Nonostante Shakespeare sia stato rivisitato e rappresentato da tutti i maggiori autori e attori del panorama teatrale europeo e americano, resta oggetto e materia principe di riflessione nel teatro e sul senso stesso del teatro.
È questo il caso di Alessandro Gassmann che, aiutato anche dalla traduzione-adattamento di Vitaliano Trevisan, ne ha ricomposto la sintassi drammaturgica, rimodernandola.
“La decisione di affrontare, per la prima volta anche da regista, un capolavoro di Shakespeare non è disgiunta dal felice incontro artistico con Vitaliano Trevisan. Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per l’incombenza di gigantesche ombre familiari, un approccio timoroso.
La lettura di un adattamento di un testo di Goldoni curato sempre da Trevisan, sorprendentemente moderno e originale, ma anche accurato e rispettoso dell’autore, ha fatto scattare in me l’idea che quel tipo di approccio potesse essere altrettanto efficace nei riguardi dell’opera di Shakespeare che da anni sognavo di rappresentare: Riccardo III”.
Grande testo shakespeariano, quello rappresentato da Gassman, talentuoso artista italiano, che ha per protagonista un re crudele, ambizioso, manipolatore, ma anche insicuro, tormentato, spaventato dalla solitudine.
Oggi messo in scena tra Il Piccolo di Milano e Il Teatro Argentina di Roma, Riccardo III è figlio di un adattamento e una messa in scena contemporanea, piena di rabbia e di passione.
“Il nostro Riccardo, col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua ‘diversità’ – dice Gassmann – dovrà colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi (mi auguro in gran parte formato da giovani), trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico, attraverso le pieghe oscure dell’inconscio e nelle deformità congenite dell’animo umano”.
Al centro della scena un’oscurità impenetrabile perché oggi non esiste il confronto tra bene e male, i ruoli sono capovolti.
Attorno a Gassman una compagnia di attori molto bravi da Mauro Martino a Paila Pavese, da Sergio Meogrossi a Giacomo Rosselli.
Ottima la scenografia di Gianluca Amodio, i costumi di Mariano Tufano e, in particolare, la videografia di Marco Schiavoni. La musica è di Pivio & Aldo De Scalzi, due bravissimi compositori italiani.
Una prova importante quella di Alessandro Gassman e della sua compagnia, una sorta di progressiva riflessione verso un’autenticità rinnovata e singolare, nella sapienza recitativa e nella capacità di leggere e rinnovare un testo ‘classico’ ma, per sua e nostra fortuna, mai immobile come il miglior teatro.