Papa Francesco e il Patriarca ecumenico Bartolomeo hanno firmato, ed è la prima volta nella storia delle cristianità, una dichiarazione congiunta esclusivamente dedicata all’ambiente. La sintonia tra Papa Francesco e Bartolomeo sull’argomento di salvaguardia del Creato è nota da tempo, ma è la prima volta che le massime autorità cattolica e ortodossa sottoscrivono un documento di questo tipo in un tempo in cui i cambiamenti climatici mostrano i loro effetti devastanti sulla Terra e sui popoli e il Pianeta appare sempre più a rischio per le violenze strutturali a cui il capitalismo selvaggio lo sottopone per assicurare profitto, benessere e potere soprattutto a una minoranza.
La terra ci è stata affidata “come dono sublime e come eredità della quale tutti condividiamo la responsabilità”, ma la storia del mondo e la realtà ci rivelano “uno scenario moralmente decadente”- sottoscrivono i due leader.
“La nostra tendenza a spezzare i delicati ed equilibrati ecosistemi del mondo, l’insaziabile desiderio di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l’avidità nel trarre dal mercato profitti illimitati : tutto questo ci ha alienato dal disegno originale della creazione. Non rispettiamo più la natura come un dono condiviso; la consideriamo invece un possesso privato. Non ci rapportiamo più con la natura per sostenerla; spadroneggiamo piuttosto su di essa per alimentare le nostre strutture”.
Le conseguenze che si profilano sono “tragiche e durevoli”: “l’ambiente umano e quello naturale – scrivono nel loro messaggio il Pontefice e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli – si stanno deteriorando insieme e tale deterioramento del pianeta grava sulle persone più vulnerabili”, come accade con “l’impatto dei cambiamenti climatici” che “si ripercuote, innanzitutto, su quanti vivono poveramente in ogni angolo del globo”, per esempio costringendo milioni di persone ad abbandonare le proprie terre a causa della desertificazione e della penuria di acqua.
La Chiesa ortodossa è da tempo impegnata a favore della salvaguardia dell’ambiente naturale, anche attraverso la promozione, da parte del Patriarcato ecumenico a partire dalla fine degli anni ottanta, di momenti di preghiera e di iniziative per la difesa del creato. Nessun altro leader religioso ha posto la crisi ecologica in primo piano nel suo ministero e nei suoi interventi come il patriarca ecumenico Bartolomeo,ma anche il patriarca Ignazio di Antiochia e Cirillo di Mosca hanno pubblicato nel passato importanti dichiarazioni sulla sacralità dell’ambiente.
Di fatto, dopo che nel 1989 il Patriarcato ecumenico ha istituito il 1° settembre come giornata di preghiera per l’ambiente, questa stessa giornata è stata adottata all’inizio degli anni ‘90 dalla Chiesa ortodossa in tutto il mondo. Ne hanno seguito l’esempio altre organizzazioni religiose, come hanno fatto parecchi anni fa il Consiglio ecumenico delle Chiese, la Conferenza delle Chiese europee e altre Chiese cristiane, la Chiesa cattolica romana e la Comunione anglicana. La Giornata di preghiera per la cura del Creato venne istituita tre anni fa da Papa Francesco con il seguente annuncio : “In comunione di preghiera con i nostri fratelli ortodossi e con tutte le persone di buona volontà, vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”. In un tempo di crisi globale e di instabilità internazionale, quando tante persone nel mondo sono diventate vittime di spostamenti forzati e di privazioni frutto della violenza e dell’avidità di leader politici ed economici, è davvero consolante che Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo si siano concentrati nel loro Messaggio congiunto su cosa sia veramente importante nel mondo.
L’offensiva papale sui disastri ambientali era già partita del resto con la pubblicazione dell’Enciclica “Laudato sii” dedicata alla tutela dell’ambiente e alla cura della casa comune, il pianeta Terra. Il Documento non può essere definito soltanto un testo green, ma anche un duro attacco di denuncia delle disuguaglianze, del miliardo e mezzo di persone che nel mondo vivono sotto la soglia di povertà.
Laudato sii ha dato un forte contributo al dibattito politico-culturale dal punto di vista di una Chiesa che vuole essere innanzitutto attenta agli ultimi. I migranti climatici, una nuova categoria di impoveriti denunciata anche dall’Enciclica papale (“è tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale”), non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali.
Forte l’appello del Messaggio congiunto a una responsabilità condivisa di fronte all’attuale crisi ecologica, forte l’invito a tutta l’umanità perché si adoperi per uno sviluppo sostenibile e integrale e a quanti occupano una posizione di rilievo in ambito sociale, economico, politico e culturale, affinché prestino “responsabilmente ascolto al grido della terra e ad attendere ai bisogni di chi è marginalizzato, ma soprattutto a rispondere alla supplica di tanti e a sostenere il consenso globale perché venga risanato il creato ferito”.
Siamo convinti – concludono il Papa cattolico e il Patriarca ortodosso – che non ci possa essere soluzione genuina e duratura alla sfida della crisi ecologica e dei cambiamenti climatici senza una risposta concertata e collettiva”. Insieme i due leader religiosi invitano “tutte le persone di buona volontà a dedicare, il 1° settembre, una giornata di preghiera per l’ambiente, a ringraziare Dio per il magnifico dono del creato e ad impegnarsi a custodirlo e preservarlo per il bene delle generazioni future”. Accanto alla preghiera è necessario però “cambiare il modo in cui ci relazioniamo col mondo” abbracciando stili di vita semplici e solidali.