(Ph Rebecca Schönbrodt-Rühl da Pixabay)

A pochi chilometri da Tarquinia, antichissima cittadina che si affaccia sul mare a nord di Roma, nel pianoro del bellissimo bosco della Roccaccia, la Festa della Merca si è svolta anche quest’anno rinnovando, tra i partecipanti e i tantissimi spettatori, il sentimento comune di grande amore e attaccamento alle tradizioni, alle razze equine, bovine e canine autoctone, e all’identità naturalistica e selvaggia della Maremma.    La Maremma è una vastissima area geografica che si estende lungo le coste dell’alto Lazio e della Toscana, affacciandosi sul mar Tirreno fino al Mar Ligure. Tutta questa lunga e ampia striscia di terra, oggi per lo più destinata a coltivazioni, allevamenti e pascoli, era in passato una grande area paludosa, malarica e poco produttiva. Fu bonificata durante il periodo fascista e definitivamente sanata negli anni ‘50. I terreni furono assegnati ai contadini e tolti ai latifondi con l’istituzione dell’Ente Maremma nel dopoguerra. Poco alla volta, con il duro lavoro e la conoscenza ancestrale del territorio da parte delle popolazioni autoctone, la Maremma è risorta.    Oggi questa è una delle più belle, ricche, uniche zone dell’Italia, dove straordinari siti archeologici, boschi di macchia mediterranea incontaminata, parchi naturali, spiagge ampie e assolate si distribuiscono lungo tutta la sua superficie.   

Conservando a tratti i suoi lati aspri e misteriosi, che la rendono così attraente e bella, la Maremma non a caso fu la patria degli Etruschi, antichissimo e nobile popolo, raffinato e colto.  Protagonisti indiscussi di questa terra sono il buttero, il suo cavallo e il suo cane maremmani e ovviamente il bovino, anche questo maremmano.   

Il buttero, l’equivalente locale del cowboy americano, non aveva una vita facile: iniziava  a radunare le mandrie negli acquitrini già prima dell’alba in sella al suo inseparabile cavallo e aiutato dal suo cane dal pelo bianco e folto; si concedeva un pasto semplice e frugale e poi, di nuovo in sella fino a sera, quando al massimo un bicchiere all’osteria tra butteri, lo vedeva a parlare ancora delle sue bestie: i bovini maremmani. Una razza pregiatissima, dalle lunghe corna affilate che pascola allo stato brado conferendo così un sapore assolutamente unico e intenso alle carni.     Il “socio” inseparabile del buttero, il fantastico cavallo maremmano, è autoctono della Maremma. Dal carattere fiero, energico e generoso, estremamente resistente e forte dal punto di vista fisico, è assolutamente insuperabile in fatto di lavoro con le mandrie bovine, per il raduno e durante l’attività di marchiatura, da cui prende il nome la Festa della Merca.   

La Merca, antichissimo procedimento usato dagli allevatori per riconoscere i propri animali attraverso un marchio che veniva impresso a fuoco sulla coscia del bovino, oggi è sorpassato al fine di non infliggere più sofferenza all’animale, che viene marchiato con un procedimento soft e praticamente indolore. Ma durante la Festa, le fasi di sbrancamento, ossia la separazione del vitello dal gruppo da parte dei butteri a cavallo, la successiva immobilizzazione dell’animale al centro del tondino, un recinto piccolo e circolare e poi la marcatura a fuoco, vengono spettacolarmente rievocate, proteggendo però l’animale dal marchio di ferro arroventato grazie ad una pelle di cuoio molto spessa.   

E’ così che anche quest’anno alla Roccaccia, più di 6000 persone hanno partecipato alla 48° edizione della Festa della Merca in abbinamento con la XX° Mostra Nazionale del Bovino Maremmano, organizzata dall’Università di Tarquinia con la collaborazione di numerosi sponsor privati e associazioni nazionale e non presenti sul territorio. Il programma proposto dal presidente Alberto Blasi e dal suo staff, è stato intenso, vario e appassionante.   Non solo lo spettacolo dello sbrancamento e della Merca, ma anche caroselli equestri, la mostra nazionale del Bovino Maremmano, gare di cavalieri a cavallo, la prima gara di mascalcia, antica arte dei maniscalchi per ferrare i cavalli, e ancora gare di cross country, intrattenimenti per i più piccoli nel loro spazio ludico, un raduno cinofilo competitivo del magnifico cane pastore maremmano abruzzese e del cane segugio maremmano. Il tutto innaffiato dal buon vino locale e soprattutto dalla carne alla brace dei bovini maremmani, il cui profumo si è sparso nell’aria fin dalla prima mattinata, rendendo l’atmosfera succulenta, assolutamente accattivante, rilassante e serena.   

Un villaggio espositivo e la possibilità di passeggiare nel bellissimo bosco della Roccaccia hanno completato quest’evento così genuino, generoso e accogliente, dove la biodiversità delle razze maremmane è decisamente valorizzato e protetto, e dove, come ha detto il presidente Blasi, almeno una volta l’anno “la lingua ufficiale torna ad essere, decisamente, quella maremmana”.


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