La pietra leccese è facile da lavorare e intagliare con un coltello tanto che in Salento si parla di ‘opere de curtieddu’ cioè fatte con il coltello (Ph. Jekaterina Voronina da Dreamstime.com)

Quando si pensa al Sud Italia, una delle prima immagini che sovviene è fatta di sole caldo, mare, ospitalità delle persone e buon cibo. A tutti questi importanti aspetti vanno aggiunti due elementi  di grande importanza: la storia e l’arte. Numerose aree meridionali furono la sede della Magna Grecia e nel corso dei secoli videro svilupparsi movimenti artistici che, ancora oggi, sono riscontrabili nei loro angoli. 
 
Così è per la bella città di Lecce. Ci si potrebbe fermare al piacere di passeggiare per questo centro storico, che sembra essere uscito da un libro fotografico vintage, oppure si potrebbe gioire nel sedersi a bere un fresco caffè leccese accompagnato da un pasticciotto, il tipico dolce locale la cui bontà è indiscussa. 
In realtà Lecce è un gioiello del barocco espresso nelle costruzioni nobiliari e nelle chiese. La città pugliese fu la culla dello stile artistico nel Sud Italia e qui esso acquistò una sua identità specifica differente dalle altre zone divenendo espressione autonoma. Il barocco rappresentava soprattutto la nobiltà e il clero in quanto manifestazione della grandiosità e del fasto che esprime e riversava nella ricchezza delle decorazioni. 
 
Come si differenzia questo barocco da quello che si trova nel resto dell’Europa? 
Essendo allora la regione a prevalenza agricola – siamo nel XVII secolo, l’epoca della Controriforma quando si celebra la Chiesa e la gloria di Dio –  anche l’arte non poteva che esprimere la grandezza di ciò che l’occhio vedeva intorno a sé: la natura, la terra, i prodotti dell’agricoltura. L’arte si avvicina alla società in cui si trova diventandone un mezzo di comunicazione. 
Assolutamente da visitare, per scoprire il barocco leccese, è la basilica di Santa Croce. Questo monumento, quasi nascosto nelle vie del centro storico, è un tripudio di decorazioni che ne rendono la facciata, e al contempo gli interni, importanti testimonianze.  La struttura non è separabile dal convento dei Celestini, dove le figure non sono solo di tipo agricolo ma propongono figure grottesche e terrificanti, come allegorie tipiche di quell’epoca.
 
Quando il pericolo dell’invasione turca fu scongiurato, la provincia leccese vide svilupparsi questo stile artistico: veniva in aiuto la pietra tufacea della zona, che nelle sue tonalità calde e dorate era adatta alla lavorazione con lo scalpello e quindi alla cura quasi maniacale dei particolati decorativi. Nulla è stato lasciato al caso, ma scolpito con attenta maestria seguendo i progetti dei grandi architetti.
 
Camminando per le vie del centro ad un tratto lo sguardo si apre su una piazza dall’ampio respiro: siamo di fronte al Duomo, istituzione fondamentale per i cittadini. La cattedrale è intitolata a Santa Maria Assunta ed è un altro esempio del barocco leccese. L’esuberanza delle decorazioni sembra creare una sorta di sinfonia visiva che riempie l’insieme. La continuità visiva e concettuale si ha anche tra l’interno e l’esterno. Un luogo di incontro per i fedeli ma anche un tripudio d’arte. Svetta verso il cielo il monumentale campanile che non passa inosservato nemmeno ai più distratti. 
 
Tra le altre chiese va ricordata quella di Sant’Irene, ex patrona del capoluogo salentino, la chiesa di San Matteo, come pure la chiesa di Santa Chiara. La presenza del barocco soprattutto nelle chiese è dovuta al fatto che l’istituzione clericale era il maggiro committente per artisti, scultori e architetti. 
Camminare per Lecce vuol dire essere avvolti in una magnificenza di barocco che ci riporta indietro nel tempo. Il trucco per goderne fino in fondo è di abbandonarsi ad un’esperienza sensoriale e culturale lasciandosi avvolgere di arte e magnificenza a 360 gradi.
 

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