Altomonte (© Eugenia Struk | Dreamstime.com.)

Prendi uno dei più antichi siti di insediamento umano, un popolo italico affascinante, il substrato ellenico e la storia degli ordini religiosi, un santo famoso per i suoi miracoli, sette colli, due catene montuose e due mari….mescola il tutto e uniscilo ai profumi tipici del bergamotto, della liquirizia, degli olivi e del peperoncino; aggiungi infine una cattedrale e un evangelario greco considerati patrimonio dell’Unesco, 4 borghi considerati tra i più belli d’Italia e diversi castelli di epoca svevo-normanna e otterrai la sintesi di una delle province più affascinanti della penisola italiana: Cosenza.  Ma attento. Non lo scoprirai attraverso le solite guide dei tour operator che pubblicizzano i soliti itinerari del fast food culturale.  Ti occorrerà mettere nella borsa da viaggio la voglia di assaporare il tempo con lentezza, per assorbire passo dopo passo una terra intrisa di storia e cultura.

Posta a confine con la Basilicata, Cosenza è la più estesa delle province calabresi e ospita nel suo territorio tutti i biotipi della penisola: dalle vette aspre e maestose del Pollino e della Sila alle acque limpide dello Ionio e del Tirreno, con le loro splendide coste. E tra i quattro angoli dei suoi confini custodisce numerosi gioielli: dal sito paleolitico della Grotta del Romita a Papasidero al Museo Diocesiano di Rossano, dagli stupendi canyon lungo il percorso del fiume Lao al Santuario di San Francesco di Paola, dal Codex Purpureum Rossanensis (antichissimo evangelario greco del VI secolo di origine bizantina inserito nel patrimonio Unesco) al Museo della Liquirizia.

Che ci si arrivi in auto o in treno, oppure optando per un volo fino a Lametia Terme e conseguente spostamento autonomo, Cosenza merita di essere visitata rigorosamente a passo d’uomo o in bicicletta per coglierne non solo l’essenza storico architettonica ma anche il sapore dell’umanità italiana che misura il tempo sui rapporti sociali.  Detta anche città dei Bruzi, Cosenza è una dei borghi più antichi della Calabria e si estende su sette colli nella valle del fiume Crati (secondo la leggenda nel fiume è conservato il tesoro del Re dei Goti, Alarico), laddove confluisce nel Busento.  

Nel Cinquecento fu chiamata “Atene della Calabria” per il suo vasto patrimonio storico e artistico. I vicoli stretti della città antica contornati da importanti edifici monumentali, palazzi signorili e manufatti religiosi fanno del centro di storico uno dei più belli d’Italia. Il Museo dei Brettii, il Museo delle Rimembranze, Il Cinemateatro, il teatro stabile d’Innovazione, il Museo all’aperto Bilotti, piazza XV marzo concorrono ad arricchire un’offerta culturale di primissima qualità sulla quale primeggiano la Cattedrale (anch’essa inserita nel Patrimonio dell’Unesco) e il castello su Colle Pancrazio (manufatto edificato in epoche diverse che si dipana anche attraverso ). 

Per respirare a pieni polmoni la storia cosentina, occorre spostarsi. Soprattutto tra i paesi inseriti nell’esclusivo club dei Borghi più belli d’Italia: Altomonte, Aieta, Fiumefreddo Bruzio e Morano Calabro.   Altomonte è situato nella valle dell’Esaro ed è circondato dalla corona montuosa del Pollino. Ha i massimi esempi dell’arte gotica in Calabria e conserva, tra gli altri, il Castello normanno, la Chiesa di Santa Maria della Consolazione, il Palazzo Pancaro e la casa-torre dei Pallotta. Fiumefreddo Bruzio, sul Tirreno, vanta uno dei panorami più belli d’Italia. Il suo centro storico formato da tante viuzze che si affacciano su scorci e piazzette porta al castello normanno, all’Abbazia di Forte Laudato e alla Chiesa Matrice di San Michele. Morano Calabro si erge ai piedi del Pollino e ospita il complesso speleologico delle Grotte di San Paolo, il museo naturalistico del Nibbio e il Castello del XVI secolo.    Salendo invece verso l’Alto Tirreno cosentino ed entrando nel Parco Nazionale del Pollino si incontra Aieta, arroccata intorno al Palazzo Martirano.

Meritano una visita la chiesa di San Francesco, il rudere della chiesa di San Nicola e i resti di antichi mulini ad acqua, alcuni risalenti all’epoca medievale. Rocca Imperiale è sovrastata dalla costruzione voluta da Federico II, Rende è nella  valle del Crati e di origine romana, Corigliano è dominata da un Castello Ducale che controlla da sette secoli l’ingresso meridionale della Piana di Sibari, Mormanno è di origini longobarde e arroccata su uno sperone roccioso (da gustare assolutamente le lenticchie, presidio Slow Food).   

A Rossano la storia mantiene un particolare filo d’Arianna. In zona cresce la radice di liquirizia considerata migliore al mondo. E dal 1731 l’azienda Amarelli la trasforma in eccellenze del food made in Italy. Chiamata “La Bizantina” per le sue numerose testimonianze dell’Impero romano d’Oriente, Rossano è caratterizzata da palazzi gentilizi e da chicche architettoniche come la Cattedrale di Maria Santissima Achiropita (XI sec.), la Chiesa di San Nilo (XV sec.), l’Oratorio di San Marco (tra le architetture bizantine meglio conservate in Italia) e la chiesa di Panaghia (X sec.). Il fiore all’occhiello però è rappresento dal Codex Purpureus Rossanensis, considerato da molti il Vangelo miniato più prezioso al mondo. Non si può completare la visita della provincia di Cosenza senza aver visitato Paola, Diamante, Belvedere Marittimo e Belmonte Calabro.   

A Paola sorge il santuario di San Francesco di Paola, tra i più venerati in Italia meridionale. Diamante è al centro della Riviera dei Cedri (qui si produce il 98% del profumato frutto) ed è conosciuta come la Perla del Tirreno, incuneata in uno stupendo mare. Davanti sorge l’isola di Cirella dove nei fondali è possibile ammirare la Posidonia argentata. Il borgo è noto come Città del Peperoncino, vero sovrano della cucina calabrese. Andando lungo il litorale verso sud, si incontra Belvedere Marittimo, borgo medievale con castello di epoca normanna. L’appellativo di Città dell’Amore le deriva dalla presenza, nel Convento dei Padri Cappuccini, di un’ampolla con il sangue e le ossa di San Valentino.  Belmonte Calabro infine vanta i due scogli di Isca che ospitano nei loro fondali una grande varietà di flora e fauna marina (madrepore arancioni, stelle marini, margherite di mare) e la nomea di città del Pomodoro. La varietà locale può superare il chilogrammo. 


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