La Natura ci offre, con la sua quotidiana rinascita, un insegnamento che nessun libro potrà mai offrire (Ph Karol D da Pexels)

In occasione del centenario della I Guerra Mondiale, è uscito nelle sale cinematografiche italiane un capolavoro del regista italiano Ermanno Olmi ‘Torneranno i prati’. Nel film il racconto si svolge in una sola nottata sugli Altipiani di Asiago, un vasto comune delle Alpi Vicentine, e tratta di eventi realmente accaduti. La  denuncia che il grande maestro del Cinema muove è legata all’inutilità della guerra, alla sofferenza di migliaia di giovani arruolati e strappati precocemente alla famiglia. Tuttavia anche la guerra, come tutti i mali più gravi, può, nella sua assoluta negatività, insegnare qualcosa: il valore inestimabile della vita, l’importanza di trascorrerla in armonia con i propri simili e con la Natura.  

Per gli antichi Greci il termine ‘vita’ coincideva con quello di ‘soffio vitale, respiro’, in greco ‘psychè’: molto profondamente avevano intuito la fragilità e la  caducità del concetto. Anche il tempo stesso che ognuno di noi ha a disposizione, senza accorgesene, come un dono dovuto, non è né breve né lungo, ma diventa tale nella maniera in cui lo viviamo. Solo quando ci troviamo in difficoltà, apprezziamo veramente quello che prima era di fronte ai nostri occhi e a cui mai o scarsamente avevamo attribuito valore e, combattendo contro le avversità, avvertiamo di essere vivi, di impegnare il nostro tempo nel modo migliore. Questo deve essere speso, quindi, con emozione e sentimento, fino all’ultimo istante, guai ad interrompere il filo emotivo, guai ad essere distratti!  

Seneca, scrittore e filosofo di età imperiale, del I secolo dopo Cristo, maestro dell’Imperatore Nerone, nel suo ‘De brevitate vitae’ ‘ scriveva: “Vivete come se doveste vivere per sempre, mai vi viene in mente la vostra caducità, non prestate attenzione a quanto tempo è già trascorso. Lo disperdete come se provenisse da una fonte inesauribile e rigogliosa, benchè nel frattempo proprio il giorno che è da voi donato a qualche uomo o attività, sia forse l’ ultimo. Ogni cosa temete come mortali, ogni cosa desiderate come immortali”.  

La Natura ci offre, in questo senso, con la sua quotidiana rinascita, un insegnamento che nessun libro e nessun maestro potranno mai offrire: tutti i giorni, con l’energia inesauribile di una madre si risveglia e s’impegna per noi, per metterci a disposizione la bellezza e l’utilità di quanto ci circonda, senza chiedere nulla in cambio…ma l’uomo, senza pausa e con leggerezza la distrugge… Emblematico, a tale proposito il seducente inno alla Natura che è stato presentato dallo stesso Ermanno Olmi per Expo 2015: un cortometraggio di 11 minuti che presenta il Belpaese nelle sue espressioni naturali da Nord a Sud, gli elementi, la flora, la fauna, il lavoro umano (sempre dichiarato nei suoi film con la massima dignità). In ogni caso una certezza: tutto è mutevole, né il dolore né la gioia durano per sempre, ma sono destinati ad avvicendarsi per ogni mortale.  

Archiloco, poeta greco vissuto tra il 680 avanti Cristo e il 645 avanti Cristo, diceva nel frammento 128, 7W, dedicato al suo stesso cuore: “Gioisci di quanto rallegra e rattristati per le sventure senza eccesso, riconosci il ritmo che regola l’uomo”. In qualsiasi tragedia umana, anche la più grave, come una guerra, di cui alla fine rimangono solo ‘fiamme e ceneri’, tutto avrà fine e tutto tornerà come prima e come recita il titolo dell’ ultimo film di Olmi ‘Torneranno i prati’.

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