Circa 41 miglia a sud est di Hollywood si trova il lungomare paradisiaco e ultra-chic di Newport, California, sede del Pelican Hill Resort, costruito su un promontorio splendido e sereno che si affaccia sull’Oceano Pacifico. L’Italo-americano ha incontrato lo chef italiano Luigi Fineo e il director manager Giuseppe Lama in occasione della Festa dell’Autunno. Questa celebrazione annuale della stagione del raccolto, durata 3 giorni, ha portato i luoghi, i suoni, i sapori e le tradizioni dell’Italia in quest’angolo di California.
 
Molti gli intrattenimenti: arte creata sotto gli occhi dei partecipanti, piatti regionali italiani e spettacoli dal vivo di musicisti, danzatori e sbandieratori venuti direttamente dal Belpaese.
 
Intervista allo Chef Luigi Fineo:
Com’è nata la sua passione per la cucina?
Io sono l’ultimo di 5 figli e quando ero piccolo spesso mi toccava restare con mia madre e cucinare per tutta la famiglia. È stata lei ad infondermi questa passione, ad insegnarmi come scegliere i prodotti freschi ed anche certe tecniche, per esempio quella di conservare le foglie d’insalata in acqua nel frigorifero per farle rimanere croccanti o quella di avere le mani calde per fare il pane, l’impasto viene meglio.
 
Che cosa l’ha portata al Pelican Hill Resort?
Dopo aver lavorato 4 anni e mezzo per una compagnia che gestisce ristoranti francesi a Napa Valley e Beverly Hills mi è tornata la voglia di cucinare italiano. Un anno fa ho saputo che nel resort cercavano uno chef e dopo aver visto questo splendido luogo e conosciuto il mio capo, lo Chef Jean Pierre Dubray, uno dei più riconosciuti in California, ho capito che era il posto giusto per me. Dopo due giorni ho avuto il lavoro.
 Pelican Hill Festa 2013 Carnevale dei bambini

 Pelican Hill Festa 2013 Carnevale dei bambini

 
Qual è un piatto particolare che si può assaggiare nel resort?
Il risotto nella forma del Parmigiano. Prendiamo una mezza forma di Parmigiano ci facciamo un buco e versiamo il risotto all’interno. Abbiamo diversi tipi di risotti, con i funghi o con i tartufi bianchi o  neri. Vado a scegliere personalmente i tartufi e quando li mostro ai clienti restano sempre conquistati dal profumo.
 
Cè un piatto della sua infanzia che ripropone nei suoi menù?
Le pappardelle al pistacchio. Mia madre faceva sempre le pappardelle a mano e a me piacevano molto perché erano lunghe e sottili. Ho trasformato la ricetta di mia madre aggiungendo della polvere di pistacchio nell’impasto. Le propongo accompagnate da una spalla di agnello brasata tutta la notte.
 
Qual è la ricchezza maggiore della cucina italiana sulla tavola?
I prodotti, senza dubbio. La stessa qualità  di pomodoro in Italia ha un gusto diverso dal resto del mondo. Tutto influisce sui prodotti : il suolo, il clima, la temperatura, l’acqua, l’inquinamento. Da questo punto di vista la California è più simile all’Italia rispetto all’East Coast anche se la mia famiglia, quando mi viene a trovare, si accorge subito che qui l’acqua è diversa. E con l’acqua si fa tutto: il pane, la pizza, la pasta, le salse.
 
Qual è la sfida più difficile nel suo lavoro?
Cercare di leggere i clienti e capire come farli stare bene. Ogni zona è diversa, per esempio a Los Angeles le persone cercano di mangiare cose salutari, mentre in un ambiente come il resort si cerca anche l’eleganza. Un’altra sfida è rappresentata anche dal far conoscere la vera cucina italiana qui in America. Quando sono arrivato 9 anni fa la cucina italiana non era molto evoluta, si pensava che fosse solo polpette, spaghetti o altri piatti che si vedono solo nei film. Adesso le cose vanno meglio, ci sono più libri e la gente è più informata ma ci sono ancora molte cose da far scoprire.
 
Alcune domande al Director Manager Giuseppe Lama:
The Resort at Pelican Hill vanta molti premi, può dirci quali sono?
Quest’anno ci siamo aggiudicati il Forbes Five-Star Award ed il premio per la migliore Spa per la quarta volta. Inoltre la rivista Condé Nast Traveler ci ha eletto miglior Golf resort. Sono belle soddisfazioni personali, ho concepito questo posto dalla A alla Z, dalla progettazione all’elaborazione dei programmi.
 
Che cosa offre?
Questo è un resort completo. In questi 550 acri di spazio abbiamo 204 bungalows e 128 ville. Le ville sono enormi, quasi 1000 metri quadrati. Offriamo  un’esperienza di ultra-lusso per clienti nazionali e internazionali. A supporto dei bungalows e delle ville abbiamo 2 campi da golf ed una Spa benessere di 6700 metri quadrati, 20 sale di cura, 11 ristoranti e 1000 persone nel personale.
Ci sono tantissimi programmi di intrattenimento che possono essere combinati con convegni e meeting di lavoro.
 
Come nasce l’idea di una Festa Italiana?
Questa è una festa che facciamo per divertirci. Io sono romagnolo, di Faenza, e quando ho aperto questo posto le stradine del Resort mi hanno ricordato molto l’Italia. Abbiamo comprato 750 olivi e l’idea di fare una festa italiana è venuta da sè. Ho deciso che doveva essere una festa in cui venisse rappresentata la cucina delle varie regioni, il vino italiano ma anche l’entertainment, l’arte e la musica. Questo è il quarto anno.
 
L’italianità sembra molto presente…
Sì, nella concezione del resort stesso mi sono ispirato ad Andrea Palladio. Sono andato a Vicenza per studiare la sua opera architettonica, per capire i suoi principi e l’integrità del suo disegno. Non a caso il nostro ristorante si chiama Andrea. L’idea è di trasportare i nostri ospiti in un villaggio italiano.
 
Ci parli del suo iter professionale, come è  arrivato fin qui?
Ho iniziato lavorando a Villa d’Este, Cernobbio, poi in vari paesi europei. Per completare la mia formazione ho studiato marketing a Oxford. In seguito sono stato assunto da Ritz Carlton, ho lavorato 5 anni per loro alle Bermuda. In America sono arrivato 15 anni fa, sono stato il general manager dell’Hotel Coronado, uno dei più vecchi degli Stati Uniti. Poi 5 anni fa mi hanno ingaggiato qui per aprire il Pelican Hill. Sono venuto ed ho avuto molto successo.
 
Qual è la cosa più difficile nel gestire un resort di questo tipo?
Mantenere 1000 impiegati concentrati su un certo livello di eccellenza. I nostri clienti sono abituati a standard di lusso. A volte gli impiegati vengono da strutture con meno esigenze di perfezione. Noi vogliamo essere il miglior hotel del mondo e pensiamo che dalla cultura dei nostri impiegati derivi il livello di servizi che vogliamo. Provvediamo a questo attraverso training e sessioni di reclutamento.
 

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