorio compone musica per documentari, pubblicità e colonne sonore per film e annovera importanti collaborazioni sia in Italia che negli USA.
 
Nel ripercorrere la sua storia Antonio dedica il suo successo alla famiglia, suo grande punto di riferimento che gli ha permesso di far diventare la sua passione la professione per la vita. Antonio riserva particolare gratitudine al padre la cui prematura scomparsa è stata, pur nel dolore per la perdita, la forza per partire per L.A. e onorare i sacrifici fatti in passato da chi ha  creduto in lui. Una presenza costante quella del padre nella vita di Antonio che continua a sostenerlo nel realizzare, passo dopo passo, i suoi sogni. 
 
Antonio come ti sei avvicinato alla musica?
Fin da piccolo suonavo tutto quello che mi capitava sotto mano, così dalle lezioni di pianoforte al mondo della composizione il passo è stato brevissimo. Ho poi scoperto i due Maestri che sono divenuti le colonne portanti della mia vita artistica: il compositore russo Pyotr Ilyich Tchaikovsky e il compositore di musica da film americano John Williams. Ascoltandoli ho avuto una folgorazione e ho deciso che anch’io avrei dovuto scrivere per quel numero indefinito di suoni variegati che alle mie orecchie risultava del tutto nuovo, ovvero l’orchestra sinfonica. 
 
Quali consideri i momenti più salienti della tua ricca carriera artistica? 
Il momento che ricordo con più affetto sono i miei anni di lavoro a Milano collaborando con un compositore di musica classica e per la televisione con cui è nata un’ottima amicizia e che poi ho ritrovato qui a Los Angeles. Mi ha dato una grossa mano e non lo dimenticherò mai.
 
Nel voltarmi indietro vedo tutta una serie di eventi quasi guidati dal destino che mi hanno portato qui: dalla vittoria del Concorso di Composizione “A Vancouver Con La Tua Musica” indetto da SKY TV nel 2009-2010, alla registrazione delle mie musiche con la grande Orchestra Verdi di Milano ai concorsi vinti in Polonia per arrivare a Los Angeles nel 2013 grazie alla nomination all’Hollywood Music in Media Award del mio brano “Spacecraft Escape”, registrato a Seattle durante il mio Master Degree program di un anno al Seattle Film Music Institute, Pacific Northwest Film Scoring Program. Nel 2014 la svolta decisiva, sono stato ammesso al prestigiosissimo programma dell’ASCAP Television & Film Scoring Workshop tenuto dal compositore Richard Bellis a Hollywood.
 
Lo scorso Ottobre 2015 mi sono trasferito definitivamente a L.A., la città numero uno per le produzioni di film, TV show e tutto il resto collegato ai media. Ho iniziato a lavorare per JoAnn Kane Music Services, la società per antonomasia di preparazione, orchestrazione delle musiche da film, concerti, album, registrazioni. Inoltre il 14 Giugno prossimo, registrerò la mia colonna sonora per il film-documentario “Flying Over Washington”. 
 
Hai alle spalle una formazione come pianista, orchestratore, arrangiatore, direttore d’orchestra, compositore di musica classica e colonne sonore. Come coniughi questa formazione più classica con Hollywood e il mondo del cinema?
Io continuo ad essere un compositore e direttore di musica classica e credo che avere basi classiche oggi giorno serva molto per affrontare il mestiere di compositore di musica da film. Certo, verrebbe da dire che ci sono programmi musicali avanzati che fanno il grosso del lavoro, ma le competenze e le conoscenze tecniche non si improvvisano e la creatività non si impara, nessuno la può insegnare, è un dono. L’aver studiato partiture classiche mi ha dato le conoscenze fondamentali per portare tali nozioni nella musica da film che ha adottato non poco gli stilemi e linguaggi degli autori classici, soprattutto Europei. 
 
Qual è il tuo rapporto artistico con Los Angeles? E’ una fonte di ispirazione?
A Los Angeles si investe molto sulla musica in generale sia quella da film che della nostra amatissima musica classica. La parola d’ordine qui è meritocrazia e c’è spazio per tutti colori che hanno qualità, umiltà ed esperienza e se si giocano bene le proprie carte si può creare qualcosa di davvero unico e si possono realizzare i propri sogni. Tutta questa positività è fonte di grande ispirazione perché trasmette coraggio e ti fa pensare “ce la posso fare, qui posso realizzare qualcosa”.
 
Chi sono i tuoi punti di riferimento a livello artistico, chi ha ispirato e influenzato maggiormente la tua opera?
Senza ombra di dubbio il più grande dei Maestri, compositori viventi di musica da film, John Williams ma anche il nostro grande Morricone, indimenticabile con le sue innumerevoli colonne sonore e melodie eterne. Nella musica classica invece i miei pilastri sono Tchaikovsky, Respighi, Prokofiev, Puccini, Penderecki, Strawinsky, Korsakow. Io adoro ascoltare la musica di qualità a 360 gradi, quindi non mi precludo nulla. Se sento un brano blues o pop o funky che funziona, che ha qualcosa, che ha una scintilla, ne vengo attratto ugualmente. Non bisogna perdere di vista che la musica sta cambiando e che sempre più si sentono fusioni di stili tra orchestre sinfoniche e l’elettronica, o il blues, il pop. Insomma, la musica non ha barriere di genere e di stili.

Receive more stories like this in your inbox