Dino Marsan è un illustratore, artista digitale, fotografo, scrittore o per meglio dire un creativo e un visionario, capace di vedere dietro a un semplice pennello, computer o drone, uno strumento in grado di esprimere la propria creatività, spesso in anticipo sui tempi. 
L’Italo-Americano, che ha contribuito a finanziare la ricostruzione del Teatro comunale di Ferrara danneggiato dal terremoto del 2012, lo ha incontrato mentre era intento a sviluppare “Maialik”, il supereroe difensore della ricchezza artistica e storica ferrarese. 
 
Vuole parlarci di “Maialik” il supereroe la cui missione è di difendere il patrimonio culturale ferrarese?
Maialik nasce dalla volontà di fondere due elementi quali originalità e cultura. La scintilla è scattata grazie a uno spazio aperto su Facebook, gestito dai miei concittadini di Ferrara, dove il termine maiale ricorre spesso in un’esclamazione dialettale: maial! Con la complicità di un foglio e una matita ho disegnato di getto un personaggio dal corpo umano e con il volto “paciottello” del suino, trasformandolo in un eroe dedito alla salvaguardia della cultura e delle tradizioni ferraresi. 
Com’è facilmente intuibile dal nome e dall’abbigliamento, Maialik mi è stato suggerito dalla passione per il fumetto e per Diabolik. Da questo personaggio il supereroe ferrarese ha ereditato soltanto il costume mentre di giorno, per non destar sospetti, si trasforma in Carlastolfo Bonzagni, un giovane giornalista che lavora a Telesbragonza (sbragonza è un termine dialettale utilizzato per definire una comare ficcanaso e curiosa), una scalcinata tv locale.
Maialik non ruba e non indossa maschere, è dotato di particolari poteri perché non è originario del nostro pianeta. La sua missione è di proteggere la cultura e le tradizioni del territorio ferrarese da ogni tipo di minaccia, il tutto in chiave divertente e ironica.
 
Come si sviluppa il microcosmo di “Maialik”?
Maialik si è creato un habitat ideale nel sottosuolo di Ferrara. Il supereroe ha costruito una rete di stanze e cunicoli sotterranei grazie ai quali può spostarsi di giorno senza essere visto. Il suo spazio vitale è molto particolare perché composto di stanze a cupola con le pareti di roccia e terra, un forte contrasto con l’arredamento vario e ricco di oggetti di valore storico. 
Con le sembianze di Carlastolfo, Maialik vive la quotidianità cittadina in modo da essere sempre informato su fatti e avvenimenti che possono rientrare negli interessi della sua “crociata”. Di notte esce dai vari pertugi adeguatamente predisposti (tombini, porte segrete etc) e si muove con l’aiuto di mezzi come l’Apelik o il Dronelik, costruiti da lui personalmente. Grazie ai suoi poteri non conosce ostacoli tanto che, nel suo vocabolario, la parola “impossibile” non esiste. Se le circostanze lo richiedono il supereroe può cambiare forma, siano esse umane, meccaniche o elettroniche.
Nel suo mondo orbitano alcuni importanti personaggi che contribuiscono a renderlo più dinamico e simpatico, tra questi Gattolik, il suo inseparabile gatto. Le forze dell’ordine hanno un ruolo importante, mentre nelle storie di Diabolik l’antagonista è rappresentato da Ginko, qui abbiamo l’ispettore Pinco Bulletti, coadiuvato dal suo assistente Pallino Ciordani. Altri personaggi fissi sono: Lucio Furbetti manutentore all’interno di Telesbragonza e la donna delle pulizie della medesima sede, la signora Franca Razdo. 
 
Maialik e Carlastolfo Bonzagni, cosa li accomuna e cosa li distingue?
Li accomuna l’origine biologica perché in realtà sono la stessa entità che, grazie a una sorta di metamorfosi, li cambia soltanto esteriormente. Nel confrontarli è lampante la differenza a livello di conformazione fisica. Maialik è corpulento e massiccio mentre il giovane Carlastolfo è gracile, direi quasi trasparente. Entrambi però si compensano ai fini delle missioni perché il giovane giornalista, grazie al suo lavoro, è sempre aggiornato su quanto succede in città, consentendo a Maialik di intervenire con la complicità della notte. 
 
Jekyll e Mr. Hide sono alla base di questo personaggio?
In parte sì. La differenza sostanziale consiste nel fatto che i protagonisti del racconto di Robert Louis Stevenson, oltre a trasformarsi nell’aspetto, cambiano anche nel carattere in maniera radicale. Nel caso del mio personaggio il cambiamento si limita solo al fatto che l’eroe è più deciso e sicuro di sé, ma entrambi hanno una buona indole.
 
Quanto è importante la collaborazione con Alessandro Bersanetti?
Questo progetto si sta rendendo concreto grazie alla preziosa collaborazione di Bersanetti, un amico inseparabile con cui ho condiviso numerose altre avventure creative. La pazienza e la costanza di Alessandro nello studio e nella ricerca, sono gli elementi che compensano le mie lacune. Il nostro è un connubio felice che ora s’identifica con il logo “Mars&Bersa”.
 
“I volti del mercato, Ferrara anni ‘70” è il libro di fotografie che ha pubblicato, abbinando le sue immagini ai testi di Riccardo Roversi, una perfetta sintesi di due ferraresi doc.
Nel 2007 mi rivolsi alla casa editrice Este Edition per proporre il mio primo progetto editoriale intitolato “Alle porte di Ferrara”, in quell’occasione scoprii che la dirigeva Riccardo Roversi, un mio vecchio amico conosciuto al tempo del servizio militare a Roma. Ritrovarsi fu una piacevole sorpresa per entrambi e grazie anche ai suoi preziosi consigli entrammo subito in sintonia nell’organizzare la mia prima pubblicazione. Alla luce di quel primo contatto la nostra collaborazione si consolidò e realizzammo la mia seconda fatica editoriale “I volti del mercato – Ferrara anni 70”, in cui Roversi, profondo amante e cultore delle nostre tradizioni, inserì alcuni suoi racconti e aneddoti su Ferrara. L’iniziativa piacque sia alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara, che lo finanziò interamente, sia al pubblico. Le copie del libro andarono esaurite in breve tempo.

Receive more stories like this in your inbox