Venerdì 1 marzo 2013: Roma si sveglia senza Papa Benedetto XVI. Sono passati secoli da quando un papa si è dimesso dalla carica di sommo pontefice e la chiesa cattolica si sente orfana. Ma la vita continua e si aspetta una fumata bianca che annunci l’elezione del nuovo vicario di Cristo.
 
Marzo, mese dedicato al Marte mitologico, dio della guerra, quest’anno più che mai è ricco di avvenimenti. E vogliamo ricordare che un anno fa, pochi giorni dopo la sua partecipazione al festival di Sanremo, nel mese di febbraio, è morto Lucio Dalla. Il grande cantautore bolognese il 4 marzo, come il titolo di una sua canzone (4 marzo 1943), avrebbe compiuto 70 anni.
 
E Bologna, la sua città, ma tutta l’Italia, tutti i suoi fan, in questa data lo celebrano con un concerto-evento in piazza Maggiore, con la partecipazione di Renato Zero, Zucchero Fornaciari, Ron, Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Mario Biondi, Gigi D’Alessio e tanti altri artisti che lo ricordano con affetto.
In Sicilia, a Palermo, invece, il 4 marzo, ricorre l’anniversario della nascita – compie 80 anni – di un mito dello sport: Ninni Vaccarella, pilota che vinse più volte la mitica Targa Florio, la prima nel 1965 su una Ferrari 275P2, e tante altre gare automobilistiche tra cui la 24 Ore di Le Mans nel 1964 sulla Ferrari 275P insieme a Jean Guichet e la 12 ore di Sebring, nel 1970 insieme a Ignazio Giunti e Mario Andretti ancora una volta su una Ferrari, la 512S e tante altre gare ancora.
  Ciminna vista panoramica

  Ciminna vista panoramica

 
L’8 marzo, invece, è la festa delle donne e si celebra in tutta l’isola, così come lo si fa in tutta l’Italia. Nel settembre 1944 nasce a Roma l’UDI, Unione Donne Italiane, per iniziativa di donne appartenenti al PSI, al PCI, al Partito d’Azione, alla Democrazia del Lavoro e alla Sinistra Cristiana ed è la stessa UDI che decide di celebrare l’8 marzo 1945 la prima giornata delle donne nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra si approvava e veniva inviata all’ ONU la Carta della donna che richiedeva parità di diritti e di lavoro.
 
Un anno dopo, l’8 marzo 1946, terminata la guerra, la giornata della donna fu celebrata in tutta l’Italia e per la prima volta comparve la mimosa come simbolo della festa perché fiore di primavera che sboccia nei primi giorni del mese di marzo. Furono Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei che videro approvata questa loro idea.
 
Negli anni ’70 il movimento femminista fece propria la festa delle donne che vide, proprio l’8 marzo 1972, a Campo dei Fiori, a Roma, la presenza di Jane Fonda che fece un breve discorso di adesione al movimento davanti alle forze di polizia che vigilavano sulle manifestanti che portavano cartelli inneggianti la legalizzazione dell’aborto e la liberazione omosessuale e che indicavano il matrimonio come prostituzione legalizzata. Le donne furono caricate e disperse a colpi di manganelli dei poliziotti intervenuti.
 
Il 1975 fu ufficialmente designato dall’ONU come Anno Internazionale delle Donne e l’8 marzo fu riconosciuto come giornata loro dedicata.
Mentre negli anni ’70, ’80 e forse anche ’90 la Woman’s Day era vissuta come riscatto della donna da una condizione di non parità rispetto agli uomini, come riscatto sociale e conquista di pari dignità di fronte al lavoro e non solo, in seguito venne e tuttora lo è, vissuta più come momento di aggregazione, di festa, di convivio da trascorrere lontano dai propri mariti, compagni, fidanzati, uomini, insomma, esautorando del vero significato, questa importante giornata.
  Caratteristica bardatura della cavalcata di San Giuseppe a Scicli

  Caratteristica bardatura della cavalcata di San Giuseppe a Scicli

 
Ma il mese di marzo quest’anno festeggerà la Pasqua l’ultima domenica, il 31 che è anche la prima di plenilunio dopo l’inizio della primavera, come ogni anno.
La settimana precedente si celebra la Domenica delle Palme, la domenica della pace con la benedizione dell’ulivo e delle palme che ricordano l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
 
In Sicilia le feste religiose sono ancora oggi molto sentite e degnamente ricordate e celebrate nel rispetto delle tradizioni.
Così a Ciminna, il cui nome si deve alla fertilità del suo territorio e alla mammella rappresentata nello stemma civico, in provincia di Palermo, la settimana precedente quella della Domenica delle Palme, la “simana di Lazzaru”, si festeggia “ ‘a vivula vivula (viva l’aliva, dove aliva sta per oliva). Il mercoledì le campane delle chiese del paese suonano a festa e i bambini con i loro genitori si ritrovano nella piazza Matrice.
 
Nel primo pomeriggio il corteo composto dai bambini che portano ramoscelli d’ulivo abbelliti con nastri e fiocchi colorati, muove per le vie principali del paese e nel loro procedere gridano “Vivula vivula” al suono delle campanelle e delle “troccule”. In testa al corteo due bambini portano una croce rivestita di rametti d’ulivo e un gonfalone di colore viola.
 
Narra una storia popolare che il suono delle troccule ricordi il rumore dello scoppiettio delle ginestre che fecero scoprire Gesù che si nascondeva quando i soldati lo cercavano per arrestarlo.
E ancora marzo vede sul calendario, il giorno 19, la festa di San Giuseppe che celebra anche la festa del papà.
 
A Scicli, nella bella provincia ragusana, è anticipata al giorno 16 la “Cavalcata”, storica manifestazione in cui cavalli riccamente bardati sfilano, per le vie della cittadina in sella ai quali cavalieri nei tradizionali costumi contadini rievocano la “Fuga in Egitto” della Sacra Famiglia.
 
Nei “dammusi”, locali al piano terra delle abitazioni, un buon numero di persone – un tempo su un ordito di rami di palme, oggi sostituiti dalla tela di juta – intesse migliaia di fiori di violaciocca (u bàlucu) disegnando quadretti di pregevole fattura rappresentanti la Sacra Famiglia e altri simboli sacri.
 
Saranno queste le bardature dei cavalli che sfileranno guidati da cavalieri i cui costumi tradizionali sono composti da pantaloni di foggia contadina e gilet di velluto nero; la camicia è bianca e ricamata, la cintura in vita è alta, multicolore e intessuta ai fianchi; il fazzoletto intorno al collo è rosso, porta pure la “burritta” (cappello) in testa, stivali ai piedi e la pipa di canna o di creta.
 
Altri personaggi scortano cavalli e cavalieri.
I “ciaccari”, fasci di ampelodesmo portati in mano dai cavalieri e dalle persone che seguono il corteo, sono accesi per fare luce alla Sacra Famiglia. Il fuoco è elemento sacro ed ha funzione catartica, la violaciocca è un profumatissimo fiore primaverile, colorato che ricorda la rinascita della natura, la primavera nel suo valore intrinseco di risveglio e di abbondanza, di vita.
 
Seguirà la Domenica delle palme e la Santa Pasqua con i suoi riti e le sue caratteristiche storiche, tradizionali e religiose.
Ma marzo ci piace raccontarlo con le parole del grande poeta napoletano Salvatore Di Giacomo che a questo mese dedicò una bellissima poesia. La traduzione è di Pier Paolo Pasolini.
 
Marzo: nu poco chiove/e n’ato ppoco stracqua/torna a chiòvere, schiove;/ride ‘o sole cu ll’acqua./
Mo nu cielo celeste,/mo n’aria cupa e nera,/mo d’ ‘o vierno ‘e ‘tempeste,/mo n’aria ‘e Primmavera./
N’auciello freddigliuso/aspetta ch’esce o sole,ncopp’ ‘o tterreno nfuso/suspirano ‘e viole…/ Catarì, che vuò cchiù?/ Ntienneme, core mio,/Marzo, tu ‘o ssaje, si’ tu,/e st’auciello song’ io./”
“Marzo: un pò piove/e dopo un pò cessa di piovere:/torna a piovere, spiove,/ride il sole con l’acqua./Ora un cielo celeste,/ ora un’aria cupa e nera:/ora le tempeste dell’inverno,/ora un’aria di primavera./ Un uccello freddoloso/attenda che esca il sole:/sopra il terreno bagnato/sospirano le viole… /Caterina!…Che vuoi di più?/Cerca di capirmi, cuore mio!/Marzo, lo sai, sei tu,/e quest’uccello sono io.”
 
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