Il cinema dell’anima che scava nella tradizione italiana: nella ‘Migliore offerta’ l’amore per l’arte del siciliano Tornatore 

ROMA – Il 2013 è appena iniziato e l’Italia sta cercando di risollevarsi dal grande caos che la crisi economica sta generando giorno dopo giorno, e lo fa anche tramite l’arte che è indiscutibilmente una delle principali fonti di salvezza, perché intrattiene, coltiva, mostra il talento italiano nel mondo. 

Giuseppe Tornatore, da sempre, ha centrato in pieno tale aspetto salvifico dell’arte, creando un cinema dell’anima che scava nella tradizione italiana e non solo. Tutti lo conoscono come il regista del capolavoro “Nuovo Cinema Paradiso” (New Paradise Cinema) del 1988, che le tv di tutto il mondo continuano ancora oggi a trasmettere; ma tanti altri sono stati poi i film che hanno coronato il suo successo, ricordiamo “La leggenda del pianista sull’oceano” (The Legend of 1900) interpretato da Tim Roth e i film siciliani “Malèna”, e “Baaria”. 
 
Dopo alcuni anni di pausa, il regista di Bagheria, torna oggi al cinema con “La Migliore Offerta”, un film che aiuta l’Italia a uscire dai suoi confini, facendo già parlare di sé, grazie alla qualità registica e all’immensa bravura del suo protagonista: Geoffrey Rush. 
  Il premio Oscar (con Nuovo Cinema Paradiso) Giuseppe Tornatore

  Il premio Oscar (con Nuovo Cinema Paradiso) Giuseppe Tornatore

 
Intrecciando vari generi cinematografici, come il thriller, il noir e il melodramma, Tornatore racconta la storia di un vecchio collezionista d’arte, Virgil Oldman, battitore d’aste e grande esteta solitario, affidato all’interpretazione di Geoffrey Rush, uno dei rari attori con il potere di rendere assolutamente credibile ogni ruolo. 
 
Fin dal primo minuto è chiaro che la vita di Virgil Oldman, è totalmente dipendente dall’amore per l’arte, una passione talmente dominante da avergli impedito di crearsi un’esistenza completa e, soprattutto, concreta. Perso nelle sue collezioni, Oldman, non ha amici, eccetto Billy (Donald Sutherland), suo compagno di aste e Robert (Jim Sturgess), un giovane e brillante restauratore di congegni meccanici. 
 
La vita di Oldman è scandita dalle aste, e dal suo lavoro, finché un giorno, una ragazza di nome Claire (Sylvia Hoeks) lo chiama per affidargli l’incarico di valutare e vendere all’asta l’arredo della casa dei suoi genitori. Oldman accetta il lavoro, ma fin dal primo momento, tra i due, nascono problemi di comunicazione. 
 
Claire non si fa trovare agli appuntamenti di lavoro, rendendo Oldman furioso. In realtà, si scopre subito che, le continue assenze della ragazza sono causate da una malattia che da anni l’ha colpita: Claire soffre di agorafobia. Oldman, talmente appassionato della bellezza celata, si lascia intrigare, e tra i due nascerà una passione insolita, che li condurrà ad un’altrettanta insolita relazione. 
 
Tornatore scrive e dirige una storia perfettamente nel suo stile, riuscendo a far coincidere il suo stile, retorico e barocco con la caratterizzazione del suo protagonista: un esteta e ridondante collezionista d’arte che ha sacrificato la sua vita per l’arte, trovando conforto nella rappresentazione di un amore velato, da scoprire, restauro dopo restauro. 
 
La “Migliore Offerta” è un film che centra in pieno l’amore di Tornatore per l’arte e per la bellezza, facendo dell’artigianato cinematografico il suo monito e creando un film, che seppur appesantito dal tocco manierista, non può deludere le aspettative di nessuno. 
 
Tra i suoi elementi di maggior successo, non possiamo non citare la fotografia fredda di Fabio Zamarion, l’ambientazione mitteleuropea perfettamente coerente con il personaggio di Oldman, l’estrema bravura del premio Oscar Geoffrey Rush, che attraverso i suoi movimenti, fa capire agli spettatori la profondità del personaggio dal primo istante, e, last but not  least, le favolose musiche di Ennio Morricone, le quali donano un’aurea classica e al contempo misteriosa al film. 
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