Dai libri di fantascienza al cinema. Top & flop movies ispirati da Philip K.Dick.

Anche nelle sale italiane è uscito il secondo adattamento cinematografico di “We Can Remember it For Your Wholesale”, racconto di Philip K.Dick, ovvero la nuova fatica di Len Wiseman “Total recall”.  
Dando uno sguardo agli altri adattamenti del noto autore statunitense di fantascienza morto prematuramente nel 1982, poco prima che uscisse “Blade Runner”, il film che ha contribuito a consacrare il suo nome, è possibile compilare una classifica dei migliori e peggiori risultati cinematografici ispirati dallo scrittore.  Al “top” si posizionano:
 
1) BLADE RUNNER. Pietra miliare della fantascienza. A vederlo oggi il film di Ridley Scott appare un po’ datato, ma non si può parlare con sufficienza dell’intenso tentativo di cattura di Roy Batty (Rutger Hauer) da parte del detective Rick Deckard (Harrison Ford), vero erede degli eroi noir anni ’40. Capolavoro o meno, è un’opera che resta, probabilmente uno di quei film da riguardare una volta all’anno, almeno per gli appassionati della fantascienza, pro-vando sempre le stesse emozioni di fronte a quel monologo entrato nella storia del cinema. “Ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare…” (Ovviamente in versione originale vale il triplo).
 
2) ATTO DI FORZA – Schwarzenegger alle prese con complotti interplanetari, Sharon Stone in sottoveste, confusioni su quale sia la vera realtà… Se non è cult il film di Paul Verhoeven, allora di cosa stiamo a parlare? Si tratta del primo adattamento di “We Can Re-member it For Your Wholesale” che Len Wiseman ha cercato di aggiornare invano. Nei panni del cattivo troviamo il purtroppo dimenticato, ma ancora attivissimo, Michael Ironside, apparso in un altro cult di quegli anni Scanners di David Cronenberg.
 
3) MINORITY REPORT – Forse l’ultimo capolavoro di Steven Spielberg, di certo completa il trittico dei suoi grandi film di fantascienza composto da “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e “E.T.”. Troviamo Tom Cruise nei panni di un detective, quasi una versione aggiornata del Rick Deckard di cui sopra, in attesa di sventare un omicidio compiuto da…lui stesso. Scene d’azione folgoranti inaugurano una pellicola che segna uno spartiacque con gli altri film di fantascienza: ovviamente quegli inseguimenti da capogiro verranno ripresi varie volte (come nel nuovo “Total recall”) senza ottenere lo stesso livello di spettacolarità della pellicola di Spielberg. Con uguale efficacia si parla anche della libertà d’arbitrio e di come certe scelte che facciamo ci costituiscano come esseri umani.
 
Come adattamenti cinematografici “flop” ispirati dall’autore originario di Chicago e ampiamente rivalutato dopo la scomparsa sia in patria che in Europa, si possono invece classificare: 
 
1) SCREAMERS – URLA DALLO SPAZIO – Il racconto “Second Variety” è corto, ma efficacissimo. Il film è lungo e con effettacci da serie B che mal si addicono all’adattamento di un autore come Dick: meritava un destino migliore, soprattutto per quanto riguarda la messinscena del modesto Christian Duguay. Lo screenplay è di Dan O’ Bannon, mitico sceneggiatore di Alien, che qui sembra aver perso completamente il tocco d’un tempo. Per la pellicola sono stati utilizzati 20 milioni di dollari di budget, che per un film di fantascienza, paiono pochi. Ma per una porcheria del genere sono decisamente troppi.
 
2) PAYCHECK- Già un po’ meglio questo adattamento de “I labirinti della memoria” diretto da John Woo, che tuttavia sembra dirigere il film con il pilota automatico senza quei bellissimi inseguimenti che contraddistinguono alcuni suoi capolavori. Inoltre sembra essersi perso il cinismo e l’originalità che caratterizzava il racconto originale. Nel cast troviamo un Ben Affleck imbambolato e detestabile e una Uma Thurman che cerca di replicare i fasti di Kill Bill invano. A rialzare il livello troviamo un cattivissimo Aaron Eckhart e l’impacciato Paul Giamatti.
 
3) NEXT – A vedere il faccione blu di Nicholas Cage sulla locandina si comincia a presagire il peggio. Infatti. Non basta Julianne Moore a salvare questo pastrocchio firmato Lee Tama-hori con pessimi effetti speciali e dialoghi che arrancano per tutto il film. 
Peccato perché il concept iniziale che vede un uomo in grado di guardare pochi minuti avanti nel futuro che cerca di sventare un disastro è dannatamente interessante. Il racconto originale è “Non saremo noi” o “The golden man” in inglese.
 
 
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