A Sanremo e sullo stesso palco del Teatro Ariston del patinato Festival della Canzone italiana, su cui si focalizzano da più di 60 anni le rutilanti luci dei media, si tiene il Festival internazionale della canzone d’autore “Luigi Tenco”, una delle manifestazioni musicali e culturali più prestigiose d’Italia.  
 
Non vi sono mirabolanti scenografie, non c’è Pippo Baudo a presentare cantanti accompagnato da affascinanti vallette, ma un’essenziale scenografia dove a brillare di luce propria sono gli autori e a fare la festa bastano loro, da soli. Ed è evidentemente una festa di grande qualità se ogni anno il Festival della Canzone d’Autore, che di anni ne compie 40, riesce a stupire ed emozionare ogni volta i pur esigenti fedelissimi che lo seguono con passione. 
 
Partecipanti di assoluto prestigio, sorprese non annunciate, variazioni di scaletta all’ultimo minuto, intelligenza e tanta passione sono gli ingredienti di cui si nutre il Tenco, tuttora resistendo a derive commerciali, a pericoli e reali tentazioni di giudicare in base ai nomi e alle convenienze, ospita artisti che, pienamente autonomi rispetto all’industria del disco, hanno dato e danno alla musica leggera italiana dignità artistica e poetico realismo.  
 
La Rassegna, intitolata a Luigi Tenco, il cantautore genovese  la cui misteriosa morte avvenne  proprio qui a Sanremo nel ’67, è  nata dalla passione di Amilcare Rambaldi e da un pugno di amici.  
Chi sono i cantanti, ma è certo riduttivo  chiamarli così, che hanno  frequentato e frequentano il Premio Tenco? 
La Rassegna predilige i poeti teneri e folli della canzone di tutti i continenti, terreno tradizionale di scoperta e sperimentazione. Per abitare nei sobborghi chiamati musica e poesia si devono possedere particolari requisiti, percorrere a volte strade laterali, compiere deviazioni, giusto per negare l’ovvietà dell’ovvio.  
 
A volerli riunire tutti i Premi  del Tenco vi troveremmo l’aristocrazia della canzone d’autore. A questo Festival hanno partecipato, rinunciando a ogni compenso, alcuni personaggi che rispondono ai nomi di: Jacques Brel, Caetano Veloso,  Leo Ferrè, Vinicius de Moraes, Chico Buarque, Joni Mitchell, Charles Trenet, Laurie Anderson,  gli italiani Gino Paoli  a Fabrizio De Andrè, Vecchioni, Modugno, Endrigo.
 
Ci limitiamo a dire dei Premi  attribuiti quest’anno dal Direttivo del Tenco, che sono andati al musicista californiano Stan Ridgway, all’antesignano del folk revival in Italia Otello Profazio, al vignettista Sergio Staino. 
 
Stan Ridgway ha saputo con la sua accesa creatività fondere la musica  delle radici americane con i suoni elettrici ed elettronici. Scrittore, è considerato una pietra miliare del rock  prima con i Wall of Voodoo e poi come apprezzato solista. 
 
Fantasia, ironia e amarezza dell’anima del Sud ha cantato Otello Profazio nella sua lunga e brillante carriera: disco d’oro nel ’74 per “Qua si campa d’aria”, Profazio è memoria storica ed enciclopedia vivente del folk revival calabrese. “Sono  l’autore calabrese più saccheggiato – aveva detto nel corso di una delle premiazioni  in Calabria, nella cittadina di Curinga, dove aveva anche preannunciato l’uscita, per la manifestazione di  Sanremo,  del suo  nuovo disco  Cumpagnu. Vitale, di una vitalità indomita, indignato, meglio ancora arrabbiato per le ingiustizie sociali in un mondo che non migliora, il cantautore calabrese nato a Rende ha ancora una capacità di tenere la scena encomiabile, ha girato il mondo e si è esibito dovunque ci sono italiani e loro discendenti con immutato successo. 
 
Sergio Staino, creatore di Tango, vignettista e disegnatore satirico fra i più rappresentativi, ha praticato nella sua carriera anche la musica e l’amatissima canzone d’autore che quest’anno lo premia. Attorno a questi un cast di qualità formato dai vincitori delle targhe Tenco assegnate da 160 giornalisti musicali. 
 
Migrazioni e integrazione fra i popoli sono i temi di scottante attualità messi in primo piano  dal  40esimo anniversario della Rassegna: sul palco dell’Ariston arriveranno il Jimi Hendrix del deserto Bombino, nigeriano di etnia tuareg, chitarrista elettrico di grande personalità; La Nuova Compagnia di canto popolare  guidata da  Fausta Vetere e Corrado Sfoglia con un brano inedito dedicato ai migranti, Enzo Avitabile e Amal  Murkus; Giacomo Sferlazzo porterà il canto della sua martoriata terra, l’isola di Lampedusa. Altri  cantautori, come al solito, si aggiungeranno all’ultimo momento.  Incontri, dibattiti, tavole rotonde condotte da esperti, presentazione di dischi e di libri faranno da contorno  alla Rassegna musicale in programma dal 20 al 22 ottobre a Sanremo.
 
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