Il Premio Persefone, ideato e diretto da Francesco Bellomo, affonda le radici nella cultura classica per farsi promotore e sostenitore del teatro in tutte le sue forme. Premia quei personaggi che, per la loro indiscutibile qualità e notorietà, sono stati in grado di promuovere l’arte teatrale oltre i confini del palcoscenico. La XV edizione dell’evento, ha celebrato il rapporto tra cinema, teatro e narrativa.
 
Perché Francesco Bellomo ha deciso di lanciare il premio?                                                                                            
Il Premio Persefone è stato istituito da me e Pippo Flora quindici anni or sono con l’intento di premiare le varie categorie di artisti nel settore del teatro e della danza, affondando le proprie radici nella cultura classica, per farsi sostenitore del teatro in tutte le due forme.
 
Quali le novità dell’edizione 2016?
Riguardano innanzitutto il rapporto tra teatro, cinema e narrativa: sono stati infatti premiati gli spettacoli tratti da romanzi o da soggetti cinematografici o che viceversa hanno ispirato la nascita di un film. Un’altra grande novità è stata la formazione di una giuria composta da giovani che ha voluto premiare gli attori emergenti e uno spettacolo particolarmente comunicativo come quello di “Figli di un dio minore”.
 
Qual è lo stato dell’Arte del teatro italiano?
Emilia Costantini durante la serata di premiazione ha affermato che i teatri italiani sono sempre pieni e che sono in grado di produrre prodotti di grande qualità, forse più del cinema. Purtroppo a teatro si percepisce l’assenza della classe politica, che conferma così la sua incompetenza e il suo distacco dalla scena culturale italiana. 
 
Lucrezia Lante della Rovere ha ribattuto affermando che non sono i politici che devono frequentare i teatri, ma i giovani, dal momento che in essi è presente la capacità di emozionarsi, stupirsi ed entusiasmarsi. 
 
Proprio questa sembra essere una delle carenze del teatro italiano: la scarsa partecipazione giovanile, forse dovuta all’incapacità del teatro di stare al passo con i tempi e di aprirsi a nuove sperimentazioni, a nuove modalità di fruizione dello spettacolo, con testi più audaci, internazionali e sconosciuti.
 
Cosa sta preparando il produttore Francesco Bellomo? 
Sto preparando uno spettacolo molto stimolante: “Odio Amleto”, un testo di Paul Rudrick, per la regia e l’adattamento di Alessandro Benvenuti, con Gabriel Garko e Ugo Pagliai, e con la partecipazione di Paola Gassman. Stiamo inoltre allestendo nuovamente un grande successo della scorsa stagione: “Il bagno” di Astrid Veillon, con Stefania e Amanda Sandrelli. 
 
Nel mio futuro produttivo sta per arrivare anche un film, “La partitella”; anche qui, come mia consuetudine, visto che si è parlato di giovani, ci sarà ampio spazio per loro, in particolare, per una giovane attrice che da qualche tempo sta lavorando con me (ha co-condotto il premio Persefone), che è Claudia Tosoni, un vero talento, di cui sentiremo parlare molto nel prossimo futuro. Per scaramanzia non aggiungo altro.
 

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