Cinquant’anni di grande cultura teatrale, superando mille difficoltà. Il Teatro Stabile dell’Aquila dal 28 ottobre 1963 ad oggi, è stato lo straordinario palcoscenico dei più grandi personaggi italiani e stranieri. 
 
Testimonianze rilevanti vengono proposte dallo studioso Gianfranco Giustizieri che ha recuperato materiale e ritagli di giornali ingialliti dove ci sono importanti notizie sui meravigliosi anni del Teatro Stabile.
 
Da anni setaccia “archivi pubblici e privati dove per fortuna si trovano gli originali di alcune lettere ma anche ritagli di vecchi giornali”. E proprio grazie a questi “ritagli” è possibile far conoscere ai giovani d’oggi e lasciare in eredità alle generazioni future, manifestazioni di notevole spessore culturale promosse dal Teatro Stabile dell’Aquila.
 
“Nel dicembre del 1966 – dice Giustizieri – L’Aquila, nel decennale della morte, dedicò due giornate di studio a Corrado Alvaro, con una tavola rotonda e la rappresentazione teatrale del testo dello scrittore calabrese ‘La Lunga notte di Medea’. Tra i  partecipanti, Laudomia Bonanni, Maurizio Scaparro, Nicola Ciarletta, Giovanni Pischedda, Roman Vlad, Bruno Gentili”. 
  Nei giornali dell’epoca il valore delle proposte del Teatro Stabile de L’Aquila

  Nei giornali dell’epoca il valore delle proposte del Teatro Stabile de L’Aquila

In venticinque giorni Alvaro aveva messo a punto il testo della tragedia in due atti. Venne portata in scena l’11 luglio del 1949, al Teatro Nuovo di Milano. Rappresentata da Tatiana Pavlova con scene e costumi di De Chirico e musiche di Pizzetti. A L’Aquila l’allestimento era stato diretto da Maurizio Scaparro, protagonisti Laura Adani e Renzo Giovampietro. 
 
Giustizieri mostra l’articolo del “Tempo” pubblicato il 6 dicembre 1966 con l’allora giovane giornalista Bruno Vespa che scriveva: “Laudomia Bonanni ha rilevato le affinità tra Corrado Alvaro e Ignazio Silone, entrambi testimoni delle sofferenze e della civiltà delle loro terre”. La due giorni veniva elogiata da tantissimi altri giornali, dal Popolo al Corriere Adriatico. 
 
Paese Sera così aveva riassunto le indicazioni venute dalla tavola rotonda: “L’opera letteraria di Alvaro e in particolate la Medea è stata analizzata nei valori etnici e culturali espressi dallo scrittore. Ha dato un contributo etico e culturale alla società del suo tempo con un costante impegno letterario ed un profondo rigore civile profusi per la rigenerazione dei diseredati calabresi”. 
 
Giustizieri sei anni fa aveva cercato a lungo gli atti della tavola rotonda. Invano perché “la Scuola di cultura d’arte drammatica aveva ormai chiuso i battenti e, da quel che mi è stato detto, tutto l’archivio era passato al TSA (allora Teatro Stabile dell’Aquila). Cercammo a lungo, con l’aiuto dei responsabili del tempo, ma nulla è venuto fuori. Forse tutto era rimasto in semplici appunti che la competenza dei conferenzieri aveva tramutato in profonde relazioni”.
 
Per capire quale è stato fin dall’inizio il valore qualitativo delle proposte del Teatro Stabile, basta leggere un altro storico ritaglio del “Tempo” recuperato dallo studioso. È del  29 aprile 1966. Questo il titolo: “Ed egli si nascose” di Silone. Questa sera sui teleschermi”. Nelle case di milioni di italiani, alle 21, entrava il dramma dello scrittore di Pescina nell’allestimento del Teatro.
 
L’evento straordinario veniva così esaltato nell’articolo: “Questa trasmissione costituisce per lo Stabile e per L’Aquila un traguardo di eccezionale portata culturale. Fino a questo momento le uniche compagnie stabili che hanno registrato in tv erano quelle di Milano, Torino e Genova, sulle undici esistenti in Italia e questo inserimento dell’Aquila tra i grandissimi Stabili è assolutamente notevole se si pensa che la Compagnia di prosa ha debuttato soltanto nel marzo dell’anno scorso. E la tv non si è mai servita di Compagnie private, ad eccezione della Compagnia dei giovani De Lullo-Falk-GuarnieriValli”. 
 
Poi la soddisfazione per la valorizzazione dell’opera siloniana: “La televisione intende onorare l’idea di Ignazio Silone che dopo 30 anni di singolare silenzio sulla sua opera, ha visto in pochi mesi esaltare il suo messaggio.
 
Circa cento recensioni ufficiali sulle edizioni nazionali dei massimi quotidiani italiani e larghe attenzioni da Le Figaro, The Times, The Financial Times, Daily American ed altri autorevoli organi internazionali. Un record sbalorditivo se si pen-sa che fino a questo momento spettacoli eccezionali come la Maria Stuarda o Le baruffe chiozzotte non hanno superato la sessantina”. 
 
L’articolo veniva anche corredato da una foto con Ignazio Silone.
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