May and June are the months of strawberries in Italy (Photo: Luboslav Ivanko/Dreamstime)

In Italy, humble sagra (plural sagre) is a festival that celebrates a specific type of food, drink, or product from a town. Sagre have become such popular events that almost every village in Umbria, and probably in the whole of Italy, has one. The festivals represent a great opportunity to revive villages that are not on the tourist trails, and often to collect funds to repair the bell tower, clean up a children’s playground or to take care of other community needs.

The sagra involves virtually all families in the village, with the women cooking the more “sophisticated” dishes. The men are divided to grill huge amounts of meat or provide traffic control and security services, while the youth and children proudly serve at the tables.

Visitors gather under large marquees and eat at long communal tables scattered with paper mats and disposable cutlery. It is definitely not a romantic experience. However, if you skip the crazy queues that form outside the food stands on weekends, it is actually quite fun to join the locals for an evening of light-hearted and absolutely authentic enjoyment.

The first sagra I visited in my life was held in San Biagio della Valle which is one of those villages in Umbria where hardly anyone visits except for the Sagra della Fragola (Strawberry festival) which has been held since 1983, at the end of May or beginning of June.

Something must have happened however because at a certain point the event was re-named San Biagio in Festa. Not surprisingly, the signature trofie (short twisted pasta) with ricotta and strawberries must have lost some if its appeal in favor of classics such as wild boar pappardelle and all varieties of grilled pork.

In our home, we only eat strawberries in May, when they are ripe and juicy, and definitely not on pasta. I am especially fond of strawberries for dessert when soaked in wine or other spirits.

This habit is because of my Mum, as she never gave us strawberries with cream. Being Sicilian, she didn’t believe in cream. Before we ate the strawberries, they had to be drenched in wine and sugar for at least half a day. Obviously, she did not worry about giving us children a little wine, nor did she turn us into alcoholics. After so many hours in a bowl there is not much alcohol left anyway, but the soaking works like magic to coax out their dreamy taste and wonderful aroma.

Strawberries with prosecco (Photo courtesy of Letizia Mattiacci)

Ingredients (Serve 3-4)

• 250 ml (1 cup) Prosecco, Vin Santo, Moscato or a dessert wine of your choice.

• 2-3 tablespoons of light brown sugar

• juice of half a lemon

• 1 teaspoon of vanilla extract or zest of half a lemon or orange

• 500 g (1 lb) strawberries, washed and sliced

  • Mix the wine and brown sugar in a saucepan over a low heat until the sugar has dissolved.
  • Remove from the heat, add the strawberries, and set aside for 10-15 minutes, or until cooled to room temperature.
  • Add the lemon juice and vanilla extract or citrus zest and refrigerate for at least one hour, and up to a day.

In Italy, we serve fruit and fruit salads as a dessert, unadorned, except maybe with a small amount of whipped cream. If the strawberries are ripe, their flavor will shine through the lovely marinade.

If they are not, they can be used as a “sauce” for another dessert, for example, gelato or a pie, but the result is entirely different.

Letizia Mattiacci is a cookbook author and owner of Alla Madonna del Piatto Cooking School and Agriturismo in Assisi, Umbria, https://incampagna.com. This recipe has been previously published in Mrs. Mattiacci cookbook entitled “Festa Italiana.”

In Italia, l’umile sagra (plurale sagre) è una festa che celebra un tipo particolare di cibo, bevanda o prodotto di un paese. Le sagre sono diventate eventi così popolari che quasi ogni paese dell’Umbria, e probabilmente dell’Italia intera, ne ha una. Le sagre rappresentano una grande opportunità per far rivivere i borghi che non si trovano sulle rotte turistiche, e spesso per raccogliere fondi per riparare il campanile, ripulire un parco giochi per bambini o per occuparsi di altre necessità della comunità.

La sagra coinvolge praticamente tutte le famiglie del villaggio, con le donne che cucinano i piatti più “sofisticati”. Gli uomini si dividono per grigliare enormi quantità di carne o per controllare il traffico e garantire la sicurezza, mentre i giovani e i bambini servono con orgoglio ai tavoli.

I visitatori si riuniscono sotto grandi tensostrutture e mangiano su lunghi tavoli comuni coperti di tovaglie di carta e posate usa e getta. Non è certo un’esperienza romantica. Tuttavia, se si evitano le code pazzesche che si formano fuori dagli stand gastronomici nei fine settimana, è piuttosto divertente unirsi alla gente del posto per una serata di divertimento spensierato e assolutamente autentico.

La prima sagra che ho visitato in vita mia si teneva a San Biagio della Valle, uno di quei borghi dell’Umbria che quasi nessuno visita, se non per la Sagra della Fragola che si tiene dal 1983, a fine maggio o inizio giugno.
Qualcosa però deve essere successo, perché a un certo punto l’evento è stato ribattezzato San Biagio in Festa. Non sorprende che le tipiche trofie con ricotta e fragole abbiano perso un po’ del loro fascino a favore di classici come le pappardelle al cinghiale e tutte le varietà di carne di maiale alla griglia.

A casa nostra, le fragole si mangiano solo a maggio, quando sono mature e succose, e sicuramente non sulla pasta. Sono particolarmente ghiotta di fragole come dessert, se inzuppate nel vino o in altri alcolici. Questa abitudine è dovuta a mia madre, che non ci ha mai dato fragole con la panna. Essendo siciliana, non credeva nella panna. Prima di mangiarle, le fragole dovevano essere inzuppate nel vino e nello zucchero per almeno mezza giornata. Ovviamente non si preoccupava di dare a noi bambini un po’ di vino, né di trasformarci in alcolisti. Dopo tante ore in una ciotola non rimane comunque molto alcol, ma l’ammollo funziona come una magia per estrarre il loro ottimo gusto e il loro aroma meraviglioso.

Ingredienti (per 3-4 persone)
– 250 ml (1 bicchiere) di Prosecco, Vin Santo, Moscato o un vino da dessert a scelta
– 2-3 cucchiai di zucchero di canna chiaro
– succo di mezzo limone
– 1 cucchiaino di estratto di vaniglia o scorza di mezzo limone o arancia
– 500 g di fragole lavate e tagliate a fette
– Mescolare il vino e lo zucchero di canna in una casseruola a fuoco basso finché lo zucchero non si è sciolto.
– Togliere dal fuoco, aggiungere le fragole e mettere da parte per 10-15 minuti, o finché non si saranno raffreddate a temperatura ambiente.
– Aggiungere il succo di limone e l’estratto di vaniglia o la scorza di agrumi e conservare in frigorifero per almeno un’ora e fino a un giorno.

In Italia, serviamo la frutta e le macedonie come un dessert, senza ornamenti, se non magari con una piccola quantità di panna montata. Se le fragole sono mature, il loro sapore si esalterà attraverso una bella marinatura. Se non lo sono, possono essere utilizzate come “salsa” per un altro dessert, ad esempio un gelato o una torta, ma il risultato è completamente diverso.

Letizia Mattiacci è autrice di libri di cucina e proprietaria della Scuola di Cucina e Agriturismo Alla Madonna del Piatto ad Assisi, Umbria, https://incampagna.com. Questa ricetta è stata precedentemente pubblicata nel libro di cucina della signora Mattiacci intitolato “Festa Italiana”.


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